Ticino

Chiamate indesiderate, filtro obbligatorio dal 1° luglio

In seguito alle nuove disposizioni federali le tariffe roaming saranno più convenienti e vi sarà più trasparenza sulla velocità di connessione a internet

Molte persone ricevono ancora telefonate moleste (Keystone)
26 novembre 2020
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Oltre 250mila telefonate bloccate ogni giorno. I filtri contro le chiamate pubblicitarie indesiderate messi attualmente a disposizione da Swisscom e Sunrise sembrano funzionare: negli ultimi anni le cosiddette telefonate moleste sono diminuite, così come le segnalazioni ricevute dalle associazioni dei consumatori elvetiche. In futuro la situazione dovrebbe ulteriormente migliorare, visto che a partire dal 1° luglio 2021 tutti gli operatori saranno obbligati a introdurre questi filtri. L’anno prossimo entrerà infatti in vigore la nuova legge sulle telecomunicazioni (la revisione parziale è stata adottata dal parlamento federale nel marzo del 2019) e le rispettive ordinanze di applicazione. Queste ultime prevedono anche un miglioramento nell’ambito del roaming (tariffe all’estero) e della velocità di connessione a internet. “Altre novità positive sono l’iscrizione nella legge del concetto di neutralità della rete, il miglioramento della lotta agli abusi in materia di numeri con sovrattasse e una maggior protezione dei minorenni contro i contenuti a pagamento non richiesti e contro la pedopornografia”, si legge in un comunicato diffuso recentemente dall’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (Acsi).

Circa 700 segnalazioni alle associazioni dei consumatori

Attualmente tutti coloro che non vogliono ricevere telefonate pubblicitarie possono chiedere che il proprio nome nell’elenco telefonico sia seguito da un asterisco. «Da gennaio a novembre di quest’anno, le tre associazioni svizzere dei consumatori hanno ricevuto circa 700 segnalazioni di chiamate che non rispettavano l’asterisco», afferma Laura Regazzoni Meli, segretaria generale dell’Acsi, a ‘laRegione’. Chi continua a ricevere telefonate indesiderate malgrado l’asterisco lo può dunque segnalare o all’Acsi o direttamente alla Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Nel 2019 la Seco ha ricevuto 13’518 segnalazioni di pratiche commerciali sleali. E la grande maggioranza (11’162) riguardavano proprio telefonate indesiderate. “In 9’566 casi, le persone interessate hanno ricevuto una chiamata pubblicitaria nonostante l’asterisco riportato nell’elenco telefonico”, si legge nell’edizione dello scorso maggio della rivista ‘La Vie économique’. La tendenza è comunque al ribasso (15% di segnalazioni in meno rispetto al 2018) e ciò si spiega – secondo la Seco, ma anche stando all’Acsi – con l’introduzione da parte di Swisscom (a fine 2017) e Sunrise (nel 2019) di cosiddetti ‘Call filter’. In ogni caso, in base alle segnalazioni che riceve, la Seco valuta se sporgere denuncia presso il ministero pubblico cantonale competente. Il mancato rispetto dell’asterisco può infatti essere punito per infrazione alla legge federale contro la concorrenza sleale. L’anno scorso la Seco ha avvertito 50 società e sporto 17 denunce penali.

I casi più frequenti riguardano le casse malati

Anche se in diminuzione, quello delle telefonate pubblicitarie indesiderate è per il momento un fenomeno ancora presente. Concretamente, «i casi più frequenti riguardano le assicurazioni malattia. Ci vengono anche segnalati casi di telefonate indesiderate nelle quali si cerca di vendere vino, olio o cosmetici», precisa Regazzoni Meli. Per quanto riguarda le assicurazioni malattia, alla fine dello scorso gennaio le due associazioni di categoria Curafutura e Santésuisse hanno firmato un accordo settoriale nel quale si impegnano, tra l’altro, a rinunciare, su base volontaria, al cosiddetto telemarketing a freddo, “ovvero le chiamate a potenziali clienti con i quali non c’è stato ancora alcun contatto”, si legge in una nota dello scorso agosto di Comparis. Potranno essere contattati a scopo pubblicitario “soltanto i clienti, gli ex clienti e le persone interessate che hanno dato in precedenza il loro consenso”. L’accordo entrerà in vigore il 1° gennaio 2021 e in futuro potrebbe essere incluso nella revisione parziale della legge sulla sorveglianza degli assicuratori. Il relativo messaggio del Consiglio federale è infatti stato trasmesso in ottobre al parlamento, che probabilmente discuterà anche di questo aspetto, valutando se sia il caso di introdurre tale divieto per tutte le casse malati.

‘Importante segnalare’

I Call filter potrebbero in ogni caso risolvere il problema a monte, visto che si dovrebbero ricevere significativamente meno chiamate indesiderate. Per far sì che questi filtri funzionino al meglio è però “importantissimo” segnalare i numeri di telefono a origine di telefonate moleste, così da “poter aggiornare continuamente la banca dati”, afferma da noi contattata per iscrittoSéverine de Rougemont in una email, precisando che “negli ultimi 12 mesi abbiamo bloccato una media di 60mila chiamate al giorno”. Questo servizio è gratuito e non richiede “alcuna azione da parte del cliente”.

Tariffe roaming più convenienti

Oltre all’obbligo da parte degli operatori di mettere a disposizione questi filtri, dal prossimo 1° luglio entreranno in vigore altre disposizioni «importanti per i consumatori», sottolinea Ivan Campari dell’Acsi. Per quanto riguarda il roaming, «le tariffe scenderanno», grazie a una fatturazione più corretta» (non più al minuto, ma al secondo). Inoltre, «le compagnie dovranno informare in modo più chiaro i consumatori in merito ai costi di roaming e saranno anche tenute a mettere loro a disposizione strumenti per contenerli, come la possibilità di impostare un limite di spesa». A ciò va poi aggiunto che i pacchetti di dati roaming (per navigare su internet all’estero) «dovrebbero rimanere validi per almeno 12 mesi», aggiunge Regazzoni Meli. «Vi sono infatti stati casi nei quali questi pacchetti sono scaduti dopo pochi mesi senza che il consumatore abbia utilizzato tutti i dati a disposizione». Un altro passo avanti riguarda la velocità di connessione a internet: stando all’Acsi, “non di rado vengono attualmente sbandierate connessioni superveloci che non corrispondono alla realtà”. Questo dovrebbe dunque cambiare grazie a una maggiore trasparenza anche in quest’ambito.

Se da un lato queste nuove norme garantiranno una migliore protezione dei consumatori, dall’altro vi sono ancora problemi irrisolti, come i cambiamenti di abbonamento non richiesti. «Da qualche anno succede che le compagnie contattano il cliente informandolo del fatto che può cambiare l’abbonamento (più dati, velocità di connessione migliorata) pagando di più», rileva Campari. «Agiscono, però, secondo la regola del ‘chi tace acconsente’: è il consumatore che deve rifiutare la modifica. Se non dice nulla la modifica verrà introdotta automaticamente. Per noi si tratta di una pratica discutibile, in particolare quando la comunicazione viene eseguita per email».

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