Ticino

Tetto ai premi di cassa malati, Carobbio: ‘Grave non parlarne’

Per la consigliera agli Stati il ‘no’ all’entrata in materia è ‘un brutto segnale’. Chiesa: ‘rifiutiamo il principio, e per il Ticino cambierebbe poco’

La palla ora torna al Consiglio nazionale
(Ti-Press)
30 novembre 2022
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Niente da fare (al momento) per l’iniziativa a livello nazionale del Partito socialista, che chiede di limitare il costo dei premi di cassa malati al 10% del reddito disponibile. Il Consiglio degli Stati ha respinto oggi – un po’ a sorpresa – per 22 voti a 20 l’entrata nel merito sul controprogetto del Consiglio federale all’iniziativa socialista. Un tema, quello dei costi della salute, particolarmente ‘caldo’ per la popolazione, dopo che a fine settembre sono stati annunciati i rincari per il 2023: +6,6% a livello nazionale, che sale a +9,2% medio – c’è infatti chi riceverà una stanga maggiore – in Ticino. Il Consiglio agli Stati, nonostante le argomentazioni presentata del consigliere federale Alain Berset e da diversi ‘senatori’ del Ps e del Centro/Ppd, ha quindi accolto la proposta di non entrata in materia di Benedikt Würth (Centro/Sg) che considera il controprogetto "eccessivamente centralista e dirigista".

Il dossier ritorna quindi al Consiglio nazionale, che nel giugno scorso aveva invece accolto il controprogetto governativo, emendato in diversi punti, per 119 voti a 66. La camera bassa aveva invece respinto l’iniziativa per 121 voti a 67, poiché giudicata dalla maggioranza dei gruppi parlamentari "troppo costosa". Un aumento della spesa che è comunque prevista anche dal controprogetto. In futuro, sia la Confederazione – la cui quota parte rimarrebbe però al 7,5% dei costi lordi, come ora – che Cantoni dovrebbero mettere a disposizione più soldi per la riduzione individuale dei premi di cassa malattia. Un onere che, visto l’aumento dei costi e l’inflazione, sempre più persone fanno fatica a pagare.

In cifre: il controprogetto prevede un maggiore impegno finanziario di Confederazione e Cantoni pari a 2,2 miliardi di franchi, di cui circa mezzo miliardo a carico dei Cantoni, ma in misura minore rispetto all’iniziativa. Quest’ultima, solo per la Confederazione, prevede un costo stimato in 4,7 miliardi e di 1,1 miliardi per i Cantoni a partire dal 2024.

Carobbio: ‘Alla prova dei fatti non si vuole discutere di soluzioni’

«Quella di oggi è una decisione molto grave», commenta la consigliera agli Stati Marina Carobbio, tra i favorevoli al controprogetto. «Che lascia perplessi è soprattutto la scelta di non voler nemmeno entrare in materia di discussione, nonostante tutti i partiti, almeno a parole, riconoscano la necessità d’intervenire su questo tema». Per la deputata socialista quello che si sta lanciando ai cittadini «è un messaggio pericoloso, ovvero di una politica che fa promesse quando vengono annunciati gli aumenti dei premi di cassa malati, ma che poi alla prova dei fatti si rifiuta addirittura di parlare delle possibili soluzioni». E le soluzioni sul tavolo, precisa Carobbio a ‘laRegione’, erano diverse. «Trovo sorprendente questo rifiuto. Il Consiglio nazionale aveva già preparato un controprogetto. Quindi ci troviamo con la camera bassa che presenta una proposta e il Consiglio degli Stati che si rifiuta di discutere sia quella proposta che anche quella, molto più modesta, fatta dalla maggioranza della commissione della sicurezza sociale e sanità. È un vero e proprio affronto nei confronti della popolazione che si aspetta delle risposte su un tema molto sentito come i premi di cassa malati».

I diversi controprogetti, prosegue Carobbio, avrebbero un impatto meno deciso rispetto all’iniziativa targata Ps. «Permetterebbero però di porre degli obiettivi minimi per i Cantoni sotto il profilo dell’impegno finanziario e lasciano a loro il compito dell’applicazione». Un aspetto importante, spiega Carobbio, perché «negli ultimi anni sono aumentate le disparità tra cantoni: alcuni hanno ridotto il loro contributo alla riduzione dei premi. La proposta del nazionale inoltre sarebbe un vero aiuto al ceto medio: 2.2 Milardi in franchi in piu per ridurre i premi cassa malati ». Quella che denuncia Carobbio è una mancanza di apertura al dialogo da parte degli altri partiti: «Manca la volontà di discutere le nostre proposte. Allo stesso tempo quanto mettono gli altri partiti sul tavolo non sono soluzioni per risolvere in maniera concreta il problema dell’esplosione dei costi della salute e di cassa malati. L’abbiamo visto lo scorso anno con la riduzione del costo dei medicamenti, pure bocciata dalla maggioranza borghese».

L’auspicio di Carobbio è che ora il Nazionale - chiamato nuovamente a esprimersi sul tema – ribadisca il proprio sostegno al controprogetto. Se così non fosse «ricorreremo alla democrazia diretta, portando davanti al popolo l’iniziativa per limitare i premi al 10% del reddito e con iniziative popolari anche a livello cantonale», conclude la candidata al Consiglio di Stato ticinese.

Chiesa: ‘Inutile dibattere su un principio che non condividiamo’

«Il Ticino è il secondo cantone più generoso per quanto riguarda i sussidi ai premi di cassa malati, sia a livello di cerchia dei beneficiari che d’importo versato. Per noi non ci sarebbero state quindi sensibili ripercussioni», afferma da noi interpellato Marco Chiesa, che ha invece votato a favore della proposta di non entrata in materia. «Sarebbe tuttavia cambiato tutto il sistema alla base di questo sostegno cantonale. Una modifica molto complicata e un’ingerenza della Confederazione che immagino abbia portato la maggioranza della Camera alta a votare ‘no’. I Cantoni si sono dimostrati attenti nel voler mantenere la loro sovranità in un ambito, quello sanitario, che d’altra parte è di loro competenza».

Il presidente nazionale dell’Udc respinge anche la critica di aver rifiutato la discussione sul tema: «Non avrebbe avuto senso aprire una discussione e dibattere sul tema quando i presupposti non sono condivisi. Senza contare che si tratta di proposte estremamente costose». Costi che, puntualizza Chiesa, «ricadrebbero ancora una volta sul contribuente, in particolare sul nostro ceto medio. La soluzione è forzatamente da ricercarsi nella riduzione della spesa che negli ultimi anni sta esplodendo. Lo stesso consigliere federale Berset ha confermato che c’è un 20% di prestazioni inutili, se non dannose». Sensata, secondo il consigliere agli Stati, era invece la recente proposta, che aveva presentato la scorsa sessione, di rendere totalmente deducibili i premi di cassa malati. «Non c’è però stata però alcuna apertura da parte della sinistra su questo tema, che avrebbe permesso di lasciare soldi nelle tasche dei cittadini».

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