Ticino

Missile del ticinese di Bissone: coinvolta anche l'Fbi americana

Nuove perquisizioni hanno portato alla scoperta di altre armi, fra cui fucili, macheti, archi con dardi, pistole e bombe a mano.

21 luglio 2019
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Emergono altri particolari nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Torino che vede tra i principali indagati un ticinese, con domicilio a Bissone e casella postale per la sua società a Melide, entrambe di 'facciata'. L'uomo è stato arrestato nei giorni scorsi dalla polizia italiana dopo il sequestro di un ingente quantitativo di munizioni da guerra, tra cui un missile in dotazione alle forze armate del Qatar trovato in un hangar a Rivanazzano Terme in provincia di Pavia. I magistrati del capoluogo piemontese hanno inoltrato una richiesta di rogatoria internazionale verso più Paesi per acquisire ulteriori prove, soprattutto nei riguardi del cittadino svizzero che insieme a una seconda persona custodiva il missile. Ulteriori perquisizioni all’interno del capannone, che viene ritenuto di proprietà del ticinese, dopo la scoperta del missile aria-aria, hanno portato al rinvenimento anche alcuni portarazzi per aerei da addestramento Aermacchi MB339 che sono in dotazione anche all’aeronautica militare italiana. Il traffico di armi, secondo gli inquirenti, è collegato ad un gruppo di estremisti di destra in contatto con gruppi armati operativi in Donbass (Ucraina) dove è in atto una guerra tra l’Ucraina e gruppi armati di filorussi.

Non è l'unica novità che arriva dall'Italia, nell'inchiesta, dopo la Polizia federale svizzera, è entrata anche l'Fbi americana, la quale d’intesa con le autorità italiane sta svolgendo accertamenti su varie armi di fabbricazione statunitense sequestrate dai poliziotti della Digos di Torino e Pavia. In particolare l'arsenale di ultima generazione trovato nell’abitazione di un italiano 60enne, anch'egli arrestato. Altre novità arrivano dalla Toscana, da Antona, frazione collinare del Comune di Massa, nella vecchia casa di famiglia dell'uomo; qui sono state trovate altre armi, fra cui un fucile, un machete, un arco con tredici dardi, una pistola, bombe a mano e mortai, oltre a munizioni di vario calibro. Gli investigatori hanno potuto accertare che fino a due mesi fa il missile era in un altro capannone a Oriolo, nei pressi di Voghera. Il ticinese e il suo compare sono entrambi agli arresti domiciliari. Secondo gli inquirenti, il 60enne, era colui che cercava di vendere il missile. L'inchiesta è iniziata nel luglio del 2018 per indagare su presunti combattenti italiani nel conflitto del Donbass.

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