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Meno auto nuove sulle strade, onda verde o pochi soldi?

Il balzo avanti di autovetture ibride ed elettriche in Ticino è un ottimo segno ma ci vorranno almeno 20 anni per avere una mobilità elettrica

L'elettrico piace ma ci vuole una maggiore spinta (Keystone)
8 febbraio 2021
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Per chi non ne può di stare in coda c’è una buona notizia. In Ticino circolano meno autovetture, ed è un trend ormai consolidato che si osserva per il terzo anno consecutivo, come ci spiega Riccardo De Gottardi, che per 30 anni si è occupato di pianificazione del territorio e della mobilità al Dipartimento del territorio. La notizia è salutare anche per il clima: migliorerà davvero l’aria che respiriamo? Viene da essere ottimisti, osservando i dati appena pubblicati sulle nuove immatricolazioni nel 2020: un’auto nuova su quattro in Ticino non deve fare il pieno di benzina o diesel, c’è insomma un boom di ibride ed elettriche. Una moda passeggera o un trend consolidato? Nessuno ha la sfera di cristallo, ma l’esperto grazie a una dettagliata radiografia del parco automobilistico ticinese tratteggia qualche tendenza in un cantone multimotorizzato, dove un’economica domestica su tre ha due o più auto. Se l’onda verde dovesse continuare, per De Gottardi, tra 20-25 anni potremmo avere un Ticino con un parco veicoli elettrico. Ma bisogna darsi da fare per implementare il piano di riduzione delle emissioni di CO2. A giugno andremo a votare sulla nuova legge sul CO2, che fissa limiti di emissione più stringenti per ridurre gradualmente il consumo di carburante. Mentre vari settori hanno fatto sforzi per ridurre le emissioni, quello dei trasporti è la pecora nera, che ha marciato sul posto. Il traffico motorizzato individuale mangia il 36% dell’energia finale. Dunque c’è molta strada ancora da fare.

Le cifre appena pubblicate dall’Ufficio federale di statistica sulle nuove immatricolazioni e sul parco veicoli per il 2020 mettono in evidenza alcune tendenze in Ticino: la riduzione di auto e moto immatricolate nel 2020 e il balzo avanti di ibride ed elettriche, anche se benzina e diesel continuano a fare la parte del leone. Cifre sicuramente incoraggianti ma siamo ancora ben lontani da una svolta verde, da un ‘Ticino elettrico’.

Meno residenti, meno soldi e meno auto 

Vediamo nel dettaglio: le nuove immatricolazioni del 2020 calano in Ticino del 21,7% e sul piano nazionale del 23,7%. “In Ticino il numero di automobili diminuisce per il terzo anno consecutivo (dalle 225’337 nel 2017 siamo scesi alle 222’391 del 2020, ossia 2’946 in meno). Sul piano nazionale la crescita è invece continuata, nonostante le minori immatricolazioni del 2020, anche se con tassi ormai inferiori rispetto al passato”, analizza De Gottardi. La pandemia ha sicuramente raggelato la voglia di spendere soldi: “Lo si deduce dalla ben più massiccia riduzione constatata in primavera rispetto al periodo successivo. Molto verosimilmente nei mesi seguenti anche l’aspetto finanziario ha giocato un ruolo inducendo a rinunciare o perlomeno a rinviare l’acquisto di un nuovo veicolo o a non sostituirne uno già disponibile”. Anche motocicli e ciclomotori in circolazione calano: “In Ticino la tendenza è confermata al ribasso per motociclette (-0,8%) e motocicli (-4,8%) mentre in Svizzera l’incremento prosegue per entrambe le categorie”. Forse azzarda l’esperto si iniziano anche a vedere in Ticino i risultati di anni di sensibilizzazione verso una mobilità più pulita, con la promozione delle navette aziendali, dei treni transfrontalieri, il potenziamento dei mezzi pubblici, il car pooling (condivisione di auto private tra più persone) e la promozione della mobilità lenta. “Rimane aperto il quesito a sapere se questa spinta sarà confermata nei prossimi anni, se deriva dalla diminuzione della popolazione residente che si osserva in Ticino dal 2017 o da mutati comportamenti nella mobilità favoriti dallo sviluppo degli spostamenti pedonali e in bicicletta e dalla promozione dei trasporti pubblici oppure ancora dall’incertezza e dalle difficoltà economiche di individui e famiglie”.

Passiamo ora al carburante dalle nuove auto immatricolate lo scorso anno; in Ticino diminuiscono quelle a benzina (- 35,7%) e a diesel (-28,9%), mentre compiono un balzo in avanti ibride (+71%) ed elettriche (+75 per cento).

Un’auto su quattro è verde

“Si ritagliano circa un quarto del totale delle nuove immatricolazioni con una quota del 19,5% rispettivamente del 6%. Nel 2015 insieme non arrivavano al 5% del totale. Non è una completa sorpresa in quanto negli ultimi anni già si erano manifestati segnali di un riorientamento del mercato. A sorprendere ora è tuttavia la velocità che sembra si stia imprimendo alla progressione: la loro incidenza sul totale delle nuove immatricolazioni è raddoppiata rispetto al 2019”. C’è ancora molta strada da fare. “Se osserviamo la composizione del parco automobilistico ticinese secondo il carburante utilizzato si constata che l’incidenza della trazione elettrica sul complesso costituisce ancora una parte del tutto trascurabile. Nel 2020 con 1’689 automobili elettriche raggiunge infatti solo lo 0,8 % del totale; le ibride sono 8’854 e arrivano al 4%. Sul piano nazionale i valori incidentali sono analoghi”.

Se ci poniamo nell’ottica degli obiettivi della strategia energetica 2050 e del Protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di CO2, che postulano l’abbandono delle energie fossili ed emissioni neutre di CO2 entro il 2050, siamo ben lontani dal traguardo e proprio la mobilità è la pecora nera: “In Svizzera circa il 30% delle emissioni di CO2 è generato dal traffico, e in modo particolare dalla circolazione automobilistica. Il traffico motorizzato individuale consuma il 36% dell’energia finale. Mentre a partire dal 1990 si sono registrati significativi successi nella riduzione delle emissioni nel settore industriale, nelle economie domestiche, nell’agricoltura e nei servizi, nel settore dei trasporti si è invece marciato sul posto. L’obiettivo della diminuzione del consumo di carburanti fossili e delle emissioni è ancora lontano. Un aspetto centrale in questa ottica è la promozione di energie alternative. La ricerca scientifica in questa direzione sta profondendo grossi sforzi: per la concezione dei motori elettrici e delle batterie, per lo sviluppo della propulsione a idrogeno e per l’impiego di carburanti sintetici. La situazione è in piena evoluzione”. In questo quadro la stabilizzazione e possibilmente la riduzione del parco automobilistico, soprattutto in un Cantone che vanta una delle maggiori densità rispetto alla popolazione in tutta la Svizzera, è dunque un segnale positivo. Analogamente può essere guardata l’evoluzione per i motocicli e i ciclomotori, peraltro protagonisti di ancora tanti incidenti.

Tutti i nodi dell’elettrico 

L’elettrico è un pilastro centrale della mobilità verde del futuro ma ci sono ancora problemi da risolvere, soprattutto per quanto riguarda ad esempio l’origine della corrente elettrica usata per costruzione, esercizio e produzione dei veicoli; il riciclaggio delle batterie, che contengono metalli pesanti: “I progressi tecnici compiuti in termini di autonomia sono significativi, la diffusione dei punti di rifornimento (a cominciare da quelli a domicilio e sul posto di lavoro) ha preso più slancio, la ricarica è diventata più veloce. I costi si sono ridotti restando tuttavia elevati, senza che peraltro siano stati fugati tutti i dubbi sull’effettiva impronta e compatibilità ecologica dell’intero processo di produzione, esercizio ed evacuazione finale dei veicoli. Se la produzione dell’energia elettrica necessaria avviene attraverso fonti rinnovabili il bilancio sembra comunque volgere al positivo. In Svizzera il ‘mix’ di sorgenti energetiche pulite potenzialmente disponibile appare favorevole”. Tenendo conto dei nuovi gusti verdi degli automobilisti ticinesi e del progresso dell’elettrico che lo rende più accessibile, si può ipotizzare (o forse sognare) di avere un parco veicoli sostenibile tra 20 anni. “Direi che il Ticino potrebbe ambire a un parco veicoli integralmente elettrico attorno al 2045, se si consolidasse la tendenza degli ultimi cinque anni, che evidenzia una crescita esponenziale. Per giungere alla meta non basta tuttavia confermare gli impegni degli ultimi anni ma occorre rafforzarli e completarli con quanto le misure postulate dalla strategia energetica nazionale e dal piano di riduzione delle emissioni di CO2, in cui informazione, ricerca e incentivi per favorire la svolta si affiancano e si completano. La nuova legge sul CO2 ne è una componente a parte intera”.


Riccardo De Gottardi, che per 30 anni si è occupato di pianificazione del territorio e della mobilità al Dipartimento del territorio

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