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‘Abbattimento degli alberi, le regole sono da cambiare’

Il governo concorda con i Verdi, il dispositivo di legge è insufficiente. L’esempio di Friborgo: stop agli inventari, sì a decisioni caso per caso

(Ti-Press)
21 dicembre 2021
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Vuoi per la loro importanza davanti alle sfide poste dai cambiamenti climatici, vuoi per gli effetti concreti sulla qualità della vita delle persone, sul tema dell’abbattimento degli alberi il Canton Ticino vuole cambiare registro. “La normativa attuale non si è rivelata in grado di garantire appieno la protezione degli alberi, anche alla luce dell’importante ruolo che essi - e il verde in generale - rivestono per la qualità complessiva degli insediamenti“, scrive infatti il Consiglio di Stato in risposta a un’iniziativa parlamentare dei Verdi. Di più: “Il governo sostiene dunque il principio che ci si doti di una base legale adeguata affinché i Comuni possano garantire una migliore protezione degli alberi situati fuori dal bosco“. Ma, molto verosimilmente, non si andrà nella direzione auspicata dagli ecologisti con il loro atto parlamentare: “Tuttavia, le modalità più idonee per raggiungere questo obiettivo - aggiunge l’Esecutivo - non possono essere, allo stato attuale delle cose, stabilite a priori sul principio della protezione di tutti gli alberi”. Che era, appunto, quanto proposto dall’iniziativa con primo firmatario il capogruppo dei Verdi Nicola Schönenberger, il quale mise nero su bianco la richiesta che il Ticino si doti delle modifiche legislative necessarie affinché “sia possibile, a livello comunale, sottoporre a regolamentazione e procedura di autorizzazione l’abbattimento di tutti gli alberi”. Non solo, quindi, quelli inventariati come alberi monumentali o di pregio ai sensi del Piano regolatore. Maggiormente “praticabile” viene ritenuta dal governo “la definizione di criteri qualitativi ai quali dovrà riferirsi l’autorità locale competente per la gestione di questo tema”. Niente da fare. Un po’ per la linea politica del Consiglio di Stato, un po’ perché l’esempio portato da Schönenberger - vale a dire la legislazione in materia presente nel Canton Vaud - non parrebbe essere solido come una quercia. Nel senso che, scrive il governo, “la legge vodese non prevede la protezione di tutti gli alberi ma unicamente di quelli che sono classificati come degni di protezione oppure mediante regolamento comunale sulla base di criteri prestabiliti”.

‘Ora la protezione non è idonea’

Sia come sia, si diceva, qualcosa va fatto. Ed è lo stesso Esecutivo a riconoscerlo spiegando come “complessivamente il dispositivo della Legge cantonale sulla protezione della natura (Lcn) inerente alla protezione degli alberi non garantisce una protezione idonea”. E snocciola i motivi, partendo dal fatto che “gli alberi sono assimilati a ‘singoli elementi naturali emergenti’ ma non oggetti di protezione specifica (di conseguenza non tutelati da strumenti ad hoc appropriati), ciò indebolisce la loro protezione effettiva”. Ma non solo. “La distinzione degli alberi in tre categorie d’importanza (nazionale, cantonale e locale) è difficoltosa e non idonea a questo tipo di oggetto; rende complicata l’attuazione della protezione e non permette una chiara distinzione delle competenze”, afferma il Consiglio di Stato. In più, “l’elaborazione d’inventari degli oggetti d’importanza federale e cantonale non è attuata per quanto concerne gli alberi. A livello locale lo è solamente in modo molto marginale”. Questa situazione, però, “si spiega in parte con il considerevole onere che l’elaborazione e la tenuta a giorno di tali inventari implica”. Altri due motivi per cui l’attuale dispositivo necessità una rinfrescata sono che “il livello di protezione effettiva degli alberi varia molto da un Comune all’altro e non gode di uniformità su scala cantonale” e che “il tema della cultura degli alberi (in particolare la questione dello spazio riservato alle radici e alle chiome) non è codificato”.

Il nuovo approccio friborghese

Che fare, quindi? “L’analisi dei dispositivi in vigore in alcuni Cantoni mostra che in nessun caso è prevista la protezione e la procedura di autorizzazione di abbattimento di tutti gli alberi, indipendentemente dalla loro classificazione o dalle loro caratteristiche”. Tuttavia, qualcosa di interessante potrebbe giungere dal Canton Friborgo dove sta “emergendo un nuovo approccio”, sottolinea nella risposta il Consiglio di Stato. Un approccio che “prevede l’abbandono completo degli inventari degli alberi. La decisione di autorizzazione al taglio avverrebbe caso per caso al momento della richiesta dell’istante”. A quel punto, “si procederebbe alla stima del valore ecologico e paesaggistico della pianta (oggettivata sulla base di una griglia di criteri prestabiliti), che sarebbe messa a confronto con l’importanza e la legittimità della motivazione al taglio”. Insomma, “la decisione sull’autorizzazione al taglio sarebbe quindi il risultato di una ponderazione degli interessi”. Questa via, per il governo cantonale ticinese, si continua a leggere, “presenta il vantaggio di non necessitare l’elaborazione e il mantenimento degli inventari e di permettere, a priori, la protezione di tutti gli alberi, come richiesto dall’iniziativa”.

Schönenberger: ‘Noi siamo d’accordo’

È così? «Sono davvero molto contento per la risposta del Consiglio di Stato, e spero che permetterà di cominciare a riflettere in maniera costruttiva su questo tema», risponde alla ’Regione’ Schönenberger. Che rileva come «la nostra proposta, così come quanto in via di definizione in Canton Friborgo, prevede di capovolgere la situazione attuale. Invece che fare inventari, troppo statici, bisogna partire dal presupposto che tutti gli alberi siano protetti da un certo punto di vista e che per l’abbattimento ci voglia un’autorizzazione municipale e che lo stesso Municipio possa fare un regolamento in questo senso con criteri precisi». E con l’eventualità che si creino conflitti con i privati, nel caso in cui l’albero da abbattere fosse appunto su suolo privato? Schönenberger è netto: «Per noi è chiaro che un albero maestoso nel giardino di una villa privata fornisce altrettanti benefici rispetto a un albero che si trova su terreno pubblico, se il Municipio ha voce in capitolo ha anche la possibilità di negoziare col privato sull’abbattimento o meno, e l’idea di fondo è quella di immaginare un comune che sussidia la gestione e il mantenimento di un albero ‘privato’ perché fornisce un servizio alla cittadinanza».

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