Ticino

Riforma livelli alle Medie, via la voce di spesa dal preventivo

Lo propone la maggioranza della Gestione. Il progetto del Decs non incontrerebbe il consenso unanime d’insegnanti e politica

Fiorenzo Dadò, relatore di maggioranza sul Preventivo 2022
(Ti-Press)
11 gennaio 2022
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Il deficit previsto dal Consiglio di Stato nei conti del Cantone per il 2022 era di 135,2 milioni di franchi e tale – più o meno – rimarrà anche per la maggioranza della Commissione della gestione. Anzi, potrebbe essere leggermente inferiore se a questo importo verrà stralciata la voce di spesa pari a 390mila franchi inerente al progetto del Decs di superamento in terza media del sistema dei livelli. La somma inserita a preventivo e piano finanziario tra i nuovi oneri salirebbe a oltre un milione (1,06 milioni) dal 2023. I motivi di questo stralcio? “Alla luce delle diverse prime reazioni alla consultazione appena conclusa, da parte non solo del mondo politico, ma anche della scuola, tale importo è alla base di un progetto che non sembra godere di un consenso unanime, sia nel merito sia nel metodo”, si legge nel rapporto di maggioranza stilato dal popolare democratico Fiorenzo Dadò e appoggiato da Plr, Lega e Ppd. I Verdi, invece, hanno aderito al rapporto di minoranza del capogruppo socialista Ivo Durisch. Si delineano quindi i rapporti di forza in Gran Consiglio tra destra e sinistra che rispecchiano di fatto – con l’eccezione del Ppd – favorevoli e contrari al referendum sulla famosa iniziativa elaborata da Morisoli per il pareggio dei conti entro il 2025.

La maggioranza della Gestione su questo punto va oltre. “Si ritiene prematuro approvare questa voce di spesa senza avere una valutazione generale della consultazione e in mancanza di chiari obiettivi in merito al progetto, sul quale dovrà se del caso esser inoltre coinvolta la Commissione formazione e cultura”. È un no ‘preventivo’ dal sapore politico a quel tentativo di riforma nella scuola media quindi, e non di natura finanziaria visto che il risparmio, su un bilancio di 3,8 miliardi di franchi, sarebbe infimo.

Per quanto riguarda il preventivo nel suo complesso, la maggioranza ricorda che “si situa ancora in un contesto economico-finanziario a tinte chiaro-scure, in cui ogni previsione sembra assumere un carattere estemporaneo, in una situazione sospesa tra un passato marcato da difficoltà e un futuro prossimo ancora costellato da incertezze, a cavallo tra due legislature”. Proprio per questo motivo la maggioranza ha accettato di aderire alla decisione di allestire “un rapporto unico e neutrale” che permetta “a ognuno legittimamente di esprimere eventualmente le sue proposte o ricette durante il dibattito parlamentare”. Ricordiamo che la seduta di Gran Consiglio è prevista per lunedì 24 gennaio e si preannuncia tesa.

Non mancano stoccate all’indirizzo del Consiglio di Stato. Il relatore Fiorenzo Dadò sottolinea la forte crescita della spesa pubblica negli ultimi 14 anni passata da 2,9 miliardi del consuntivo 2007 a 3,8 miliardi del corrente preventivo. “Una realtà preoccupante, che non ci può lasciare indifferenti e inattivi; infatti basta una crisi per mettere immediatamente a nudo la fragilità con la quale l’ente pubblico è confrontato”, si legge. “Tenuto conto di un’evoluzione economica e politica incerta in tutta Europa, della pressione fiscale cantonale non propriamente concorrenziale nonché dei costi per i cittadini ormai troppo elevati, c’è da chiedersi in quale modo governo in primis, ma anche il parlamento, pensa di riuscire a far fronte alle sfide finanziarie future e consegnare uno Stato solido alle prossime generazioni”.

Individuato il problema nell’eccesso di spesa, la maggioranza mette le mani avanti sulle misure di risanamento: nessun taglio lineare o aumenti generalizzati d’imposta. “Occorreranno misure mirate e strutturali sulla spesa, sulle quali i gruppi parlamentari, secondo le loro sensibilità, si riserveranno di prendere posizione”. Nel contempo però si redarguisce il Consiglio di Stato per non aver presentato un piano di risanamento delle finanze pubbliche contestualmente al preventivo 2022. “Ciò avrebbe permesse di compiere un iter parlamentare lineare ed evitato la discussione sfociata nella presentazione e approvazione dell’iniziativa elaborata di Sergio Morisoli (Udc) per la modifica della legge sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato, che implicherà una chiamata della popolazione alle urne con un relativo dibattito tutt’altro che semplice da affrontare, in un momento delicato come quello che la società e la popolazione tutta sta già affrontando”. Come dire, è colpa del governo se si voterà e si litigherà su qualcosa che il parlamento poteva fare a meno di votare.

Archiviato il Preventivo 2022, giudicato transitorio visto il contesto pandemico, l’invito al Consiglio di Stato della maggioranza della Gestione è quello di disegnare già dal prossimo bilancio di previsione “perlomeno i lineamenti di una manovra finanziaria atta al risanamento”.

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