Ticino

Tamponi per i viaggiatori: laboratori sotto pressione

Mentre molti si sottopongono ai test Covid per recarsi all'estero, l'Ordine dei medici invoca un semi-lockdown

(ti-press)
18 dicembre 2020
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All’estero solo se negativi, sì ma a che prezzo? Chi desidera sottoporsi al test Covid in assenza di sintomi deve sborsare fino a 200 franchi. Ma non si parla solo di costi economici. Negli ultimi giorni le richieste per effettuare il tampone sono aumentate e i laboratori arrancano. Per una migliore gestione, il Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) chiede a coloro che necessitano di un test per recarsi all’estero, di contattare per tempo la hotline cantonale tramite mail (testcovid@fctsa.ch).

“I laboratori sono sotto pressione, ma riescono ancora a svolgere in tempo utile i test”, ci comunica l’Ufficio del medico cantonale (Umc), secondo il quale la maggiore richiesta non sta aumentando i tempi di attesa per ottenere gli esiti. Inoltre, nei checkpoint è possibile recarsi solo previo appuntamento preso tramite il proprio medico o la hotline.

A livello statistico, l’aumento delle richieste di test per motivi di viaggio è “irrilevante, nonostante sia comunque possibile una piccola variazione”, sostiene l’Umc. Ad aumentare la domanda, il decreto italiano in vigore da inizio dicembre, che per l’ingresso nel Paese esige il certificato di test negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, sia di tipo molecolare (il cosiddetto tampone) o antigenico (test rapido). I costi degli esami, per gli asintomatici che lo richiedono, variano dai 60, per quello rapido, ai 200 franchi, costo massimo per il tampone. “Per le persone che non presentano sintomi, di base, non è raccomandato il test – ricorda l’Umc –. Eccezioni sono date in caso di messaggio da parte dell’app Swisscovid o viaggio all’estero (se richiesto)”. Queste persone possono recarsi presso il proprio medico di famiglia o contattare la hotline cantonale che, a seconda del caso, invierà la persona ai servizi preposti. È invece possibile, solo per i test rapidi, effettuare l’esame in alcune farmacie autorizzate.

In Ticino l’incidenza più alta

La settimana scorsa i casi di coronavirus registrati in Svizzera sono tornati a salire. Mentre alcuni cantoni vedono la loro situazione migliorare, Ticino e San Gallo sono confrontati con un peggioramento. Nel periodo dal 7 al 13 dicembre hanno annunciato 507 infezioni ogni 100mila abitanti. Il Ticino si situa sopra la media nazionale anche per il tasso di positività, che la scorsa settimana era mediamente del 21,5% rispetto al 15,3% della Confederazione.

‘Il tempo è scaduto’

Di fronte a questo aumento, l’assemblea dell’Ordine dei medici del Canton Ticino (Omct) chiede al Consiglio di Stato misure immediate e incisive, senza attendere le decisioni della Confederazione. “In Ticino abbiamo avuto in media 55 morti ogni sette giorni nell’ultimo mese”, scrive il presidente dell’Omct Franco Denti. “È come se ogni settimana un intero bus non facesse più ritorno a casa!”, continua e afferma che i provvedimenti più efficaci per abbassare la curva del contagio sono quelli adottati in novembre dalla Romandia, che comprendono la chiusura di bar e ristoranti. “Ogni minuto, ogni scelta politica e ogni singolo comportamento conta – prosegue Denti – e può essere determinante per scongiurare il peggio e permettere al personale sanitario di continuare a prendersi cura in modo ottimale di tutti gli ammalati del nostro cantone, Covid e non”. Per gli oltre ottanta medici riunitisi mercoledì per l’assemblea, “il tributo di vite umane giornaliere pagate al Covid non è accettabile” e “il tempo è scaduto”.

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