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Imposte, il lockdown taglia anche le spese professionali

In caso di lavoro da casa o ridotto, nella dichiarazione 2020 non saranno riconosciuti integralmente i costi per i pasti fuori casa e quelle di trasporto

Tra qualche settimana è tempo di dichiarare i redditi 2020 (archivio Ti-Press)
27 gennaio 2021
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Da quando è scoppiata la pandemia di coronavirus molti lavoratori, soprattutto quelli attivi nel settore dei servizi, svolgono l’attività professionale da casa. Tanti altri, invece, si sono trovati in una situazione di lavoro ridotto. Questi scenari comportano ripercussioni concrete anche ai fini della dichiarazione d’imposta per il 2020, l’anno del Covid-19. Per intenderci, le deduzioni per le spese di trasporto dal domicilio al luogo di lavoro e le spese di doppia economia domestica, non saranno riconosciute integralmente. Bisognerà quindi fare molta attenzione alla compilazione dei moduli per dichiarare i redditi – di qualunque fonte e ovunque siano stati conseguiti – del 2020 e il patrimonio, immobiliare e finanziario, ovunque detenuto al 31 dicembre di quell’anno.

«Come Divisione delle contribuzioni ci siamo posti la questione creata dalla pandemia da Covid-19 e, in particolare, della conseguente chiusura di molte attività commerciali e produttive (lavoro ridotto, ndr), nonché del telelavoro. Per questa ragione alla documentazione che verrà inviata ai contribuenti sarà allegato un foglio informativo aggiuntivo che spiegherà come comportarsi», spiega Giordano Macchi, direttore della Divisione delle contribuzioni del Dfe. «Nella maggioranza dei casi – continua Macchi – è plausibile che il forfait di 2’500 franchi per le ‘altre spese professionali’ rappresenterà l’importo massimo deducibile che verrà accordato, mentre le deduzioni per le spese di trasporto e per i pasti saranno ridotte». Questo avrà come conseguenza che a parità di reddito, il carico fiscale potrebbe addirittura risultare leggermente più elevato rispetto all’anno precedente, sempre tenendo conto della situazione personale.

«Le deduzioni delle spese di trasporto dal domicilio al luogo di lavoro effettuate con il veicolo privato e delle spese di doppia economia domestica possono essere fatte valere solamente se la spesa è stata realmente sostenuta e, quindi, unicamente nel caso in cui ci si sia effettivamente recati presso la sede di servizio. Ne consegue che per le giornate in cui il lavoro è stato svolto da casa, o non effettuato affatto (lavoro ridotto, ndr), non è possibile chiedere né la deduzione delle spese di trasporto, né quella relativa ai pasti», precisa il direttore della Divisione delle contribuzioni.

Un esempio per capire

I contribuenti che indicativamente, durante quattro settimane di ‘lockdown’ (20 giorni lavorativi) non hanno lavorato o hanno svolto la loro attività lavorativa da casa dovranno ridurre i giorni lavorativi ai fini del calcolo della deduzione dagli usuali 220 a 200 giorni. Ovviamente per i settori che hanno chiuso più a lungo o che hanno adottato il lavoro ridotto più a lungo, bisognerà calcolare i giorni effettivi di lavoro ai fini della deduzione. Ma non è finita qua. «I contribuenti che hanno lavorato da casa anche dopo il periodo di ‘lockdown’ dovranno ridurre ulteriormente i giorni lavorativi per il calcolo della deduzione», aggiunge Macchi.

E per quanto riguarda le spese sostenute per trasformare un proprio locale di casa in ufficio? Anche in questo caso non saranno riconosciute le spese professionali? «Sono considerate ‘altre spese necessarie per l’esercizio della professione’, e come tali deducibili, quelle sostenute dal contribuente per, ad esempio, l’acquisto di attrezzi e strumenti di lavoro (computer, software, riviste e libri specializzati) e anche l’uso di una camera privata a scopi professionali». «Per l’imposta cantonale la relativa deduzione è ammessa in forma forfettaria nella misura di 2’500 franchi l’anno, mentre per l’imposta federale essa è calcolata in base al 3% del salario netto con un importo massimo», spiega ancora l’esperto. 

Quindi la deduzione forfetaria comprende di fatto già le spese per l’uso di un home office? «Questo importo dovrebbe essere sufficiente nella maggior parte dei casi», afferma Macchi. «I contribuenti possono far valere la deduzione di importi superiori solo se dimostrano – documentandolo – di utilizzare, a titolo principale e regolare, uno specifico locale della loro abitazione a scopi professionali e non privati. Per contro, l’uso occasionale, come avvenuto durante il ‘lockdown’ o regolare, ma a tempo parziale (telelavoro) dell’appartamento privato non può essere considerato come un fattore che genera spese supplementari e non dà quindi diritto ad alcuna ulteriore deduzione rispetto a quella forfetaria. La deduzione è inoltre esclusa se queste spese sono state prese a carico dal datore di lavoro o da terzi», conclude Giordano Macchi.

A ogni modo, per fugare tutti i dubbi relativi alla dichiarazione 2020 (sia per le persone fisiche che per quelle giuridiche), la Divisione delle contribuzioni del Dfe ha preparato, in relazione alle misure fiscali adottate per far fronte alla pandemia da Covid-19, una serie di risposte alle domande più frequenti. Scorrendo il sito www.ti.ch/fisco è possibile trovare circolari e fogli informativi sul tema. 

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