Ticino

Salario minimo a rischio emendamenti

Salgono a quattro. Guerra (Lega): spero che la maggioranza non si sgretoli. Agustoni (Ppd): su ‘Prima i nostri!’ il Gran Consiglio si è già espresso

4 dicembre 2019
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Non uno, non due, ma almeno quattro. Oltre a quelli preannunciati da Verdi e Plr anche l’Udc presenta due emendamenti al compromesso per l’applicazione del salario minimo votato la settimana scorsa dalla Commissione parlamentare della gestione. L’accordo raggiunto tra Lega, Ps, Ppd e Verdi – 19/19,50 franchi l’ora entro la fine del 2021, 19,50/20 entro la fine del 2023 e, dopo una valutazione del Consiglio di Stato e una decisione del Gran Consiglio nel 2024, salire nel 2025 a una forchetta tra 19,75 e 20,25 franchi l’ora – traballa. E in parlamento rischia di cadere. Perché chi non è soddisfatto, chi è contrario e chi non ha ottenuto abbastanza, sta caricando il fucile. Non propriamente a salve. A partire dall’Udc. «Siamo assolutamente convinti che un salario minimo come quello proposto abbia effetti perversi e negativi», dice raggiunto dalla ‘Regione’ Sergio Morisoli, capogruppo democentrista. Che spiega come «i nostri due emendamenti chiedono al Consiglio di Stato di presentare un progetto di applicazione di ‘Prima i nostri!’ entro il 2020», solo in questo modo per Morisoli «l’Udc potrà sostenere un salario minimo che a oggi andrebbe a beneficio solo dei frontalieri e che se oggi è appunto considerato minimo, un domani potrà essere il salario massimo per molti residenti».

Emendamenti, questi, di cui nessun commissario in Gestione era informato nella riunione di ieri mattina: l’Udc, che non ha ancora proceduto alla sostituzione in commissione del neoeletto in Consiglio nazionale Piero Marchesi, li ha infatti resi noti nel pomeriggio. «Come Lega – afferma Michele Guerra, primo firmatario in Gestione del rapporto riguardante il disegno di legge sul salario minimo, sottoscritto in veste di correlatori da Fiorenzo Dadò (Ppd), Ivo Durisch (Ps) e Samantha Bourgoin (Verdi) – non sbattiamo la porta in faccia a nessuno: domani sera (stasera, ndr), durante la riunione del nostro gruppo parlamentare, discuteremo dell’emendamento ventilato dai Verdi, di questi due provenienti dall’Udc e di quelli che dovessero eventualmente giungere da altri partiti. Il mio auspicio – prosegue Guerra – è che venga applicata la volontà popolare, manifestatasi nel 2015 con il sì al salario minimo dignitoso chiesto da un’iniziativa dei Verdi. La maggioranza commissionale propone, nero su bianco, una soluzione di compromesso (per la quale ognuno ha fatto un passo indietro). In queste ore però, come è giusto che sia, stanno arrivando correttivi dalle varie sensibilità di destra e di sinistra. Come Lega probabilmente ne sosterremo alcuni e non altri, ma indipendentemente da questi correttivi e indipendentemente dalla loro accettazione o meno, la mia speranza è che questa maggioranza, al netto degli emendamenti, tenga e non si sgretoli all’ultimo momento. Ciò per non rimanere fermi al palo e gettare alle ortiche il lavoro fatto».

Rileva il capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni: «È vero, come sostiene l’Udc, che dumping salariale ed effetto sostituzione sono dovuti anche al fatto che non c’è la preferenza indigena, questo è chiaro. Ma è altrettanto vero che il tema dell’attuazione dell’iniziativa ‘Prima i nostri!’ è già stato affrontato dal Gran Consiglio, il quale ha stabilito che la preferenza indigena può essere applicata nel pubblico e parapubblico. Ed è stata applicata. Nel settore privato invece non la si può introdurre finché ci saranno gli accordi bilaterali. Mi sembra quindi che sia preferibile affrontare la questione sollevata dall’Udc quando il popolo svizzero, votando nel maggio prossimo sull’iniziativa democentrista, avrà deciso se mantenere o no la libera circolazione. Parleremo comunque anche degli emendamenti dell’Udc nella riunione del gruppo parlamentare di domani (oggi, ndr)».

Sempre stasera anche i liberali radicali riuniranno il gruppo. E la posizione del Plr «non è cambiata», ci dichiara la capogruppo Alessandra Gianella. Sul loro emendamento preannunciato la settimana scorsa di più non dice: «Ne discuteremo». Ma sembrerebbe che l’obiettivo sia di evitare un livellamento verso il basso dei salari e che a beneficiarne siano soprattutto i frontalieri. Obiettivo da conseguire attraverso una valutazione e uno studio d’impatto prima di passare da una soglia all’altra del salario minimo. Da notare, però, che l’articolo 5 del disegno di legge scritto dalla maggioranza della Gestione afferma che “la Commissione tripartita cantonale in materia di libera circolazione fissa annualmente gli obiettivi e le priorità in materia di controlli sul salario minimo”.

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