Ticino

Contro il 5G 'serve una moratoria federale'

La proposta di Fiorenzo Dadò (Ppd) è agire a livello nazionale dopo il 'niet' di Berna alle iniziative cantonali. Oggi nella capitale la manifestazione 'Stop 5G'.

Installazione di una antenna 5G
(Keystone)
10 maggio 2019
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«La moratoria contro il 5G non è assolutamente superata». Così risponde alla ‘Regione’ Fiorenzo Dadò (Ppd), firmatario insieme a Giorgio Fonio e Maurizio Agustoni della mozione che chiede al Consiglio di Stato di decretare, appunto, una moratoria sull’installazione delle antenne 5G sul territorio cantonale, fintanto che studi scientifici indipendenti non siano in grado di dimostrare che tale tecnologia non rappresenta un rischio per la salute delle persone. A Berna invece la politica federale la pensa diversamente: pochi giorni fa la Confederazione ha stabilito che i Cantoni che hanno introdotto moratorie contro l’installazione di antenne hanno superato le proprie competenze. I primi ad accogliere tale istanza, si ricorda, erano stati Vaud, Ginevra e Giura. E all’orizzonte si prospettano altri, compreso il Ticino. «Se la moratoria non è giuridicamente fattibile a livello cantonale – afferma Dadò –, allora il nostro Cantone assieme ad altri potrà chiedere che venga decretata una moratoria federale». Per il presidente cantonale dei popolari democratici ciò che risulta «sospetto» è la «fretta» degli operatori telefonici di installare queste nuove antenne, «e la cosa più grave è che la politica federale è connivente». Stando a Dadò, oltre alla mozione che verrà discussa in Gran Consiglio, è già in atto la raccolta di firme a livello nazionale per il lancio di un’iniziativa popolare. «In Ticino si è pure costituito un gruppo di opposizione che parteciperà domani (oggi, ndr) a Berna alla manifestazione contro il 5G». Interpellati dalla ‘Regione’, membri del gruppo ‘Stop 5G’ hanno confermato che saranno una cinquantina i ticinesi presenti nella capitale.

‘Un modo di procedere poco democratico’

Nicola Schönenberger, capogruppo dei Verdi in Gran Consiglio, si dice «sorpreso» di questo modo di procedere della politica federale: «È piuttosto inusuale come maniera ma soprattutto poco democratica». Pure i Verdi avevano sollecitato il Consiglio di Stato sul tema 5G il mese scorso. «Abbiamo fatto un’interrogazione in cui chiediamo che venga applicato il principio della precauzione, in attesa dei risultati degli studi – spiega Schönenberger –. Ma è chiaro che dopo questa presa di posizione di Berna il margine di manovra è ridottissimo». Per il deputato ecologista è evidente che di mezzo c’è un importante interesse commerciale legato a questa tecnologia: «Se si favoriscono interessi di business a scapito della salute pubblica, la faccenda diventa scandalosa».

In Svizzera prevale il timore

Il 54 per cento della popolazione in Svizzera teme che le onde 5G possano nuocere alla salute. Il dato è stato rilevato tramite un sondaggio pubblicato a metà aprile dalla rivista ‘L’Illustré’. Dalla società civile sono state lanciate due petizioni online sotto l’insegna ‘Stop 5G’, che hanno già raccolto circa 80’000 firme. I promotori hanno inoltre indetto una manifestazione nazionale a Berna che si terrà oggi, alla quale ha anche aderito un gruppo ticinese neocostituitosi a Minusio. A livello politico, è soprattutto il partito dei Verdi a guidare l’opposizione, affiancato da alcuni alleati di sinistra e, in alcuni cantoni, dai conservatori dell’Unione democratica di centro. La principale critica mossa alla Confederazione è di aver autorizzato l’installazione delle nuove antenne, mentre sono ancora poco conosciuti i rischi della tecnologia 5G. In effetti, poco prima di lasciare il governo, la ministra delle Comunicazioni Doris Leuthard aveva creato un gruppo di lavoro per studiare la questione. Il suo rapporto è previsto però solo in estate, mentre l’Ufficio federale delle comunicazioni ha già venduto le concessioni 5G in febbraio. Tuttavia la Confederazione non vuole cedere: venerdì scorso ha pubblicato un comunicato che definisce illegale qualsiasi moratoria cantonale o comunale.

Interrogazione a Lugano: quali impatti sulla salute?

E a Lugano il consigliere comunale Ppd, Michele Malfanti, ha presentato stamane un'interrogazione al Municipio di Lugano, 'Tecnologia 5G a Lugano. ... Pronto, chi parla?'. 

“Il nostro Comune - scrive Malfanti - risulta essere particolarmente interessato al tema poiché già ospita molte antenne per la telefonia mobile che potrebbero venir potenziate con il 5G entro la fine del 2019. I progetti degli operatori di telefonia mobile prevedono infatti, per la fine dell’anno, la copertura di oltre il 90% della Svizzera con la tecnologia di comunicazione mobile di ultima generazione 5G. È bene sapere cosa avverrà sul nostro territorio. Non si tratta di bloccare o frenare quest’evoluzione, bensì di essere consapevolmente a conoscenza dei possibili impatti sulla salute. Malfanti rivolge le seguenti domande al Municipio di Lugano:  A che punto di trova la procedura di disciplinamento degli impianti per le antenne di telefonia mobile, prevista dalla Legge sullo Sviluppo Territoriale di cui sopra?; Il Municipio intende informarsi presso gli operatori di telefonia per conoscere le intenzioni sul territorio comunale in merito alla tecnologia 5G?; Al di là della risonanza del tema specifico a livello cantonale e federale, il Municipio Intende attivarsi per procedere con la dovuta informazione pubblica locale?; Il Municipio intende fare in modo che l’installazione del 5G sul territorio comunale sia preceduta da un’analisi sull’impatto per la salute di tale tecnologia?

 

 

 

 

 

 

 

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