Ticino

‘Dal CdM l’apparenza di una prevenzione verso Alfier’

Il Tribunale nella sentenza di accettazione della ricusa chiesta dalla procuratrice pubblica non lesina critiche all’organo di vigilanza

(Ti-Press)
15 dicembre 2021
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Un atteggiamento “suscettibile di destare l’apparenza di una prevenzione nei confronti dell’istante”: questo, ma non solo, è quanto viene attribuito al Consiglio della magistratura nella sentenza della Corte d’appello in corpore dello scorso 30 novembre sulla richiesta di ricusa avanzata dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier nei confronti dell’organo di vigilanza, come riportato da Liberatv.

Tale richiesta muove, come scrive il portale, a partire da una segnalazione notificata dal CdM alla procuratrice, alla quale veniva chiesto di prendere posizione. Alfier, al proposito, anche a seguito della vicenda del preavviso negativo alla rielezione, ha ravvisato nella condotta dell’organo di vigilanza, presieduto dal giudice Werner Walser, un pregiudizio nei suoi confronti tale da presentare istanza di ricusa per tutti i membri, nessuno dei quali ha riconosciuto i motivi di ricusazione avanzati dalla procuratrice. Il CdM ha inoltre opposto un diniego alla richiesta del Tribunale di ottenere il dossier relativo al preavviso negativo nei confronti della procuratrice Alfier.

Il Tribunale nella sua decisione condivide le critiche al CdM contenute nella perizia dell’ex giudice federale Claude Rouiller, e circa il preavviso negativo sottolinea che l’atteggiamento del Consiglio della magistratura riguardo al suddetto preavviso è “un aspetto che induce a far apparire la constatata violazione procedurale tale da suscitare l’apparenza di una prevenzione e a far sorgere un rischio di parzialità”. CdM che a dire dei giudici “ha dimostrato di non voler prendere atto della portata del suo ruolo nella procedura di rielezione dei magistrati e, di conseguenza, della gravità della violazione del diritto di essere sentito, che aveva inficiato la procedura stessa, come pure delle conseguenze che essa poteva avere sulla posizione professionale dell’interessata. Invece di garantire i diritti procedurali (…) ha preferito sminuire il rilievo attribuito dalla legge allo stesso Consiglio, per giustificare la violazione dei diritti in questione”. L’atteggiamento di prevenzione da parte dell’organo di vigilanza è inoltre evidenziato nel rifiuto di trasmettere il dossier sul preavviso.

‘Deducibile l’apparenza oggettiva di una prevenzione’

Al centro delle dure critiche del Tribunale anche un errore statistico circa la produttività della procuratrice, in seguito corretto: tali dati erano parte del dossier ma non sono citati nelle motivazioni del preavviso negativo. “L’errore”, rilevano i giudici “sarebbe potuto rimanere ignorato” se la procuratrice Alfier non fosse stata rieletta. “In quelle circostanze è difficilmente comprensibile che il CdM possa essersi limitato a scusarsi per quello che ha definito un inconveniente redazionale” scrive la Corte. La quale al Consiglio della magistratura addossa perlomeno “una mancanza di autocritica e un’eccessiva propensione alla propria autotutela, senza considerare la delicata posizione in cui si trovava l’istante, che rischiava di non essere rieletta, anche a causa dell’errata trascrizione delle cifre relative alla sua attività”.

Tutti motivi per i quali, come statuito dal Tribunale, “ben si può ritenere che l’istante ha allegato sufficienti elementi dai quali poter ragionevolmente dedurre l’apparenza oggettiva di una prevenzione nei suoi confronti da parte del Consiglio della magistratura, tale da indurre a dubitare della necessaria equidistanza e imparzialità da parte del medesimo nella trattazione della segnalazione”, che, come scrive LiberaTv, contesta alla procuratrice le medesime inefficienze produttive contenute nel preavviso negativo per la sua rielezione.

In seguito alla sentenza, dovranno essere ora il Gran Consiglio e il plenum dei magistrati a eleggere un Consiglio della magistratura straordinario che si occupi della segnalazione a carico della procuratrice Alfier, nominando rispettivamente quattro membri laici e tre membri togati.

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