Ticino

'Giustizia digitalizzata, implementazione a tappe'

Il progetto nazionale Justitia 4.0 e la piattaforma informatica, il Consiglio di Stato chiede a Berna un periodo transitorio di cinque anni

10 marzo 2021
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Il governo ticinese chiede tempo sull'implementazione della giustizia digitalizzata prefigurata da ’Justitia 4.0', il piano nazionale, che coinvolge Confederazione e Cantoni, per lo scambio elettronico di dati e atti giudiziari fra le parti di un procedimento civile, amministrativo o penale. Esprimendosi sull’avamprogetto di nuova ’Legge federale concernente la piattaforma per la comunicazione elettronica nella giustizia’ messo in consultazione da Berna, il Consiglio di Stato “postula sin d’ora un periodo transitorio di cinque anni per l’entrata in vigore della normativa, così da poter predisporre le necessarie modifiche legislative, operative, procedurali, informatiche, logistiche, formative legate altresì alla ridefinizione dei processi di lavoro, delle funzioni del personale ecc.". Aggiunge Bellinzona: “Reputiamo inoltre che il periodo transitorio possa essere previsto in maniera scaglionata nel tempo per procedura civile, penale e amministrativa”. Così ha scritto di recente il Consiglio di Stato all’indirizzo della consigliera federale Karin Keller-Sutter, titolare del Dipartimento di giustizia e polizia. «Ancora non si sa quando il disegno di legge sulla piattaforma informatica centrale denominata ’justitia.suisse’, che è l’elemento centrale di ’Justitia 4.0', verrà discusso dalle Camere, tuttavia il nostro governo invita già adesso il Consiglio federale ad accordare nel momento in cui fisserà la data di entrata in vigore della normativa, sempre che venga approvata dal parlamento, cinque anni di tempo ai Cantoni per implementare il tutto - spiega alla ’Regione’ Frida Andreotti, direttrice in seno al Dipartimento istituzioni della Divisione giustizia -. Nel periodo indicato si potrebbe procedere a tappe nella digitalizzazione della giustizia, partendo per esempio dal settore penale per passare in seguito a quello civile e infine al settore amministrativo».

Nella presa di posizione inviata a Berna, il Consiglio di Stato ribadisce di essere favorevole "all’introduzione nella giustizia svizzera dell’obbligo della comunicazione per via elettronica”. Una riforma che porterà al rafforzamento della “collaborazione tra i vari attori”, agevolandone "l’operato in termini di accesso alla documentazione, semplificazione nella consultazione e facilitazione nelle ricerche”. Questo, sottolinea il governo ticinese, “a beneficio della celerità dei procedimenti”. Premesso ciò, il progetto ’Justitia 4.0', rileva Bellinzona, "è ambizioso e di non agevole concretizzazione, alla luce dei tanti attori coinvolti e su più livelli istituzionali e non”. Il progetto "richiederà a tutti i partecipanti, in particolare Confederazione e Cantoni, grande impegno” quanto a “risorse umane, logistiche, informatiche” e "più in generale” in termini di “importanti investimenti finanziari”. Insomma, si parla di “un cambiamento legato a un’innovazione tecnologica con considerevoli conseguenze sui processi di lavoro”. Il che inciderà sui tempi di implementazione di ’Justitia 4.0'. Di qui la richiesta, da parte del Consiglio di Stato, di un periodo transitorio di cinque anni.

Andreotti: le scadenze dipenderanno dall'iter politico

«La prevista piattaforma informatica metterà in rete le autorità giudiziarie elvetiche - riprende Andreotti, che nel Comitato di progetto ’Justitia 4.0' rappresenta il Cantone Ticino -. Per magistrati e avvocati il formato cartaceo dei documenti scomparirà. Grazie alla piattaforma le parti di un procedimento potranno consultare gli atti in ogni tempo e da ogni luogo. Cosa che si tradurrà anche in una riduzione delle spese postali e di quelle derivanti oggi dalla stampa e dall’archiviazione dei documenti. Il Comitato di progetto prevede l’introduzione di ’Justitia 4.0' per il 2026. Dipenderà però dall'iter politico. Vedremo». Il Dipartimento istituzioni, ricorda la responsabile della Divisione giustizia, «intende comunque avviare l’anno prossimo un progetto pilota di digitalizzazione, in sintonia con quello federale, di un settore della giustizia ticinese».

Nella missiva al Consiglio federale, l’Esecutivo cantonale chiede inoltre di “inserire nel campo di applicazione” del disegno di legge sulla piattaforma informatica anche le "Autorità di esecuzione delle pene e delle misure” e le "Autorità di conciliazione in materia di locazione”.

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