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Ecco come si preparano gli ospedali all'aumento dei casi

In una prima fase sono previsti fino a 61 letti di cure intense e 220 di reparto presso l'ospedale La Carità di Locarno e la Clinica luganese Moncucco

'Il dispositivo sanitario è pronto' (Ti-Press)
21 ottobre 2020
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Numero dei contagi da coronavirus in netto aumento: oggi in Ticino si sono registrati 255 nuovi casi. Era da fine marzo che non si superavano i 250 contagi. Oltre ai numeri assoluti, qualche indicazione in più sull’evoluzione della pandemia lo fornisce il tasso di positività che lunedì scorso si attestava al 22%, mentre negli ultimi 14 giorni al 12%. Oggi sono inoltre state segnalate anche sette nuove ospedalizzazioni. In totale nei nosocomi di riferimento Covid-19 (l’ospedale La Carità di Locarno e la Clinica luganese Moncucco) si trovano 35 pazienti, di cui 3 in cure intense e due ventilati. Questi numeri verosimilmente aumenteranno ancora. Di quanto «dipende da noi», ha affermato oggi in conferenza stampa a Bellinzona Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento sanità e socialità, che assieme al presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, al direttore del Dipartimento dell’educazione Manuele Bertoli e al medico cantonale Giorgio Merlani, ha lanciato il nuovo slogan della campagna di sensibilizzazione che recita ‘Le scelte giuste ci proteggono’.

In ogni caso in Ticino «il dispositivo sanitario è pronto», ha rassicurato De Rosa. Un dispositivo che prevede due fasi: nella prima l’ospedale La Carità e la clinica Moncucco possono aumentare la capienza per pazienti Covid di 7 letti di cure intense e 20 di reparto ogni 48 ore, fino a un massimo di 42 letti per la terapia intensiva e 120 di reparto a Locarno e di 19 letti di cure intense e 100 di reparto a Lugano. Inoltre, alla Carità è possibile un aumento di 4 letti ogni 48 ore per pazienti intubati attraverso la trachea fino a un massimo di 20. Iin questa fase anche il Cardiocentro Ticino è tenuto a mettere a disposizione 7 letti di cure intense. «Nel momento in cui il tasso di occupazione dei letti di reparto si avvicina al 70%» scatterà la fase due che prevede il supporto dell’Ospedale italiano di Lugano e di quello di Faido: metteranno a disposizione progressivamente dieci letti di reparto ogni 72 ore fino a un massimo di 50 a Lugano e 70 a Faido. Inoltre, a seconda della necessità, è previsto anche il supporto dell’Ospedale Malcantonese di Castelrotto, della clinica di riabilitazione di Novaggio e della clinica Hildebrand di Brissago. Se poi nella prima fase ci si avvicina a un tasso di occupazione dei letti in cure intense del 50%, il Cantone può limitare o sospendere gli esami e i trattamenti non urgenti nelle strutture Covid. Ovvero quello che era già successo durante la prima ondata, ma su indicazione della Confederazione.

«I numeri cresceranno ancora, ma dobbiamo agire ora per poi vedere i risultati del nostro impegno fra un paio di settimane», ha affermato De Rosa. Ma come agire? Dobbiamo «evitare i luoghi affollati, mantenere le distanze, portare la mascherina quando non si può stare lontani, stare a casa se si hanno sintomi e applicare scrupolosamente l’igiene delle mani». E magari non fare «tre cene con gli amici in una settimana, ma limitarsi a farne una», ha aggiunto Giorgio Merlani, ribadendo che con l’aumento dei casi «il contact tracing è in difficoltà». Insomma, «la situazione è seria, ma non fuori controllo», ha detto da parte sua Norman Gobbi. Questa crisi «è una maratona: il virus ci accompagnerà ancora per molto tempo». Una maratona che per Manuele Bertoli è arrivata a «un quinto» nell'ambito della scuola. In ogni caso, attualmente, «i piani di protezione funzionano», anche perché il virus entra negli istituti dall’esterno e quindi «la scuola non è un luogo di contagio».

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