Ticino

‘I salari sono fondamentali’. ‘Sì, ma non è stato l’unico tema’

Dopo l’incontro a Friburgo tra alcuni studenti ticinesi e una delegazione del Gran Consiglio, la delusione di un partecipante e la replica dei deputati

Arrivi e partenze
(Ti-Press)
13 ottobre 2021
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«Quando ho letto l’intervista che vi ha rilasciato il presidente del Gran Consiglio Nicola Pini per raccontare l’incontro che ha avuto con noi studenti a Friburgo sono rimasto di stucco». Di più: «Leggendo le risposte mi son chiesto se non ha capito ciò che gli abbiamo detto, o ha omesso alcune parti». E scandisce: «Eravamo una trentina noi ragazze e ragazzi, la maggior parte di coloro che hanno preso la parola, me compreso, ha parlato del problema dei salari bassi che vengono offerti ai giovani laureati e generalmente in Ticino. Pini non ne ha fatto una diretta menzione, e la trovo davvero una questione di onestà intellettuale chiedere perché». Matteo ha 25 anni, e l’incontro che ha avuto a Friburgo, dove studia Pedagogia curativa e educazione specializzata, lo considerava «davvero importante». Al punto da chiedersi «come mai un tema così importante per noi giovani, ma non solo, è stato derubricato alla frase che tra le nostre preoccupazioni ci sarebbe anche “evidentemente l’offerta di posti di lavoro all’altezza delle loro aspettative”: una considerazione largamente insufficiente rispetto a quanto emerso». Il motivo è presto detto. Per Matteo «il problema non è solo di posti di lavoro, ma come questi vengono remunerati. È venuto fuori da più e più voci differenti ma non è stato detto nelle risposte che vi ha dato».

Da noi raggiunto per una replica, il presidente del parlamento Nicola Pini si dice «contento che ci sia questo dialogo franco e aperto, anche frutto di percezioni diverse a fronte dei tantissimi temi che abbiamo trattato in così poco tempo». E sul concreto la replica è netta: «Non è assolutamente mia intenzione negare l’importanza del salario. Io da voi intervistato ho parlato chiaramente di “offerta di posti di lavoro all’altezza delle aspettative”, e in questo concetto mi sembra scontato ci sia non solo il fatto di trovare un lavoro adeguato ai loro studi, ma anche il rimarcare l’importanza di un salario dignitoso anche quando si pensa alla qualità della vita delle persone, giovani e non solo». Per sintesi non è stato quindi fatto espressamente riferimento ai salari? «Evidentemente: per posti di lavoro di qualità cosa si intende altrimenti?», risponde Pini. Che aggiunge: «Quello dei posti di lavoro, e della relativa retribuzione, è un tema prioritario, che ho pure citato nel mio intervento introduttivo dell’incontro, ma che non è assolutamente l’unico, né il principale, che è emerso. Molti ragazzi hanno parlato di mobilità, problemi per chi abita nelle valli, accesso alla cultura, biblioteche, qualità della formazione in Ticino, valore dei diplomi e tanto altro ancora». Per questo – annota Pini – abbiamo promosso altre occasioni di incontro, come la prossima a Bellinzona, dove potremo approfondire questi e altri temi con più tempo a disposizione». Ad avere avuto la stessa impressione – sia in merito all’incontro, sia a come è stato riportato da Pini al nostro giornale – sono anche le deputate Gina La Mantia (Ps) e Cristina Gardenghi (Verdi), presenti all’incontro.

«Il tema dei salari a noi interessa e ci sta a cuore, ma non è stato affatto l’unico tema in discussione», sottolinea il deputato leghista Stefano Tonini, anche lui nella delegazione del Gran Consiglio. «Durante la nostra riunione si è parlato anche di trasporto pubblico, dell’Usi, della Supsi, di quanto stiamo facendo per dare la possibilità ai ticinesi di rimanere in Ticino». L’incontro per Tonini è stato «costruttivo e positivo. Ho pochi anni più di loro, sono in Gran Consiglio e cerco di portare anche la loro voce. Il salario è un fattore di preoccupazione, certo. Ma non è che ci hanno detto tutti che non torneranno per questioni di salari: ci sono anche altri motivi come scelte di vita, come trovarsi meglio in una città piuttosto che in un’altra e mille altri fattori».

Lo riconosce Matteo, lo studente ticinese a Friburgo: «Il trasporto pubblico è un grande tema, perché le valli e alcuni comuni del Sopraceneri non hanno ancora un buon collegamento. Anche la scarsità di offerte culturali per noi giovani è un problema e lo abbiamo indicato, perché vorremmo tanto andare al Lac più spesso per esempio, ma con quei prezzi proibitivi – e torniamo al tema salari – non possiamo permettercelo». In più, conclude lo studente, «la questione delle biblioteche è essenziale. Il nostro lavoro adesso è studiare, la speranza è di non trovare più le biblioteche chiuse il sabato pomeriggio e la domenica o, in alcune occasioni, all’ora di pranzo».

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