Ticino

Creato un piano per l'eliminazione della violenza sulle donne

Il collettivo femminista Io l'8 ogni giorno presenta una serie di riflessioni e di proposte concrete

(Ti-Press)
5 marzo 2021
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Libere dalla violenza. Si chiama così il piano d'azione femminista per l'eliminazione della violenza sulle donne presentato oggi dal collettivo Io l'8 ogni giorno. Fra le richieste un numero telefonico per le vittime sempre attivo, un reddito di emergenza e cambiamenti a livello legislativo.

La costruzione del piano è avvenuta grazie a varie discussioni sui temi della violenza domestica, di quella sessuale e delle molestie e abusi sui luoghi di lavoro. “Vogliamo presentare alla popolazione ticinese e alle autorità una serie di riflessioni e di proposte concrete, scaturite da questi mesi di discussione ed elaborazione collettiva”, si legge nel comunicato. “Crediamo che sia urgente che tutti e tutte prendano coscienza dell'importanza di questo problema e della necessità di elaborare delle strategie di prevenzione e di sostegno in grado di cogliere le peculiarità e le complessità della violenza sulle donne e di comprenderne, in particolare, l'aspetto strutturale, ossia il suo profondo radicamento all'interno di un sistema, culturale, sociale ed economico, di tipo patriarcale”.

Primo punto sostenuto dal collettivo è il lavoro di prevenzione e informazione, in seguito viene ritenuto urgente “che tutto il personale che può trovarsi a contatto con le vittime di violenza riceva dell informazioni specifiche su questi temi, per offrire un sostegno adeguato alle donne che si rivolgono a loro e per evitare fenomeni di vittimizzazione secondaria”.

Per facilitare i percorsi di uscita dalla violenza, Io l'8 ogni giorno propone l'introduzione di un numero telefonico sempre raggiungibile gestito da personale qualificato. “Un altro cambiamento di paradigma importante è l'adozione di una politica di sostegno attivo alle vittime, con del personale formato che si occupa di fornire loro tutte le informazioni necessarie e di accompagnarle nelle varie e spesso complesse procedure amministrative e/o giuridiche”. Inoltre si invita a sostenere economicamente le donne che cercano di sottrarsi a situazioni di violenza con un reddito di emergenza. “Sempre in quest'ottica chiediamo anche che lo Stato copra le spese di eventuali procedure giuridiche e dell'interno soggiorno in una casa protetta”.

Sul territorio sono già presenti dei servizi per le vittime, secondo il collettivo femminista è necessario rafforzarli e ampliarli. Come ultimo punto vengono richiesti cambiamenti a livello legislativo “a partire dall'introduzione nel codice penale del concetto di consenso. Un atto sessuale compiuto senza esso da parte di una delle parti è da ritenersi una violenza”. Inoltre “anche la legge sugli stranieri deve essere modificata, secondo le raccomandazioni della Convenzione di Istambul, per garantire una reale protezione alle donne migranti vittime di violenza”.

A livello di molestie sui luoghi di lavoro, il collettivo chede che “siano equiparate alle discriminazioni e valga dunque anche per esse l'alleggerimento dell'onere della prova”. Infine, viene chiesto che “la prassi e l'applicazione delle leggi vigenti per quel che riguarda le separazioni e i divorzi a seguito di violenza domestica debbano prendere maggiormente in conto la protezione della vittima, evitando l'attribuzione dell'autorità parentale congiunta e non sottoponendo la vittima a incontri o mediazioni con l'ex partner violento”, afferma il collettivo ricordando che la lotta contro le violenze sessuali e sessiste dovrebbe diventare una priorità federale, cantonale e comunale, “costruendo una rete di prevenzione, protezione e accompagnamento capillare e diffusa”.

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