Ticino

Parcheggi, la tassa entrerà in vigore il 1° gennaio 2025

Lo ha deciso a larghissima maggioranza il Gran Consiglio, accogliendo il rapporto di Biscossa. Nessun incasso retroattivo e monitoraggio dopo tre anni

Compromesso trovato
(Ti-Press)
21 febbraio 2022
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La tassa di collegamento entrerà in vigore il 1° gennaio 2025. A deciderlo, ponendo fine a uno degli iter parlamentari, popolari e giudiziari più tortuosi degli ultimi tempi, è stato poco fa il Gran Consiglio con 59 favorevoli 9 contrari e 2 astenuti. A poco più di sei anni dal primo sì del legislativo (era il 14 dicembre 2015), dopo l’accoglimento della proposta da parte del popolo il 5 giugno 2016 e, storia della primavera 2020, dopo la bocciatura da parte del Tribunale federale di 19 ricorsi cui era stato concesso l’effetto sospensivo.

‘Andrà a colpire i generatori di traffico’

Anni e anni di discussioni, incertezze e voti, anche popolari, hanno finalmente avuto una luce in fondo alla galleria. La relatrice del rapporto commissionale, la socialista Anna Biscossa, ricorda che «gli obiettivi erano due: orientare la domanda di mobilità verso il trasporto pubblico e raccogliere le risorse finanziarie per finanziare questo orientamento». Obiettivi «validi ancora oggi». La tassa, afferma Biscossa, «sarà applicata ai proprietari di fondi che ospitano almeno 50 parcheggi, escluse le abitazioni, nei comuni definiti come comuni ad alta densità di traffico. Andrà a colpire i generatori di traffico in zone dove la situazione è inaccettabile da decine di anni. In più – annota ancora la presidente della Gestione – ci impegneremo per rendere sempre più sociale l’accesso al trasporto pubblico, soprattutto per i meno abbienti».

Entrerà in vigore nel 2025, avrà un periodo di prova di tre anni, sei mesi prima dell’entrata in vigore il governo dovrà elencare con precisione gli obiettivi quantitativi e qualitativi, non sarà riscossa retroattivamente e quando comincerà a essere incassata (si spera) le conseguenze negative della pandemia sull’economia e sui cittadini saranno state assorbite. Motivi ampiamente sufficienti per far sorridere la capogruppo liberale radicale Alessandra Gianella: «Era quello che chiedevamo: un’applicazione razionale della volontà popolare». E, guardando al futuro, «sarà opportuno valutare il ruolo della tassa alla luce dei cambiamenti che si svilupperanno nella società nei prossimi anni, anche in rapporto a quanto speso l’anno scorso, oltre 460 milioni, per il trasporto pubblico». Tutto rose e fiori ma fino a un certo punto, perché Gianella punge l’Udc sulla carne viva democentrista. La loro richiesta è quella di abrogare tout court la tassa. Roberta Soldati lo afferma chiaramente: «Legiferare vuol dire anche abrogare norme che portano più svantaggi che vantaggi, la tassa di collegamento è una di queste». Ebbene, è la capogruppo del Plr a ricordare all’Udc «che vengono usati due pesi e due misure, fa un po’ strano vedere come su alcuni temi l’Udc dia importanza ai diritti democratici e alla volontà popolare e ora chieda di cancellare una tassa comunque approvata dal popolo».

‘Problemi gravi a volte portano soluzioni antipatiche’

Ma è l’unico momento frizzante di una discussione comunque tranquilla. Lo conferma con tono conciliante il leghista Michele Guerra: «Di fronte a problemi gravi le soluzioni talvolta possono essere antipatiche, la nostra è un’applicazione razionale che avverrà solo quando le condizioni economiche si saranno riprese e questa tassa sarà mantenuta solo dopo un doverosissimo periodo di prova».

Il capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni scioglie la riserva e porta il sostegno popolare democratico al rapporto Biscossa. Ma ricorda: «Per la mobilità e la tutela dell’ambiente vale lo stesso principio: invece di escogitare misure e imposte di dubbia giustizia sociale, vaticinando catastrofi finanziarie e ambientali in caso di bocciatura, suscitiamo e stimoliamo nella popolazione – con misure concrete finanziate in modo solidale – il fascino di un ambiente più pulito dove sia più bello vivere e crescere la propria famiglia».

Per i Verdi, Claudia Crivelli Barella ricorda che «ci sono 14mila stalli in Ticino, il territorio non è un bene infinito e rinnovabile».

Con la consueta e apprezzata sintesi, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali sottolinea che «quello della Commissione della gestione è stato un difficile lavoro di mediazione che ha portato una quadratura del cerchio, speriamo che ora su questo tema si stemperino gli animi in attesa di verificare con attenzione il monitoraggio che verrà effettuato».

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