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Permessi, Quadranti ritira l’atto prima della firma dei rapporti

Colpo di scena in commissione ‘Giustizia’. Il deputato del Plr: ‘Ho preso atto che c’è stato un cambio di rotta da parte del Dipartimento istituzioni’

Alla Gestione decidere se attivare l’alta vigilanza
(Ti-Press)
31 maggio 2022
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Colpo di scena sul ‘fronte permessi’ e i relativi controlli per rilasci e rinnovi, nato (anche) dalle testimonianze raccolte da ‘Falò’ (Rsi). Con la Commissione parlamentare della gestione orientata a capire il destino del dossier in commissione ‘Giustizia e diritti’ prima di decidere se attivare o meno l’alta vigilanza, oggi è arrivato l’inaspettato fulmine a ciel sereno: il liberale radicale Matteo Quadranti, alla vigilia della firma in ‘Giustizia e diritti’ (prevista domani) del rapporto ormai redatto da Cristina Maderni (Plr) ed Enea Petrini (Lega) ha ritirato la propria mozione con cui, dopo un intervento di Aiti e Camera di Commercio che denunciavano "una strategia antistranieri che danneggia l’economia", chiedeva al governo che non si facesse mobbing con i permessi di domicilio e dimora e una precisazione su direttive, strategia e obiettivi sul tema. I motivi del ritiro? «Ho preso atto che c’è stato un cambio di rotta da parte del Dipartimento istituzioni – spiega Quadranti da noi interpellato –. Per il futuro vigilerò con molta attenzione affinché non si ritorni a situazioni non conformi, e per il passato se la Gestione riterrà di dover verificare l’operato potrà sicuramente farlo».

E come è stata recepita in commissione la novità del giorno? «In commissione ne parleremo forse domani, diciamo che personalmente sono abbastanza stupita, anche perché il rapporto era già pronto» rileva a ‘laRegione’ la correlatrice Cristina Maderni. Quadranti si è detto confortato dai passi in avanti fatti, è quanto affermava il vostro rapporto? «La situazione relativa ai permessi si è evoluta anche a seguito di importanti sentenze del Tribunale federale (Tf) che hanno imposto delle modifiche, noi abbiamo svolto un’analisi dinamica. La mozione chiedeva una presa di posizione del governo sui punti fermi delle procedure, e il Consiglio di Stato ha fornito la sua risposta prima di queste sentenze del Tf. Motivo per cui avremmo chiesto un aggiornamento di quella presa di posizione».

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