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Agenti di custodia, buona la seconda: un centinaio gli aspiranti

Il Dipartimento istituzioni aveva prorogato la scadenza del concorso al 15 ottobre. Bucci: ora maggiori probabilità di trovare i profili adeguati

Nel riquadro Monica Bucci, direttrice aggiunta della Divisione giustizia
(Ti-Press)
21 ottobre 2022
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Buona la seconda. La decisione del Dipartimento istituzioni di prorogare la scadenza del concorso al 15 ottobre ha dato i suoi frutti. Le candidature sono ora infatti un centinaio: un centinaio di aspiranti agenti di custodia per le strutture carcerarie cantonali. «Se pensiamo alla ventina, trentina di candidature pervenute alla chiusura verso fine agosto del concorso, poi prolungato, c’è stato un aumento consistente del numero di partecipanti: questo ci dà maggiori possibilità di scelta e quindi maggiori probabilità, come ci auguriamo, di individuare i profili idonei per una professione impegnativa e delicata, ma che può regalare grandi soddisfazioni sul piano umano», commenta Monica Bucci, direttrice aggiunta della Divisione giustizia.

Selezione e formazione

Al momento non è dato sapere quante siano le candidature maschili e quelle femminile. C’è in ogni caso un dato importante ed è quel centinaio di persone che ha manifestato un concreto interesse per la professione. Un dato importante anche in vista dell’annunciata (ri)apertura della sezione femminile al Penitenziario della Stampa, un reparto di una dozzina di celle destinate a detenute condannate a lunghe pene privative della libertà e che necessiterà ovviamente di personale di custodia. E ora? «Siamo alle battute iniziali – puntualizza Bucci, interpellata dalla ‘Regione’ –. Anzitutto verificheremo se le candidature rispettano i requisiti del bando di concorso e questo permetterà una prima scrematura. Dopodiché prenderà avvio una selezione piuttosto impegnativa: test fisici, prove di cultura generale, di logica e informatica, test psicologici e colloqui individuali. Ogni tappa della selezione presuppone il superamento di quella precedente». Nel frattempo, prosegue la direttrice aggiunta della Divisione giustizia, «stabiliremo l’esatto fabbisogno di agenti per le strutture carcerarie ticinesi, tenuto conto delle partenze fra pensionamenti e dimissioni». Definito il numero di agenti necessario, comincerà la formazione teorica e pratica. «Considerati i tempi della procedura di selezione e i tre mesi di disdetta per gli aspiranti che hanno già un lavoro, la scuola – riprende Bucci – dovrebbe iniziare nel giugno del prossimo anno».

Guardando alla (ri)apertura della sezione femminile

La formazione dura otto mesi e si svolge interamente in Ticino. «Cinque mesi sono dedicati prevalentemente alla teoria, tre invece alla pratica, con lo stage in carcere», spiega a sua volta il direttore delle Strutture carcerarie cantonali Stefano Laffranchini. «Terminata con successo la scuola e una volta nominati, e dunque operativi nel sistema carcerario ticinese, gli agenti di custodia avranno l’opportunità nei cinque anni successivi di conseguire a Friburgo l’Attestato federale di capacità», ricorda Laffranchini. Per il quale il centinaio di candidature del concorso prolungato «ci permettono di guardare con una certa tranquillità al futuro, mi riferisco in particolare alla prevista sezione femminile, per la quale avremo bisogno di agenti di custodia, agenti di entrambi i sessi».

Chiusa nel 2006, in pratica per mancanza in quel periodo di detenute, la sezione femminile al Penitenziario cantonale verrà riaperta: tale l’intenzione del Dipartimento istituzioni. Il cui direttore, Norman Gobbi, ha indicato, intervenendo sul tema in Gran Consiglio nel gennaio di quest’anno, quale orizzonte temporale "l’autunno 2023". In parlamento Gobbi ha stimato tra gli 800mila e i 900mila franchi i costi di natura logistica, precisando che i costi supplementari "verranno in gran parte assorbiti dal risparmio ottenuto dal non dover più pagare i posti cella Oltre Gottardo" per le donne alle quali in Ticino i giudici hanno inflitto pene detentive di lunga durata. Come scritto, si parla di un dozzina di celle, inclusa una per mamma e bambino, al Penitenziario cantonale. Si è in attesa del messaggio governativo su lavori e costi per ripristinare la sezione femminile: a quel punto se ne saprà di più.

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