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Pellet, le riserve ci sono ma con i prezzi alti cala la domanda

I clienti si sono mossi per tempo e non si teme una penuria. Il costo di un sacco da gennaio è quasi triplicato. ‘La richiesta? Per la legna tradizionale’

7 novembre 2022
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Sempre più caminetti e stufe. Se c’è un settore che nell’ultimo anno non si trova in crisi è proprio quello dei sistemi di riscaldamento a legna. Anzi, sta vivendo una vera e propria "età dell’oro". A causa dell’aumento del prezzo dell’energia, e dell’incertezza legata al futuro, l’interesse per questa offerta è in costante aumento. Alcune ditte della regione hanno fatto sapere di avere in programma entro i prossimi due mesi circa 150 installazioni. Cifre più che raddoppiate rispetto al passato, anche se la crescita dei prezzi – segnalano i commercianti – sta facendo rallentare la domanda di riscaldamenti a pellet. La tendenza comunque resta chiara: sempre più persone hanno deciso di cercare garanzie in una risorsa – il legno – che alle nostre latitudini certamente non manca.

‘Ci siamo mossi per tempo e abbiamo evitato un collo di bottiglia’

Ma è davvero così? Non proprio. Se per il legname da camino la disponibilità non è mai venuta meno, il discorso è diverso per il pellet. Già a inizio anno Propellets.ch, l’associazione nazionale di categoria, aveva messo in guardia da una possibile penuria, suggerendo a tutti di muoversi per tempo nell’acquisto. «Abbiamo consigliato di non aspettare l’estate per acquistare il pellet, come accade generalmente» spiega a ‘laRegione’ Paolo Bosshard, membro della direzione di Propellets.ch. «Volevamo evitare un ‘collo di bottiglia’ della domanda. Per intenderci, come quanto capitato con la carta igienica durante la pandemia». L’offerta, sottolinea Bosshard, ha infatti bisogno di più tempo per colmare il divario con l’aumento della domanda, che negli ultimi anni è stata del 40-50%. «Servono strutture per poter produrre più pellet, che deve essere essiccato.

Un’operazione che richiede anche un consumo non indifferente di energia, con ricadute sul prezzo». In ogni caso, rassicura il membro di Propellets.ch, la situazione al momento è sotto controllo. «Le riserve ci sono e non rischiamo una penuria. Molto dipenderà dal tipo d’inverno che avremo, se sarà mite ci saranno pochi consumi e non avremo sicuramente problemi».

Salgono i prezzi e arrivano le truffe

Proprio i prezzi di questo specifico combustibile sono stati al centro delle discussioni negli ultimi mesi. L’indice dei prezzi al consumo aveva infatti segnalato un aumento del costo per il pellet pari al 13,1% nei primi sei mesi del 2022. Sul mercato l’aumento è stato ancora più evidente: il costo di una tonnellata era passato dai 360 franchi di gennaio ai 500 di giugno, comunicava l’associazione Energia-Legno Svizzera. Ora siamo ben oltre i 600 franchi. Nei negozi i sacchi da 15 chili sono passati da circa 4,50 franchi a 12.

Una crescita esponenziale, di prezzo e domanda, che ha fatto gola anche ai malintenzionati. In Vallese a fine estate erano stati segnalati dalla polizia diversi annunci fasulli che promettevano pellet a prezzi ben al di sotto della media di mercato.

La domanda è calata

Nonostante questo aumento il pellet resta ancora conveniente, come si può leggere sul sito di Propellets.ch che confronta i prezzi al chilowattora delle varie fonti di energia in Svizzera: a inizio ottobre costava 13,77 centesimi/kWh, mentre l’olio combustibile 15,28 e l’elettricità 18. L’aumento considerevole, che ha ridotto lo scarto soprattutto rispetto all’elettricità, ha però frenato negli ultimi mesi la richiesta che, ci fa sapere un commerciante, si concentra attualmente soprattutto sulla sistemazione di camini e stufe a legna ‘classica’. «Molte persone si sono accorte di avere in casa un camino che viene utilizzato poco e solo come elemento decorativo». Un "potenziale" che molti ora vogliono sfruttare. «Un camino moderno può riscaldare un intero ambiente e anche di più. La legna, anche se ha avuto un leggero aumento, resta inoltre a un prezzo contenuto». Non come il pellet. «Negli scorsi anni la domanda è stata tanta, ma ora si è un po’ fermata. Il prezzo di questo combustibile è infatti salito molto e non c’è un grande risparmio al momento rispetto ad altre fonti energetiche». Il portafoglio non è comunque l’unico aspetto che viene tenuto in considerazione. «Molti sono interessati anche al discorso ecologico».

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