Ticino

Mafie in Ticino, ‘il pool cantonale non serve’

Risposta del Consiglio di Stato alla mozione di Quadranti (Plr). Il deputato insoddisfatto replica: ‘Porterò il dossier nella commissione competente’

(Ti-Press)
3 luglio 2022
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Allo stato attuale la creazione di un pool per affrontare e proporre misure contro il fenomeno della mafia in Ticino non è ritenuta necessaria. Questo, data "la buona collaborazione fra Autorità cantonali e federali, le quali, a loro volta, hanno buoni contatti con i loro partner esteri". Sono le conclusioni a cui giunge il Consiglio di Stato nel messaggio relativo alla mozione di Matteo Quadranti (Plr) "Mafie in Ticino: è ora di un pool cantonale".

Nell’atto parlamentare il deputato liberale radicale chiedeva in particolare: "L’immediata designazione di due procuratori pubblici, uno per l’ambito finanziario e uno per quello dei reati di polizia, che vengano formati e fungano da persone di contatto col Ministero pubblico della Confederazione o col pool; l’immediata designazione di più poliziotti, con formazione ad hoc, aventi compiti speciali per le questioni in oggetto e che possano poi fungere da istruttori e contatti con le Polizie comunali che sorvegliano il territorio a scopo preventivo; la dichiarazione, o meglio attività politica, da parte delle autorità cantonali a fronte di quelle federali in sostegno alla richiesta del procuratore federale Mastroianni di adozione urgente di normative di perseguimento penali più adeguate".

‘Proposta di fatto già attuata’

Nel messaggio, il governo motiva la propria conclusione spiegando che con la Strategia di lotta alla criminalità 2020-2023 elaborata dal Dipartimento federale di giustizia e polizia (Dfgp) "tra le misure previste per combattere la criminalità organizzata è stato creato il progetto Countering organised crime (Coc), che prevede che sia coordinata e concordata più strettamente la collaborazione interdisciplinare tra gli attori del perseguimento penale e altre autorità della Confederazione e dei Cantoni".

La Polizia cantonale, rende noto il Consiglio di Stato, "collabora con fedpol monitorando alcuni aspetti legati al fenomeno della criminalità organizzata", e ha inoltre proceduto alla sensibilizzazione "di tutti i coordinatori dipartimentali dell’Amministrazione cantonale in merito ai rischi generali legati alle organizzazioni criminali". Secondo il governo la proposta di istituire un gruppo di lavoro risulta pertanto "di fatto già attuata per il tramite dell’adesione al programma Coc".

Quanto all’adeguamento del quadro normativo, per il Consiglio di Stato è di "fondamentale importanza che dette proposte possano essere condivise con le preposte autorità federali allo scopo di assicurarne la massima efficacia nell’interesse di un contrasto su scala nazionale. In questo contesto le autorità di perseguimento penale e amministrative del nostro Cantone procedono a incanalare le loro suggestioni nei flussi previsti dal programma Coc, rispettivamente coinvolgendo le competenti autorità a livello federale, qualora le misure di contrasto si inseriscano nell’ambito amministrativo".

Quadranti: ‘Risposta insoddisfacente’

Da noi interpellato, Quadranti giudica questa risposta «insoddisfacente», e assicura: «Per quanto mi riguarda il mio atto parlamentare non è evaso, quindi porterò il dossier nella commissione competente per affrontarlo a dovere con tutte le audizioni e gli approfondimenti che saranno necessari per far luce su questo tema».

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