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'Lega identitaria, non a rimorchio dell'Udc'

Chiesa verso la presidenza democentrista, Foletti:'Area di destra rafforzata'. Quadri: 'Il nostro futuro dipende solo da noi'. Censi: 'Occhio alla nostra storia'

8 agosto 2020
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Il dialogo con i leghisti? “Ero già un loro interlocutore, a maggior ragione lo sarò come presidente. Ci sono e ci saranno moltissimi temi sui quali lavoreremo insieme”. Parole di Marco Chiesa, che il consigliere agli Stati ticinese ha consegnato alla ’Regione’ il giorno (30 luglio) in cui la commissione ’Cerca’ del partito lo ha candidato, quale unico papabile, alla guida dei democentristi svizzeri. Mentre si attende il verdetto definitivo dell’assemblea dei delegati, sabato 22 a Brugg, sulla successione di Albert Rösti, in Ticino ci si interroga sui rapporti tra la Lega e i democentristi cantonali, nonostante le dichiarazioni rassicuranti del presidente in pectore dell’Udc nazionale. Alle elezioni federali dello scorso autunno a trarre beneficio dall’alleanza con la Lega dei Ticinesi è stato il partito diretto da Piero Marchesi: la prima ha perso un seggio alla Camera del popolo, dove l’Udc di casa nostra è entrata proprio con Marchesi, sbarcando inoltre, per la prima volta, agli Stati con Chiesa. Prima delle federali, le cantonali: nell’aprile 2019 in Gran Consiglio il movimento fondato da Giuliano Bignasca ha mollato quattro poltrone, l’Udc invece ne ha guadagnate due. La Lega rischia di venir fagocitata da un’Unione democratica di centro in crescita di consensi a destra e con un proprio rappresentante che si appresta a prendere le redini del partito svizzero, potendo così dettare anche le condizioni della collaborazione con il movimento di via Monte Boglia? «Che possa esserci un’erosione, comunque contenuta, di consensi verso l’Udc sì, mentre escludo che la Lega possa venir assorbita dall’Udc - dice Michele Foletti, deputato leghista di lungo corso al parlamento cantonale e municipale a Lugano -. Oltre a ricordare che Chiesa è anche il nostro senatore, dato che è stato eletto brillantemente agli Stati grazie e soprattutto alla Lega, voglio fare un discorso di area in particolare a livello di politica federale. Anche per questo noi e i democentristi ci siamo presentati per la Camera dei Cantoni con la doppia candidatura e l’accordo che chi dei due aspiranti avesse fatto più voti al primo turno, sarebbe stato sostenuto nel secondo da entrambi i partiti. Quest’area di destra, nella quale anche noi ci riconosciamo, credo che verrà ulteriormente rafforzata con Marco Chiesa presidente dell’Udc nazionale. Un presidente che, ne sono convinto, si batterà anche per gli interessi dell’intero cantone». Foletti insiste sul concetto di area pensando pure al prossimo rinnovo dei poteri locali: «In molti Comuni - ricorda il capogruppo in Gran Consiglio - Lega e Udc collaborano da tempo e bene». Quali saranno i risultati delle alleanze lo si vedrà alle comunali dell’aprile 2021. Intanto alle ultime elezioni cantonali il movimento di via Monte Boglia è andato indietro, mentre l’Udc avanti. «Vero, ma c’è stata una frammentazione dei voti che ha penalizzato i grandi partiti, dunque non solo il nostro, e premiato le piccole formazioni», rileva Foletti. Sta di fatto che in termini di consensi la Lega ha conosciuto tempi migliori. «Abbiamo cominciato un percorso di rinnovamento che si è però interrotto a causa della pandemia, ma che riprenderemo non appena potremo tornare a fare quello che per noi è fisiologico: incontrarci fisicamente con la base, e quindi anche con municipali e consiglieri comunali, con le persone cioè che operano politicamente sul territorio e che toccano con mano i problemi dei cittadini». Un processo di rinnovamento che passa anche dalla leadership. «Una soluzione potrebbe essere una gestione del movimento anche a tre, quattro con un coordinatore. Vedremo. Di sicuro non ci sarà quello che all’esterno veniva definito un ’padre padrone’». Programmi. «Continueremo a guardare anche al sociale».

’Senza i nostri temi, non esisteremmo più'

«L’andamento della Lega non dipende da quello dell’Udc, siamo noi che dobbiamo correggere il nostro percorso. Se perderemo o guadagneremo consensi sarà merito o demerito nostro», così il consigliere nazionale e municipale di Lugano Lorenzo Quadri, che sui rapporti di forza con i democentristi aggiunge: «Consideriamo l’Udc un partito alleato, ma noi dobbiamo consolidare la nostra base e il nostro consenso. In un discorso di area di destra che deve crescere, ma occorre che crescano entrambe le componenti: non una sola a scapito dell’altra, sennò il bilancio resta uguale». E se per Quadri una presidenza ticinese dell’Udc nazionale non è garanzia di miglioramento a livello cantonale - «quando Fulvio Pelli è diventato presidente del Plr, in Ticino hanno cominciato a perdere» punge serafico - la musica cambia in ottica 27 settembre. Quando si voterà l’iniziativa democentrista contro l’Accordo di libera circolazione: «Sicuramente un presidente che arriva dal Ticino, regione assai toccata dagli aspetti negativi della libera circolazione, potrebbe dar maggior slancio alla campagna». L’iniziativa «è la madre di tutte le battaglie per l’Udc come per noi, ed entrambi daremo il massimo con o senza un ticinese alla loro testa».

«La Lega deve ricordarsi da dove arriva, perché è nata e cosa vuole portare avanti. Se ci riducessimo a seguire solo i temi nazionali portati dall’Udc non avremmo più ragione di esistere: casse malati, sgravi fiscali, lotta alla burocrazia e libertà personali sono nostri temi cardine, solo per citarne alcuni, non dobbiamo perderli di vista e tirare in goal». È in trincea il granconsigliere e consigliere comunale a Lugano Andrea Censi, che in merito alla futura presidenza dell’Udc di Chiesa osserva, sulla stessa lunghezza d’onda di Foletti, come «per l’area può essere una cosa positiva e lo sarà anche per il Ticino, se riuscirà a portare le sensibilità del nostro cantone anche in seno al partito di maggioranza relativa a livello federale. Non solo in vista della votazione sulla libera circolazione, ma anche per i rapporti con gli altri cantoni e la possibilità di essere più influenti». Ma di puntini sulle i Censi ne mette più di uno, perché «Lega e Udc sono partiti distinti, con una base completamente diversa e con una storia diversa». ll movimento di via Monte Boglia «ha diverse anime al suo interno, e non deve dimenticare che ha aspetti liberali e libertari che ci contraddistinguono da un’Udc che ha posizioni più conservatrici». Aspetti libertari e qui viene in mente la 'Carovana della libertà'... altri tempi, quelli del Nano. E anche l’anima sociale è da recuperare? «Non l’abbiamo mai dimenticata», assicura il giovane deputato. Che puntualizza: «Io mi riconosco in una Lega movimentista e libertaria, a prescindere dall’andamento degli altri partiti il continuare a portare avanti questi temi sarà fondamentale per l’esistenza stessa della Lega nei prossimi anni». Recuperando così un elettorato che negli ultimi appuntamenti o non ha votato o si è diretto verso altri lidi. Ed è successo, secondo Censi, «per errori che possiamo aver commesso e che richiederanno un’analisi di coscienza politica».

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