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Dal Libor al Saron, il futuro delle ipoteche

Dal 2021 i tassi d'interesse indicizzati al mercato monetario cambiano nome e modalità di calcolo

Il sogno della casa (foto Ti-Press)

Era l’estate del 2012 quando emerse uno degli scandali finanziari più importanti degli ultimi decenni. Il mondo era ancora alle prese con i postumi della crisi economica scatenata con il crollo della finanza globale del 2008. In quegli anni l’opinione pubblica venne a sapere che una dozzina di banche - il gotha finanziario internazionale - si erano sistematicamente messe d’accordo per fissare a loro vantaggio il tasso d’interesse noto come Libor (acronimo inglese di London Interbank Offered Rate). Un tasso utilizzato, quest’ultimo, utilizzato come riferimento per prestiti e altri strumenti finanziari espressi in una dozzina di valute (dal dollaro, all’euro passando dal franco svizzero alla sterlina e allo yen).
Indizi su possibili manipolazioni erano emersi già nel 2007, ma le autorità di vigilanza finanziaria non diedero seguito a quanto suggerito dalla Federal Reserve a seguito di una soffiata da parte di un dipendente - un ‘whistleblower’, diremmo oggi - di Barclay’s, la banca inglese da cui ebbe poi origine lo scandalo cinque anni dopo. “Il Libor non è realistico e non riflette il costo reale dei finanziamenti”, scriveva l’anonimo banchiere alla Fed annunciando che Barclay’s aveva iniziato a manipolare il Libor “per adeguarsi a quello che facevano tutti gli altri”. Insomma, l’andazzo era noto ma fu solo con lo scoppio dello scandalo che si è deciso di eliminare il Libor dal sistema monetario internazionale e sostituirlo con altri tassi di interesse a seconda delle diverse aree geografiche. Un processo di transizione che durerà fino a tutto il 2021.

Al picco del suo utilizzo, il Libor era usato anche come indicatore per misurare lo stato di salute del sistema finanziario globale: un tasso interbancario elevato per la concessione dei prestiti implicava scarsa fiducia nelle possibilità della banca di ripagare il prestito. Proprio per questa ragione le banche - durante la crisi finanziaria del 2008-2009 - tendevano a sottostimare i loro costi reali di finanziamento per limitare le voci sui loro problemi di liquidità. Come scritto, furono una dozzina le banche coinvolte, tra cui oltre a Barclay’s c’erano Citigroup, Ubs e Deutsche Bank, per citare le più note. A seconda del grado di responsabilità e collaborazione furono tutte multate con importi milionari. Ubs, per esempio, versò alle varie autorità di vigilanza una somma pari a 1,4 miliardi di franchi. L’auto-denunciata Barclay’s fu sanzionata con 390 milioni di steriline di multa, pari a circa 450 milioni di franchi al cambio di allora.

Come si fissa il Libor

Ogni giorno entro le 11 di mattina, sotto l’egida della British bankers association (Bba), l’associazione delle banche britanniche, diciotto istituti di credito che fanno parte del panel Libor comunicano il tasso di interesse al quale presterebbero la loro liquidità al sistema interbancario. Quando tutte le diciotto banche hanno fatto la loro offerta, i quattro tassi più alti vengono annullati dai quattro più bassi. Dopo di che si fa la media aritmetica dei dieci restanti tassi ed ecco il tasso Libor di giornata. Un sistema apparentemente semplice che si presta o bisogna dire si prestava, a possibili manipolazioni come del resto è avvenuto. Migliaia di contratti di mutuo e centinaia di strumenti finanziari complessi si basano ogni giorno proprio su questo ‘fixing’ quotidiano per determinare l’onere degli interessi di chi chiede soldi in prestito alle banche: dal costo dell’ipoteca delle famiglie, fino al credito commerciale delle imprese. L’impatto, come è facilmente intuibile, è quindi importantissimo sul sistema economico.

Vista la possibilità di combine, nel 2017 si è deciso di eliminare questo sistema di determinazione del tasso d’interesse per sostituirlo con un altro. Il passaggio definitivo avverrà alla fine del 2021, ma già da alcuni mesi gli istituti di credito stanno preparando i loro clienti a mutui ipotecari che non fanno più riferimento al Libor, ma al Saron che non è altro l’acronimo di ‘Swiss average ratio overnight’. Si tratta di un valore definito in base a transazioni monetarie effettive tra banche e non su intenzioni delle stesse. È quindi un tasso più realistico e meno manipolabile, secondo la Banca nazionale svizzera che ha emanato le direttive valide per il sistema bancario elvetico.

Cosa cambia per i debitori ipotecari

Poco o nulla. Anche in futuro sarà possibile sottoscrivere ipoteche indicizzate all’andamento del mercato monetario (era questo, in fondo, lo scopo principale dell'operazione), solo che questo tasso si chiamerà Saron e non più Libor. Alla variazione - positiva o negativa - del Saron, varierà anche il costo dell’ipoteca. Il buonsenso consiglia comunque di non ancorare l’intero importo del mutuo a un’unica tipologia di tasso, ma di diversificare per evitare scossoni troppo bruschi in caso di aumento repentino dei costi di finanziamento. Un buon mix tra tasso fisso a lungo termine per una parte dell'ipoteca e quello a breve legato al Saron/ex Libor è l'opzione più prudente.

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