Ticino

Quando il partenariato sociale è una storia di successo

Un libro ripercorre i primi 60 anni della Commissione paritetica cantonale dell’edilizia, prima istituzione per l’applicazione

Regole chiare sui cantieri
(Ti-Press)
23 settembre 2021
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È uno spaccato della storia economica e sociale del Cantone Ticino quello descritto da Omar Cartulano, giornalista Rsi e storico, nel volume ‘L’unione fa la forza’. Libro pubblicato in occasione dei 60 anni della Commissione paritetica cantonale dell’edilizia e del genio civile. Anniversario caduto in realtà lo scorso anno, ma sottolineato solo oggi per ragioni legate all’epidemia di coronavirus. L’edilizia, settore che contava oltre 17mila addetti nei primi anni 60 (oggi sono poco più di 7mila, ndr), fu il primo a dotarsi di un organo di applicazione del Contratto collettivo di lavoro in cui sedevano sia i rappresentanti delle imprese, sia quelli dei lavoratori. All’epoca (siamo nel 1956) si chiamava commissione professionale e aveva il compito “di vigilare e di provvedere per l’applicazione coscienziosa e scrupolosa del contratto di lavoro e di esaminare e risolvere i problemi inerenti alla professione”. Il 12 luglio del 1960 la commissione prese la forma che conosciamo ancora oggi e assunse il suo primo segretario nella persona di Edy Genini che la diresse fino al 2004. Ed è proprio attingendo alla memoria storica di Genini, che Cartulano ha messo nero su bianco le vicissitudini che hanno contrassegnato questi sei decenni di partenariato sociale. Nel libro è possibile, grazie a dei codici Qr scansionabili con uno smartphone, anche ascoltare le interviste di altri protagonisti – sindacalisti e impresari – di questa istituzione. Istituzione oggi diretta da Alessandro Capelli e che ha ora 16 dipendenti occupandosi, oltre dell’edilizia principale, anche di altri sette rami affini.

L’evento è stato sottolineato con una conferenza pubblica presso l’auditorium di BancaStato a Bellinzona. Tra i relatori, oltre al presidente attuale della Cpc edilizia (questo il nome con cui è conosciuta agli addetti ai lavori) Odis Barbara De Leoni e al vicepresidente Paolo Locatelli, sono intervenuti anche il consigliere di Stato Christian Vitta e il sindaco di Bellinzona Mario Branda.

Vitta ha sottolineato come il partenariato sociale sia importante e non vada banalizzato. «Siamo alla vigilia dell’introduzione del salario minimo la cui legge prevede un’eccezione per i Contratti collettivi e questo perché si è voluto dare molta fiducia al partenariato sociale», ha ricordato il direttore del Dfe. Mario Branda, nel suo saluto, ha ricordato che il lavoro qualifica la persona e stabilisce se «è nel mondo o ne è escluso». Ma a un contratto, «per dargli dignità occorre applicarlo senza sotterfugi e abusi», ha sottolineato il sindaco di Bellinzona.

Ma se oggi si è celebrato un sessantesimo di una comunità contrattuale che pur partendo da posizioni opposte (sono celebri le prove di forza sindacali in occasione dei rinnovi contrattuali, ma anche delle resistenze imprenditoriali, ndr) ha sempre cercato di trovare un accordo e soprattutto di rispettarlo, prendendosi l’onere di sanzionare chi sgarra, nell’aria aleggiano ancora le polemiche di un Ccl – quello delle tre aziende industriali del Mendrisiotto – con salari minimi inferiori a quello legale. Per Odis Barbara De Leoni, impresario costruttore, non ha senso parlare di Ccl quando una delle parti, quella sindacale di TiSin, non è legittimata dai lavoratori. Ancora più duro il sindacalista Paolo Locatelli che parla di “sindacato giallo”, ovvero di sindacato che a parole difende i lavoratori, ma in realtà tiene bordone al padronato.

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