Ticino

Discoteche, 'a queste condizioni non riapriremo'

Daniel Perri (Gruppo Vanilla): 'Le discoteche solitamente aprono a mezzanotte'. La chiusura prevista proprio a quest'ora è quindi 'assolutamente incoerente'

A mezzanotte tutti a casa (Ti-Press)
29 maggio 2020
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«A queste condizioni non riapriremo». La decisione di far chiudere a mezzanotte anche discoteche e locali notturni non è per nulla condivisa dai professionisti del settore: «È assolutamente incoerente», afferma Daniel Perri, direttore artistico del Gruppo Vanilla, che comprende l'omonima discoteca di Riazzino, la Rotonda di Gordola e il Pix di Ascona. «Tre ore in più a disposizione sarebbero state sufficienti per riattivare il nostro servizio», precisa Perri a 'laRegione'.

Mercoledì il Consiglio federale ha deciso che da sabato 6 giugno potranno riaprire anche le discoteche e i locali notturni. Dovranno però chiudere, come tutti gli altri, “entro mezzanotte”. Inoltre, “non potranno permettere più di 300 ingressi per sera” e dovranno “tenere un elenco delle presenze”. Queste ultime due condizioni in realtà non generano grandi preoccupazioni: i dati personali potrebbero essere raccolti all'entrata del locale, dove vengono anche controllati i documenti. Il problema è proprio l'orario: «Le discoteche aprono a mezzanotte», sottolinea Perri. Piuttosto che porre il limite a quest'ora, «sarebbe stato meglio dirci che non potevamo riaprire del tutto». Una possibilità sarebbe quella di aprire prima, ma «alle nove le persone vanno a cena, non in discoteca». Un'altra possibilità sarebbe quella di esercitare con le modalità di un bar. Ma anche in questo caso vi è un problema: «Con il caldo i clienti vogliono stare all'aperto e non in un locale chiuso».  Perri spera quindi che ci siano ripensamenti da parte della autorità federali: «Se potessimo, ad esempio, chiudere alle tre di notte invece che alle cinque, ciò ci permetterebbe di esercitare».

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Djordje Jovanovic, gestore del Quyn Club di Grancia: «Piuttosto che aprire e andare in perdita, rimango chiuso», afferma da noi contattato. «La cosa migliore sarebbe stata lasciare gli orari invariati, ma ridurre la capacità, ad esempio a 150 persone». Jovanovic, infatti, non pensa che le persone saranno interessate ad andare in discoteca alle 20 o alle 21: «Sarebbe un po’ strano. Per tanto così vado al bar». Per Mirko Jemini, direttore del Temus Club di Serocca d’Agno, «nessuno riaprirà». In realtà il suo locale d'estate è comunque chiuso: «Di solito terminiamo la stagione a metà maggio per poi riaprire in autunno. Se non vi sarà una seconda ondata, speriamo di poter ripartire il 20 ottobre». Tuttavia, il limite di mezzanotte «non ha alcun senso», sottolinea Jemini. Il Temus normalmente apre alle 22, perché offre anche musica dal vivo: «Si tratta però di una ‘pre-serata’ nella quale la gente si gode il concerto». Insomma, la vita notturna vera e propria inizia più tardi.

Eventuali controlli all'insegna del dialogo

Ma nel caso in cui alcuni locali dovessero aprire, come farà la polizia a sorvegliare ed evitare eventuali violazioni? I princìpi, ci informano dallo Stato maggiore cantonale di condotta (Smcc), sono sempre gli stessi: “Presenza, dialogo e dissuasione”. In ogni caso lo Smcc non si sbilancia sulla questione dei controlli per discoteche ed eventi: semplicemente, si legge nella loro risposta, “evidenziamo che i responsabili devono poter disporre di un piano di protezione adeguato”.

Più in generale, comunque, ci si sta mobilitando per affrontare al meglio la stagione turistica, ora che questa si fa vivace e saranno permessi assembramenti fino a trenta persone (contro le cinque attuali). Ieri pomeriggio – nel corso di una riunione di coordinamento tra tutti i corpi di polizia – si è deciso di intensificare dal prossimo fine settimana i pattugliamenti da parte degli agenti comunali, lasciando invece gli interventi puntuali e su chiamata principalmente alla Cantonale: “A livello locale saranno quindi i differenti Corpi comunali a dover garantire, se del caso, un maggior numero di personale per questo loro compito a stretto contatto con i cittadini, e sicuramente anche con i turisti provenienti da fuori Cantone”. La repressione rimane in ogni caso ultima ratio, preceduta dalla dissuasione e soprattutto dalla “responsabilità individuale e collettiva della cittadinanza”.

Discoteche a parte, il ‘coprifuoco’ e le restrizioni non rischiano forse di indispettire chi ha voglia di divertirsi? Alessandro Stella, responsabile di Lugano Turismo, non appare molto preoccupato: «Ritengo che la voglia di fare festa e di socializzare non sarà frustrata dai vincoli di orario: penso che chi vuole divertirsi di sera digerirà comunque queste limitazioni. È vero che nel caso delle discoteche si tratta di un fattore effettivamente penalizzante: i ragazzi escono proprio a mezzanotte per recarsi a ballare.  Ma l’allentamento di questa fase è già una conquista».  Anche secondo Perri «i giovani usciranno e si divertiranno lo stesso, e lo hanno già dimostrato in queste settimane». Ma secondo lui difficilmente rispetteranno il 'coprifuoco', trovando forme diverse di aggregazione rispetto alla discoteca classica. Mantenere i locali notturni aperti più a lungo, a suo avviso, potrebbe anche servire da un lato a mantenere una certa sicurezza e dall'altro «a garantire il tracciamento dei contatti». Inoltre, in ambito turistico la domanda c'è: «L’estate scorsa abbiamo aperto due discoteche su tre proprio per soddisfare le richieste dei turisti». E ancora recentemente «ci hanno contattato chiedendoci sa avremmo riaperto».

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