Ticino

Tecnologia, sarà la luce la banda larga del futuro

Le antenne 5G non fanno l'unanimità dell'opinione pubblica e degli specialisti. Ecco allora il sistema alternativo 'Li-Fi'

Alessandro Pasquali presenta la sua innovazione (Ti-Press)

Un wi-fi pulito e innovativo. Un modo alternativo, per certi versi rivoluzionario, di trasmissione dei dati ma che in realtà - stando al suo inventore, Alessandro Pasquali - è semplicemente un’evoluzione delle frequenze su cui Gugliemo Marconi ha basato i suoi studi per l’invenzione che lo ha consacrato nella storia umana: la radio. La luce è, infatti, la frequenza, per così dire, “successiva” alle microonde, le ultime onde studiate da Marconi, che, come spiega Pasquali, «è partito dalle onde lunghe per salire progressivamente di frequenza» nell’ambito dei suoi studi fino alle onde corte e alle microonde. Sarà quindi la luce il vettore per eccellenza di dati, immagini e suoni del prossimo futuro? Il giovane imprenditore (ha 28 anni) che vive a Riva San Vitale, fondatore di una start-up (la Slux) che sta suscitando l’interesse anche delle società di telecomunicazioni, è convinto di sì. Intervenendo ieri alla conferenza della neocostituita Associazione frequenze evolutive, Pasquali ha dimostrato che con un semplice Led, un apparecchio trasmittente e uno ricevente è possibile ascoltare musica. Esperimenti analoghi sono stati condotti negli scorsi anni sul lago di Lugano con segnali sonori inviati - via luce - dalla vetta del Monte Brè alla riva del Ceresio. In quel caso si trattava soltanto di un paio di chilometri in linea d’aria. Ma la tecnologia funziona anche a distanze maggiori. Un segnale analogo è stato inviato con successo da Calais a Dover attraverso i 33 chilometri del canale della Manica. E siamo solo alla seconda generazione dei trasmettitori brevettati da Alessandro Pasquali. Sulla tecnologia Li-Fi, dove ‘Li’ sta per Light di luce, ci stanno lavorando anche altre start-up a livello internazionale, non però con i risultati raggiunti da Pasquali. Un giorno tale sistema di telecomunicazione potrebbe sostituire la contestata tecnologia 5G? Sempre secondo Pasquali sarà proprio il bisogno di aumentare la velocità di trasmissione che spingerà le stesse società che oggi puntano sulla tecnologia 5G ad avvicinarsi alla luce, con la differenza che quest’ultima - stando alle conoscenze attuali - è meno pericolosa perché perché più biocompatibile. «L’umanità e la vita sulla Terra convivono con la luce solare da sempre. Ci siamo evoluti con la luce. Ovviamente per le telecomunicazioni si userebbe una quantità piccolissima di radiazioni solari», precisa ancora Pasquali.

Nasce l'Afe, Associazione frequenze evolutive

Ed è qui che si inserisce l’attività della neo Associazione frequenze evolutive (Afe). «Un’associazione apartitica, aconfessionale e senza scopo di lucro», ha affermato il suo presidente Roberto Wettstein. «I valori su cui si poggia la nostra attività sono libertà, verità, amore. Questa triade ci permetterà di andare nella giusta direzione, di informare correttamente e di aumentare il nostro e altrui livello di coscienza e conoscenza tecnologica», ha continuato Wettstein. 

L’Afe nasce comunque dal movimento Stop5G che proprio recentemente ha consegnato all’indirizzo del Gran Consiglio una petizione corredata da oltre 7mila firme che chiede una moratoria in Ticino sulla posa di antenne di telefonia della nuova generazione. Una tecnologia - è stato ricordato dai relatori che si sono susseguiti - che non è al servizio dell’uomo, ma dell’industria. I rischi che corre la salute umana da un eccesso di radiazioni non ionizzanti sono spesso citati in studi scientifici. La comunità scientifica non è unanime su questo aspetto, ma stando al medico internista Roberto Ostinelli intervenuto ieri, i disturbi legati all’elettrosensibilità sono in aumento. I pericoli del 5G non sono solo di natura fisica. Sono l’aspetto psicologico e culturale a essere toccati profondamente da questa tecnologia, come sottolineato dal professor Graziano Martignoni, medico psichiatra. «Il 5G è precursore di un tecnomondo a cui ci sottomettiamo più o meno volontariamente grazie all’aumento della comfortzone percepita», ha affermato Martignoni. 

L’innovazione tecnologica vuol dire anche innovazione giuridica. L’avvocata Barbara Simona Dauchy ha ricordato come il processo legislativo sul tema rischia di non essere sufficientemente democratico essendo il dossier digitalizzazione demandato a un unico ente: l’Ufficio federale delle comunicazioni.

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