Ticino

Abusi sessuali sui minori, ecco una nuova forma di prevenzione

L’associazione ‘io-NO!’ è pronta a lanciare in Ticino un servizio di supporto che mira ad aiutare i potenziali abusanti prima che passino ai fatti

Le statistiche rivelano che 1 ragazza su 3 e 1 ragazzo su 5 subiscono abusi prima di diventare maggiorenni (Ti-Press)
27 maggio 2019
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L’associazione di prevenzione contro gli abusi sessuali sui bambini io-NO! è pronta a iniziare la sua attività in Ticino. Prendendo spunto da altre realtà già esistenti in Svizzera (DIS NO a Monthey e l’Istituto Forio a Frauenfeld), io-NO! intende offrire supporto a coloro, adulti o adolescenti, che sentono di provare attrazione sessuale nei confronti di bambini ma che non sono ancora passati ai fatti, «persone che sentono di avere questo genere di pulsioni – ci spiega Sarah Gamper, presidente della neocostituita associazione –, che stanno male e che non sanno con chi parlarne. L’idea è di contribuire a evitare il primo passaggio all’atto».

In che modo?
Saremo a disposizione per rispondere, via e-mail o telefonicamente, alle loro domande sulla pedofilia e sulla sessualità senza tabù, senza giudizio e garantendo loro l’anonimato. È importante che sappiano che ci siamo, che possiamo ascoltarli senza giudicarli.

C’è già una rete di professionisti che collaborerà con il progetto?
Certamente, abbiamo una rete di persone qualificate e sensibili a questo tema che sono a disposizione per sostenere coloro che ci contatteranno.

Prima parlava di evitare il primo passaggio all’atto. Cosa intende?
Mettere la persona, non necessariamente un pedofilo, a proprio agio per poter parlare di questo tema. Spesso chi ci contatta ne parla per la prima volta: è quindi molto importante ascoltare attivamente cercando di cogliere la domanda della persona. Insieme si fa il punto della situazione chiarendo i bisogni e le aspettative. Si introduce poi la possibilità di iniziare una terapia valutando e affrontando le reticenze, la vergogna o la paura di essere denunciati.

Chi abusa di un minore è sempre considerato un pedofilo?
Bisogna prestare attenzione e non cadere nelle generalizzazioni. Non tutte le persone che abusano di bambini sono dei pedofili nel senso clinico del termine. Infatti esiste una definizione ben precisa per questa devianza riconosciuta dal mondo scientifico. Ci possono essere altre tipologie di perversione che non sono classificate come pedofilia.

Le statistiche parlano di pulsioni pedofile presenti in un uomo ogni 100 in Svizzera, dunque di ventimila potenziali pedofili…
È difficile fare stime. Quando una persona viene denunciata, di solito il numero delle vittime è maggiore rispetto a quelle per le quali viene accusato. Ricordiamoci che tante vittime di abusi sessuali non denunciano i fatti subiti e questo rende difficile stimare in modo più o meno esatto il numero di reati. Alcune fonti (come Unicef), rivelano che 1 ragazza su 3 e 1 ragazzo su 5 subiscono abusi prima di raggiungere la maggiore età. Non vi sono dubbi sulla necessità di rafforzare le prevenzione per proteggere i bambini da questi eventi traumatici e garantire loro il diritto alla protezione.

Siete in contatto con gli altri enti già attivi su questo fronte?
Al momento siamo in contatto con l’associazione DIS NO di Monthey. Tra l’altro mi avevano informata di aver ricevuto delle telefonate dal Ticino, persone che dicevano ‘non sappiamo a chi rivolgerci’. Questo aspetto è un’ulteriore conferma che la nostra iniziativa risponde a un bisogno effettivamente presente sul territorio. Una volta avviata l’attività, sicuramente contatteremo altre realtà attive nella protezione dell’infanzia: l’unione, soprattutto in questi casi, fa la forza.

E con il Cantone?
Dal momento che si tratta di una misura di intervento è molto importante che il nostro lavoro sia riconosciuto dal Cantone. Sarà dunque nostra premura attivarci anche a questo livello. Alcuni passi sono già stati intrapresi e speriamo si possa avviare presto una collaborazione.

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