Ticino

‘Quello del docente è un ruolo da rivalutare’

Il sindacato di categoria Ocst chiede al governo un'indagine sulle condizioni lavorative degli insegnanti

(ti-press)
9 dicembre 2020
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Una professione poco attraente, sembra, ma necessaria. I docenti in Ticino scarseggiano ed è per questo che sono stati abbassati i requisiti di ammissione alla formazione per diventare insegnanti. Per chi invece già lavora, il Covid-19, con annessa scuola a distanza, ha reso il lavoro spesso più difficile e stressante. Fattori, questi citati, pieni di criticità per il sindacato Ocst–Docenti, che durante l’assemblea ordinaria di ieri ha esposto la sua richiesta con una risoluzione all’indirizzo al Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs): “Conoscere meglio, tramite un’indagine che coinvolga i sindacati, le effettive condizioni lavorative degli insegnanti, per tutelarne la salute e promuoverne le potenzialità alla ricerca di un’organizzazione del lavoro e delle risorse che sia il più coerente con un ruolo educativo chiaro, sostenibile e condiviso”. Secondo il sindacato infatti, non è presente una visione del docente solida e condivisa da tutte le parti coinvolte. Non solo però la figura d'insegnante pare essere sfocata, “ma anche la definizione dei contenuti e dei metodi d'insegnamento, nonché di altri ruoli istituzionali, non si pongono come un terreno solido e stabile su cui gli insegnanti possano muoversi con la dovuta sicurezza e tranquillità”, ha spiegato il presidente del sindacato Ocst-Docenti Gianluca D’Ettorre.

A mettere in discussione alcuni aspetti della professione, anche il ricorso all’insegnamento a distanza che “ha inciso sulla quotidianità e sul rapporto tra allievo e docente”, ha affermato il presidente dell’Ocst-Docenti continuando con una riflessione riguardo alla possibilità di direttori e genitori di assistere alle lezioni e di visionare i sussidi didattici. Questo “alimenta la crescita di richieste puntuali e specifiche da parte di genitori, direttori o colleghi, aggiungendo nuovi oneri”. L’indagine della Supsi–Dfa sull’insegnamento durante la prima ondata del Covid-19, ha infatti confermato che la maggior parte dei docenti ha percepito un maggior carico di lavoro con la scuola parzialmente o totalmente a distanza, rispetto a quella in presenza.

Sempre meno gli uomini in cattedra

La riduzione dell’attrattiva della professione è più marcata per il genere maschile, come rilevato dall’ultimo progetto di monitoraggio della scuola ticinese ‘Scuola a tutto campo’. Negli ultimi due anni, ha ricordato D’Ettore, è stato difficile “assumere insegnanti idonei per tedesco, francese, geografia e latino nelle scuole medie; una carenza di docenti di tedesco così grave da riscontrarsi anche nelle scuole medie superiori”. Inoltre nel 2019 si è registrata una scarsa reperibilità di insegnanti di scuola dell’infanzia e nel 2020 per le scuole elementari. Problema che “non pare risolversi in tempi brevi”.

Secondo D’Ettorre, l’assenza di uno sgravio lavorativo per i docenti più anziani, ha conseguenze sull’apprezzamento della professione. Uno studio del 2019 commissionato dall'Associazione dei docenti della Svizzera tedesca (Lch), indica che circa un quinto degli insegnanti decide di ridurre il proprio grado di lavoro nel corso degli anni per sostenere l’onere lavorativo e secondo lo studio ‘Scuola a tutto campo’ il pensionamento avviene circa tre anni prima del tempo. 

Per far fronte alla penuria di docenti, il Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa) della Supsi ha recentemente abbassato i requisiti per candidarsi alla preparazione per diventare insegnanti. Dal prossimo anno, infatti, possono essere ammesse persone in possesso di un attestato federale di capacità triennale, che hanno più di trent’anni e che hanno lavorato almeno tre anni a tempo pieno nell’arco della propria vita. Prima, invece, era necessario aver conseguito una maturità liceale o un altro titolo superiore, come una maturità specializzata o professionale o un bachelor. Per D’Ettorre, queste misure scaturiscono “da una prospettiva che privilegia la dimensione del reperimento del personale sull’aspetto della qualità delle competenze nella materia da insegnare”.

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