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'Serve più trasparenza' sui premi di cassa malati

Abbiamo discusso dell'aumento in Ticino dei premi con l'esperto Carlo De Pietro (Supsi): 'Non abbiamo a disposizione i dati necessari per valutare'

Ridurre le riserve? Sarebbe solo un 'cerotto' (Ti-Press)
23 settembre 2020
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«Serve più trasparenza». Secondo Carlo De Pietro, esperto di politica sanitaria alla Supsi, è ciò che permetterebbe di capire meglio il motivo dell’ennesimo aumento dei premi di cassa malati annunciato martedì. Un incremento che è molto difficile da spiegare con i dati disponibili attualmente e che quindi genera un sentimento di frustrazione non solo nella classe politica (il Consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha definito l’aumento «ingiusto e ingiustificato»), ma ovviamente anche nella popolazione. Una riduzione delle riserve delle casse malati potrebbe mantenere stabili i premi per alcuni anni. Tuttavia, non risolverebbe il problema alla radice. Secondo De Pietro è soprattutto necessario intervenire sui costi del sistema sanitario.

Professor De Pietro, L’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) ha giustificato l’aumento del 2,1% in Ticino (il più marcato in tutta la Svizzera) con il fatto che i premi pagati non hanno coperto i costi. Si tratta di una motivazione ragionevole?

Oggettivamente non mi è sembrata una risposta precisa e articolata. In realtà il problema è che non abbiamo a disposizione i dati necessari per spiegare tale aumento. In assenza di queste informazioni, i commenti che vengono fatti in seguito sono qualitativi e speculativi. Alcuni sono però anche ragionevoli, come il fatto che l’entità delle riserve degli assicuratori rende poco comprensibile il dover ogni anno aumentare i premi. Tuttavia, non disponiamo di informazioni precise sulle riserve. E questo è un problema dal punto di vista della chiarezza delle informazioni.

L’Ufficio federale della sanità pubblica ha corretto al rialzo l’aumento dei premi proposto dalle casse malati (dall’1,7% al 2,1%). Come se lo spiega? Non poteva essere compensato con le riserve?

Forse la legge attuale è un po’ troppo prudente, ma anche in questo caso non ho informazioni che possono spiegare tale rialzo, che sinceramente non comprendo. E le spiegazioni date da Berna non mi sembravano né convinte, né convincenti. A ciò va poi aggiunto che Curafutura [un’associazione di casse malati, ndr.] ha ribadito che i propri associati erano favorevoli a ridurre le riserve. Insomma anche in questo caso la questione non è chiara.

Ma ridurre le riserve è veramente una soluzione?

Tutti hanno detto che si tratta di un cerotto: per alcuni anni può servire a mantenere i premi costanti, ma se la spesa sanitaria continua ad aumentare, il sistema in generale continuerà a essere sotto pressione. Ricordo inoltre che attualmente le casse malati possono ridurre le riserve, ma non sono obbligate a farlo [un’iniziativa cantonale del Ticino attualmente pendente a Berna intende proprio obbligare gli assicuratori a ridurre le riserve eccessive, ndr].

I ticinesi sono ovviamente scontenti. Quale fascia della popolazione è più colpita?

L’aumento del 2,1%, a regole non modificate, va in particolare a colpire molte famiglie con un reddito medio-basso che quest’anno magari hanno anche lavorato a tempo ridotto a causa della pandemia di coronavirus. Famiglie che per poco non hanno accesso ai sussidi per pagare i premi. A tale proposito, ricordo che per concedere tale aiuto il Cantone si basa normalmente sull’ultima tassazione passata in giudicato, ma se in seguito la famiglia ha avuto un peggioramento delle proprie condizioni economiche, si possono far valere queste informazioni per ottenere un sussidio.

Parlando di sussidi, il Partito socialista svizzero chiede con un’iniziativa popolare di limitare i premi al 10% del reddito di un’economia domestica. Cosa ne pensa?

Visto che i premi aumentano più del reddito disponibile, un numero maggiore di persone otterrà un importo maggiore di sussidio. Il Ps ha optato per questa soluzione perché in passato non è mai riuscito a far passare l’idea di una cassa malati unica. Ma avere un sistema in cui sempre più famiglie ottengono sussidi sempre più alti, significa indebolire e svuotare progressivamente di senso il sistema di assicurazione malattia adottato nel nostro paese, basato su molte casse e sulle persone che scelgono in base a modello di assicurazione, franchigia, servizio offerto e importo del premio.

Per la fissazione dei premi, l’Ufsp ha tenuto conto troppo poco degli effetti economici e sociali della pandemia di coronavirus sulla popolazione?

Direi di sì. Ad esempio, buona parte del fatturato perso dagli ospedali nei primi mesi di quest'anno non lo recupereranno. Tuttavia, a causa dell’incertezza, sembrerebbe che l’Ufsp abbia voluto non tener conto degli effetti della pandemia. Personalmente per quest’anno mi aspettavo che i premi rimanessero almeno invariati, se non ridotti per alcune casse. Siamo stati tutti sorpresi.

Ma come vengono fissati esattamente i premi?

Per calcolare i premi dell’anno successivo non si tengono solamente in considerazione le previsioni sull’evoluzione dei costi di quell’anno, ma anche le riserve accumulate negli anni precedenti. Anche per questo è difficile spiegare l’aumento avvenuto quest’anno.

Il Consiglio federale mette l’accento sui costi della salute. Nel secondo pacchetto di misure attualmente in consultazione è ad esempio previsto un tetto massimo per l’aumento della spesa. Spesa che il Ppd, con un’iniziativa popolare, intende limitare introducendo un meccanismo secondo il quale i costi non devono aumentare più dell’andamento economico e dei salari medi. È quello che serve?

Sì, dobbiamo tutti impegnarci per tenere sotto controllo l’aumento della spesa sanitaria complessiva. E per farlo, tutto fa brodo. Bisogna intervenire cioè con tutti gli strumenti a disposizione. In diversi sistemi sanitari la definizione di tetti massimi ha effettivamente frenato l’aumento della spesa, anche se in genere il prezzo da pagare è di aumentare l’incertezza economica per gli operatori sanitari, dal momento che l’ultima parola su tariffe e rimborsi è detta soltanto a fine anno.

Cosa pensa invece sull’iniziativa del gruppo Udc in Gran Consiglio che chiede il raddoppio delle soglie di deducibilità fiscale dei premi di cassa malati?

Non conosco i contenuti dell’iniziativa, ma è chiaro che la deducibilità beneficia soprattutto chi ha aliquote fiscali maggiori, cioè i redditi elevati, mentre dà benefici minori alla classe media e non ha alcun effetto sulle famiglie con redditi più bassi. Inoltre le soglie di deducibilità attuali sono già più alte di gran parte dei premi LAMal pagati dai ticinesi. Se vogliamo alzare la soglia di deducibilità per comprendere anche le coperture con modello ordinario, franchigia base e infortuni, allora aumentiamola di 1'000 o 1'500 franchi, ma non vedo l’opportunità di raddoppiarla.

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