Ticino

A un anno dai fatti della Commercio: 'A che punto siamo?'

Il deputato Plr Matteo Quadranti rilancia l'interrogativo al Cantone. Occhi puntati sulla vendita di armi simili a quelle trovate al 19enne arrestato

Erano i primi giorni di maggio dell'anno scorso (Ti-Press)
23 aprile 2019
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Dall'arresto dello studente di 19 anni della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona sospettato dagli inquirenti di essere in procinto di preparare una strage è ormai passato un anno. E gli interrogativi rimasti in  sospeso sono ancora molti. Ad attendere delle risposte dal governo è anche il gran consigliere del Plr Matteo Quadranti. Insomma, rilancia oggi con una interrogazione, a che punto sono le indagini? Ma soprattutto: cosa sta facendo l'autorità cantonale per arginare l'acquisto di armi simili a quella che il giovane era pronto a imbracciare?

Chiarito che il 19enne era in possesso di una replica di un AK-47 semiautomatico, quindi, fa notare Quadranti, “acquisibile in Svizzera tramite un normale permesso d’acquisto, in forza della legge svizzera sulle armi attualmente in vigore”, e verificato come a casa avesse un vero e proprio arsenale, ad oggi, “non è dato sapere come sia stato possibile acquistare tali armi e dove e di che tipo di armi si trattasse”. Nel frattempo, però, richiama l'attenzione il deputato, “pare che presso gli armaioli della Svizzera interna si stia verificando un incremento della richiesta di quei fucili semiautomatici di cui la legge federale in votazione popolare il prossimo 19 maggio prevede il divieto di vendita”.

Andando al punto: al momento, chiede Quadranti, “quante sono le risorse di Polizia impiegate nei controlli per il rilascio dei permessi di acquisto di armi da fuoco e per la loro verifica nel tempo”? E il Cantone ha “già adottato misure concrete per prevenire e impedire l’utilizzazione criminosa sul territorio di fucili semiautomatici e della relativa munizione acquistati nei negozi svizzeri?”.

Infine, il Consiglio di Stato, insiste il parlamentare, “ritiene che la presentazione dell’estratto del casellario penale per chi vuole acquistare delle armi sia una misura sufficiente o sarebbe necessario intervenire a livello federale affinché si preveda la presentazione anche della dichiarazione riguardante i procedimenti pendenti, sia in Svizzera che all’estero, ma non ancora giudicati in modo definitivo”?

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