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Giovani e previdenza: meglio iniziare prima dei trent’anni

Per mantenere lo stesso standard di vita durante il pensionamento è importante pensare a un terzo pilastro con largo anticipo

(Depositphotos)

«La previdenza privata diventa sempre più importante soprattutto per le giovani generazioni perché le perdite di reddito future sono importanti», così Michael Imbach, responsabile della succursale di Lugano del VermögensZentrum, azienda che si occupa di gestione e consulenza finanziaria. Nonostante la pensione sia ancora una prospettiva lontana, Imbach non ha dubbi, le giovani generazioni devono iniziare già da subito a fornirsi di un piano previdenziale. Le riforme riguardanti la cassa pensione sono necessarie ma vengono frenate da chi si sta avvicinando all'età pensionabile.

Cosa significa esattamente che le perdite di reddito future sono importanti?

Le faccio un esempio. Nel 2002, dunque più o meno vent’anni fa, una persona di circa 55 anni con un salario lordo annuo pari a 120 mila franchi poteva aspettarsi da Avs e cassa pensione, una rendita di circa 75 mila franchi all’anno. Oggi una persona con queste caratteristiche finanziarie può attendersi circa 60 mila franchi lordi. E questa situazione non sta affatto migliorando.

Per quale motivo?

L’aliquota di conversione della cassa pensione è attualmente del 6.5 percento per la parte obbligatoria. Ma tutti gli esperti concordano nel dire che questa aliquota non è più sostenibile. Dovrebbe scendere, anche a causa dell’aumento della speranza di vita. Quindi, come detto iniziare con la previdenza privata a cinquant’anni non basterà più per avere a 65 ancora lo stesso standard di vita.

Sarebbero dunque necessarie delle riforme?

Chi ha più di cinquant’anni frena su di esse, penalizzando i giovani. Questo perché si preoccupano delle loro rendite che arriveranno tra poco. Quindi secondo noi è fondamentale prendere in mano la propria previdenza privata prima dei trent’anni.

I giovani di oggi pensano alla pensione?

Dipende da persona a persona. Generalmente un giovane di vent’anni è lontano dal prendersi cura del proprio pensionamento. Abbiamo comunque visto giovani aprire un terzo pilastro, ma è un’opzione poco conosciuta in quella fascia d’età. Per questo motivo ci sono diverse banche e assicurazioni che hanno cominciato a fare delle pubblicità. Un esempio è un’applicazione che mostra quanti risparmi si possono avere dopo trent’anni versando una cifra mensile. Insomma, l’offerta c’è, ma la richiesta è ancora poca. Quello che notiamo nei giovani è che il momento in cui cominciano a pensare di risparmiare una quota del loro stipendio è intorno ai 25-26 anni. 

Che tipo di terzo pilastro consiglierebbe a un giovane?

Il terzo pilastro raccoglie tutte le forme della previdenza individuale e anche facoltativa, quindi tra queste figura l’intero patrimonio privato inclusi beni immobili e investimenti. Riguardo alla previdenza facoltativa essa si distingue tra quella vincolata, detta 3a e quella libera, cioè la 3b.Il 3a può essere stipulato da chiunque eserciti un’attività lavorativa. I vantaggi sono principalmente che l’importo versato è deducibile dal reddito imponibile, quindi si può anche risparmiare sulle tasse, il capitale non è soggetto all’imposta sulla sostanza e così anche i profitti generati dagli interessi non sono considerati come reddito imponibile. Dall’altro lato vi è uno svantaggio particolarmente sentito dai giovani, e cioè che la durata del contratto è vincolata. I soldi versati non sono liberamente disponibili, quindi non si può, per esempio, riscattare l’importo per acquistare una macchina o pagare delle vacanze. Si può prelevare da questo fondo solo in caso di acquisto di una casa o per un’attività indipendente. Bisogna dunque essere consapevoli che i soldi versati non saranno a disposizione fino alla pensione, a parte alcune eccezioni.

Il 3b invece dà maggiore libertà?

Proprio così, questo tipo di previdenza non è vincolato al pensionamento. Dunque l’importo è liberamente disponibile. Lo svantaggio è che non sono previste deduzioni fiscali per questi fondi. 

Di prodotti di previdenza ce ne sono molti.

In sintesi c’è una soluzione assicurativa, un conto interessi e le soluzioni in titoli. È importante conoscere le diverse opzioni. Noi sconsigliamo quella assicurativa per i giovani, proprio perché è poco flessibile. A seconda del tipo di polizza stipulata, si rischia di perdere parte dei contributi versati se per qualche motivo non si riesce a pagare il premio o si disdice il contratto prima della scadenza. O anche quando si acquista una casa la soluzione assicurativa non conviene, poiché mentre un conto interessi calcola il saldo del conto totale, con la polizza assicurativa si ottiene solo il valore di riscatto che non è esattamente il saldo.

Ci sono delle polizze assicurative che permettono di congelare il premio per un periodo.

Quelle sono già un’opzione migliore per i giovani. Anche con un conto interessi è possibile costruire un capitale, ma con i tassi attuali molto bassi probabilmente l’effetto degli interessi non esiste più e il capitale cresce quasi unicamente grazie ai versamenti della persona. 

Dunque qual è la soluzione migliore?

Secondo noi è quella degli investimenti in titoli. Questa permette di far crescere il patrimonio. Solitamente quando un giovane decide di risparmiare non avrà bisogno di questi soldi dopo pochi mesi, dunque ha il tempo per far crescere il capitale. Ci sono anche altri prodotti come i piani di risparmio in fondi. Bisogna tenere a mente però che ogni banca o assicurazione ha interesse a vendere i propri prodotti e non è imparziale nel consigliare il giovane cliente. Per questo motivo consiglio sempre ai giovani prima di tutto di capire qual è il loro obiettivo, perché decidono di risparmiare e in secondo luogo di rivolgersi a un consulente che non abbia un conflitto d’interessi. È molto importante poiché dopo non è possibile tornare indietro senza perdere qualcosa. 

 

 

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