Ticino

Il parlamento spegne gli smartphone a scuola

Via libera al rapporto di Speziali (Plr). Sì a natel spenti, pure nelle pause, e più comunicazione con le famiglie

'Spegnete quei telefonini!' (Ti-Press)
18 febbraio 2020
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Il Gran Consiglio preme il tasto off ai telefonini nelle scuole. Il via libera è arrivato poco fa con 51 favorevoli, 13 contrari e 12 astenuti. Ampissimo sostegno quindi al rapporto uscito dalla Commissione parlamentare Formazione e cultura firmato da Alessandro Speziali (Plr) che in aula ha ripetuto come "le tecnologie non devono essere un tabù, ma fanno parte di una quotidianità che ha raggiunto anche i giovani e le scuole, e bisogna seguire con attenzione e consapevolezza i rischi".

I telefonini saranno quindi spenti, non semplicemente in modalità aereo, pure nelle pause. E se un ragazzo sgarra? Comunicazione immediata alla famiglia. Speziali ricorda anche il contesto da cui ha preso le mosse il tutto, cioé la mozione di Giorgio Fonio (Ppd), Maristella Polli (Plr) ed Henrik Bang (Ps) che chiedeva il divieto totale di portare I telefonini a scuola. Un contesto "dove determinate direttive cantonali erano ancora in fase di adozione, alcuni gravi casi di bullismo avevano scosso le cronache e si moltiplicavano segnali dal territorio". Non sarà divieto totale come chiesto dalla mozione, ad ogni modo. Ma una regolamentazione, "una soluzione trovata insieme tra Commissione e mozionanti". E sul tema il liberale radicale Aron Piezzi annota come "le regole sono fondamento dell'ordine di una società democratica. Anche la libertà non prescinde dalle regole e ciò vale anche per questo tema".

Per Alessio Ghisla (PPD) "i social network possono fare da cassa di risonanza al bullismo, portando al cyberbullismo. Utopico che si trovi una soluzione totale, ma ogni caso evitato per noi rappresenta una vittoria". E se Daniela Pugno Ghirlanda (Ps) pur sostenendo il rapporto annota che "gli insegnanti stanno già facendo molto", per l'Udc Edo Pellegrini rileva che "non siamo a favore dei divieti, ma questa regolamentazione ci soddisfa perché dà agli istituti un certo margine decisionale".

Il direttore del Decs Manuele Bertoli non ha nascosto il suo disappunto: "Non c'è stato dialogo, noi come Dipartimento abbiamo saputo dell'invito della Commissione a cambiare le direttive leggendo il rapporto, non prima. Ed è una mancanza di dialogo che preoccupa". E sulla questione aggiunge: "È un peccato togliere ai docenti questo spazio di autonomia decisionale, è un'ingerenza che né il Decs né istanze superiori dovrebbero prendersi". Tant'è, la regolamentazione è passata e "accoglieremo le richieste". Non senza aver ricordato che "c'è stato uno scavalcamento di competenze da parte del parlamento, speriamo non succeda di nuovo".

 

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