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Massimo Suter: ‘Si chiudano anche i negozi’

Il presidente di GastroTicino richiede un sistema di sostegno ad hoc e la copertura totale degli oneri sociali

Massimo Suter, presidente di GastroTicino
(Ti-Press)
11 gennaio 2021
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«Senza aiuti concreti e immediati i dati peggioreranno in maniera drastica», ci dice il presidente di GastroTicino Massimo Suter in riferimento ai dati di un sondaggio svolto tra i loro associati. Inoltre, invoca un sistema di sostegno ad hoc: «La regolamentazione dei casi di rigore decisa questo autunno dal governo federale non era pensata per una chiusura generalizzata come quella attuale». Riguardo alle realtà che non sono toccate dall’interruzione dell’attività, come per esempio gli alberghi, Suter propone di mantenere la formula dei casi di rigore, ma con una soglia di perdita di cifra d’affari più bassa del 40 percento: «Avere una diminuzione di guadagno in questa percentuale significa comunque fallire».

«A livello di salute pubblica un prolungamento del lockdown per la ristorazione è fondato, ma non è giusto che sia solo il nostro settore a dover pagare dazio», commenta il presidente di GastroTicino. «Se si vuole freno in modo deciso il propagarsi di questo virus bisogna tornare alle chiusure dei servizi non essenziali», afferma.

Per Suter gli aiuti andrebbero visti come un risarcimento danni da parte dello Stato per non aver permesso ai ristoratori di lavorare e per questo motivo guarda in maniera critica alle indennità per lavoro ridotto: «Questo sistema è pensato per situazioni particolari dove un’azienda subisce un sensibile calo di lavoro e per non licenziare richiede al Cantone la disoccupazione parziale. In questo caso è giusto che il datore di lavoro copra il 20 percento degli oneri sociali ai dipendenti. Secondo me non corretto se è stato obbligato dallo Stato a chiudere». Venti percento che comunque non è poco: «Se hai un solo impiegato può essere sopportabile, ma se ne hai alcune decine si parla di migliaia di franchi di costi sul personale che alla fine non sono giustificati». Per questo motivo il presidente di GastroTicino auspica dal governo una copertura del 100 percento degli oneri sociali.

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