Ticino

Risanamento Ipct, i sindacati non esultano

Vpod e Ocst non osteggiano la soluzione di compromesso raggiunta in Gestione, ma fanno capire di preferire il finanziamento diretto

(Ti-Press)
19 ottobre 2021
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«Preferiremmo il messaggio originario del Consiglio di Stato, quello per intenderci che prevedeva un contributo integrativo di 500 milioni di franchi da parte del Cantone. Per noi era la soluzione più solida e chiara». Così il segretario cantonale del sindacato Vpod Raoul Ghisletta che è stato sentito dalla Commissione della gestione del Gran Consiglio sulla proposta di risanamento dell’Istituto di previdenza del Cantone (Ipct). «Non ci metteremo di traverso alla soluzione trovata in seno alla Gestione e fatta propria anche dal Consiglio di Stato», continua ancora Ghisletta. La soluzione a cui fa riferimento il sindacalista e gran consigliere socialista è la cosiddetta ‘Riserva di contributi del datore di lavoro’ (Rcdl) pari a 700 milioni di franchi. Un’operazione che dovrebbe essere neutra per le casse del Cantone in quanto l’anticipo di contributi dovrebbe poi essere remunerato da parte dell’Ipct. I dettagli dovrebbero essere definiti in una Convenzione tra Cantone e Ipct. Il maggior capitale a disposizione dell’Istituto di previdenza dovrebbe essere investito sui mercati finanziari e contribuire sia al risanamento della cassa, sia al rimborso dei contributi. Ed è proprio questa aleatorietà che non convince la Vopd. Lo stesso rapporto complementare al messaggio governativo 7784, del resto, fa notare l’accresciuto rischio di un’esposizione maggiore degli investimenti dell’Ipct in azioni. «Non prendiamo posizione su questa soluzione. Si prenda questa responsabilità il Parlamento. Speriamo davvero che il risanamento lo paghino i mercati finanziari», commenta Ghisletta.

Anche l’Ocst ha una posizione simile. «Non rifiutiamo a priori la soluzione dell’anticipo dei contributi», afferma da parte sua Lorenzo Jelmini. «È una via di compromesso che evita il referendum. Se però non dovesse funzionare, il Consiglio di Stato deve essere pronto a ripresentare la proposta iniziale del finanziamento diretto», aggiunge Jelmini che è anche deputato del Ppd.

«Il rapporto, all’attenzione della sottocommissione finanze, dovrebbe essere pronto entro la fine di novembre in modo da poter essere discusso al massimo entro l’ultima sessione di quest’anno», conferma invece Anna Biscossa, presidente della Commissione della gestione.

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