Ticino

I fiduciari si aspettano un alleggerimento fiscale

L'implementazione cantonale della cosiddetta Rffa è una misura attesa dal settore che è confrontato anche con un processo di trasformazione radicale

Cristina Maderni e Norman Gobbi (Archivio Ti-Press)
11 giugno 2019
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Il settore finanziario sta conoscendo da tempo un processo di trasformazione senza precedenti. Chiusure e fusioni sono all’ordine del giorno. Eppure le professioni fiduciarie tengono, almeno sotto il profilo numerico. A fine 2018 erano iscritte all’albo 1’500 persone, per un totale di 1’850 autorizzazioni suddivise tra finanziari, immobiliari e commercialisti. Sono dati emersi ieri pomeriggio durante l’annuale assemblea della Federazione ticinese delle associazioni di fiduciarie (Ftaf). Assemblea tenutasi oggi pomeriggio presso il Centro di studi bancari di Vezia.

La presidente Cristina Maderni ha sottolineato come «un decennio in cui fatturati e margini hanno subito una marcata contrazione, si può affermare che noi fiduciari siamo riusciti a restare sul mercato». «Ci siamo riusciti in virtù della capacità di riconoscere il cambiamento di paradigma successivo all’avvento dello scambio automatico d’informazioni, di controllo dei costi, di ricerca di sinergie», ha continuato.

Cosa fare per supportare la competitività del settore fiduciario? «È un compito che tocca per primi noi stessi, definendo servizi al passo con i tempi e proporli con competenza», ha risposto Maderni. Ma ciò non basta. «Abbiamo bisogno di condizioni-quadro favorevoli, a cominciare dalla fiscalità per le aziende come per le persone fisiche», ha continuato Maderni, ricordando come il famoso accesso al mercato Ue (in particolare l'Italia) non è ancora dato. Inoltre, si attende l’implementazione cantonale della Rffa accettata lo scorso 19 maggio.

Ma è anche l’eccesso di burocrazia che frena lo sviluppo economico. «Ottimizzare i controlli e frenare l’eccesso di burocrazia costituisce un traguardo importante, ma di per sé non esaustivo per costruire un Ticino competitivo», ha affermato riferendosi al consigliere di Stato Norman Gobbi, responsabile del Dipartimento delle istituzioni e ospite dell’assemblea. Dipartimento che sovraintende, tra l’altro, al Registro di commercio, quello fondiario o l’Ufficio della migrazione. Tra le condizioni-quadro Maderni ha citato oltre alla fiscalità, anche l’arrivo della tecnologia 5G, «alla base della trasformazione digitale». Processo che non fa l’unanimità dei consensi. Di questa tecnologia ha parlato Stefano Santinelli, delegato del Ceo di Swisscom per la Svizzera italiana.

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