Ticino

In montagna ‘l’inverno complica gli interventi, serve prudenza’

È il messaggio del progetto Montagne sicure promosso dal Cantone. Gobbi: ‘Bisogna essere consapevoli che il primo rischio possiamo essere noi stessi’.

(Ti-Press)
19 dicembre 2022
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«Le attività in montagna si stanno diversificando sempre di più e l’interesse da parte della popolazione cresce costantemente». Per il consigliere di Stato Norman Gobbi si tratta «di una notizia sicuramente positiva. Ma che rende ancora più importante la sensibilizzazione. Dobbiamo essere coscienti che il primo rischio possiamo essere noi stessi». Questo perché «molte persone si recano in montagna attirate da spot pubblicitari o foto sui social media, senza però conoscere i reali rischi». Per questo motivo ‘Montagne sicure’, il progetto di prevenzioni promosso dal Dipartimento delle istituzioni (Di), ha lanciato la sua campagna per la stagione invernale. «È una collaborazione che negli altri cantoni non c’è – ha affermato Gobbi –. Si tratta di una rete integrata dove diverse associazioni mettono a disposizione la propria competenza».

Centri di allenamenti per la ricerca di dispersi

La novità principale è la collaborazione del progetto con gli Avalanche training center (Atc), i due centri di formazione presenti ad Airolo Pesciüm e alla capanna Piansecco in Valle Bedretto. «Si tratta di zone dove ci si può tenere allenati nella ricerca di persone sepolte sotto le valanghe», ha spiegato Massimo Bognuda, rappresentante delle guide alpine ticinesi. «Sotto la neve vengono posizionati dei manichini che vanno poi trovati nel minor tempo possibile». L’offerta, è stato spiegato, si rivolge a tutte le persone interessate. Informazioni dettagliate si trovano sul sito: www.montagnesicure.ch

‘Bisogna conoscere i rischi’

Sciatori e turisti hanno anche a disposizione app e strumenti per affrontare in sicurezza una giornata di montagna. «Questa campagna si rivolge a tutti, non solo agli esperti e ai soccorritori», ha puntualizzato Alessandro Lava, presidente della commissione Montagne sicure. «Oltre ad applicazioni per il tracciamento, il progetto si occupa d’informare su media e social. La migliore prevenzione è infatti la consapevolezza dei rischi». In ogni caso sono 300 i volontari del Soccorso alpino Ticino pronti a intervenire in caso di necessità. «Spesso per ricerche su terreni impervi», ha detto il loro presidente Tiziano Schneidt. A loro si aggiunge il Gruppo ricerche e constatazioni della Polizia cantonale, che ha anche il compito «di stabilire se ci sono state colpe o reati», ha affermato il responsabile Stefano Mariani.

Per la Rega: ‘In inverno visibilità ridotte e medicamenti che si congelano’

A essere spesso chiamata in causa in caso d’incidenti in alta montagna è anche la Rega, che ogni anno interviene circa 100 volte a sud delle Alpi durante la stagione invernale. Operazioni «generalmente più complicate rispetto a quelle estive», ha ammesso Paolo Menghetti, capo della base Rega in Ticino. «Intervenire in inverno è complicato. I feriti sono spesso molto vestiti, la visibilità è ridotta e alcuni medicamenti rischiano di congelarsi». Fondamentale, è stato ribadito più volte durante la conferenza stampa al centro Rega di Gordola, resta quindi la prevenzione.

‘Una buona padronanza degli sci aiuta e ridurre i rischi e divertirsi’

«In Svizzera ogni anno sono circa 2 milioni le persone che praticano sport di scivolamento». Motivo per cui, per il presidente di Ticino snowsports Nedy Sbardella, «è importante insegnare bene a sciatori e fruitori della montagna come destreggiarsi. Per noi la relazione è semplice: meglio si riesce a destreggiarsi sugli sci e minore è il rischio di andare incontro a infortuni». Quelli appena trascorsi non sono stati inverni facili sotto questo punto di vista. «Pandemia e mancanza di neve hanno ridotto le ore di lezione, specialmente quelle di gruppo». Sbardella ha però voluto sottolineare «che l’interesse da parte della popolazione c’è. Una migliore capacità tecnica permette infatti di godersi la giornata sulla neve con maggiore serenità».

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