Ticino

Dagli eredi di Graziano Papa 20 milioni per educazione e cultura

Importante donazione ricevuta dal Consiglio di Stato. Prevista la costituzione di un apposito fondo che sarà gestito dal Decs

Graziano Papa nel 2001 (archivio Ti-Press
7 aprile 2020
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Un lascito di circa 20 milioni di franchi destinato all’educazione scolastica e al sostegno dei valori culturali. È quanto ha ricevuto il Consigio di Stato in virtù di un accordo successorio tra la Repubblica e Canton Ticino e gli eredi legali di Graziano Papa. Tenuto conto delle volontà del defunto, indica il governo in una nota odierna, l’accordo prevede la costituzione di un “Fondo Graziano Papa”. Tramite il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, permetterà di sostenere tutta una serie di meritevoli iniziative svolte nell’ambito della volontà testamentaria, vale a dire nei settori della promozione scolastica e formativa, nonché nel sostegno di attività tese alla valorizzazione culturale. Riconoscenti per l’importante lascito alla collettività, il Consiglio di Stato conferma che l’attribuzione dei contributi finanziari sarà regolata da un apposito regolamento.

In considerazione della situazione di emergenza in cui si trova il nostro paese a seguito della pandemia da COVID-19 queste risorse potranno andare a sostenere le attività del settore culturale integrandosi a quelle federali. 

L'avvocato Graziano Papa, deceduto il 13 febbraio 2019, è stato per lunghi anni presidente dell’allora Lega svizzera per la protezione della natura in Ticino (oggi Pro Natura), uomo di lettere e intellettuale ticinese del Novecento a tutto tondo. Appassionato del territorio, non era difficile incontrarlo in passeggiate solitarie sul Monte Generoso o Monte San Giorgio, aveva compreso con largo anticipo sui tempi la necessità di proteggere e valorizzare un ambiente in costante pressione antropica, avvicinando più generazioni alle conoscenze botaniche e geologiche, ma anche alle arti letterarie e umanistiche in generale. Si deve anche alle sue battaglie se oggi il Mendrisiotto è riuscito a conservare i propri “polmoni verdi” in un ambiente sempre più urbanizzato.

 

 

 

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