Ticino

Test e registrazione prima di far volare il drone

Le procedure cambieranno anche in Svizzera entro il giugno 2020. Laveglia (Ufac): 'Il drone registrato diventerà visibile per i controllori di volo'

Keystone
23 aprile 2019
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Nel giro di poco più di un anno per pilotare un drone occorrerà registrarsi e superare un test online. Un cambiamento normativo importante rispetto a oggi, attuato a livello europeo e a cui dovrà adeguarsi anche la Svizzera entro il giugno del 2020. Un cambiamento per certi versi atteso, perché l’impennata di vendite di droni amatoriali aveva già messo in allerta l’Easa, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea, di cui la Confederazione è membro. Sebbene in cielo (apparentemente) ci sia posto per tutti e le regole in vigore, se rispettate, sarebbero sufficienti a garantire la sicurezza di chi è in volo, il contesto attuale non è privo di rischi: lo dimostrano alle nostre latitudini l’incidente in valle Verzasca fra elicottero privato e drone senza fortunatamente conseguenze gravi (leggi sotto) e le collisioni per ora solo sfiorate da elicotteri della Rega. Avvertimenti sufficientemente chiari: bisogna agire prima che ci scappi la tragedia. «Un passo avanti è stato fatto a livello europeo un mese fa, con l’adozione della nuova base legale che stabilisce una serie di regole e procedure a cui i piloti dei droni dovranno sottostare – fa sapere Antonello Laveglia, portavoce dell’Ufficio federale dell’aviazione civile, interpellato dalla ‘Regione’ –. La registrazione dei droni di peso superiore ai 250 grammi (quindi praticamente tutti) e la verifica delle conoscenze online saranno realtà dall’anno prossimo. Il test riguarderà in larga misura le conoscenze fondamentali già oggi indispensabili a un pilota di droni». E che vanno (andrebbero) rispettate: contatto visivo costante dell’apparecchio, divieto di volo nel raggio di cinque chilometri dagli aeroporti, divieto di volo sopra gruppi di persone, rispetto della sfera privata altrui (la legge federale sulla protezione dei dati vieta il volo a bassa quota al di sopra di proprietà private o luoghi pubblici dove si trovano persone, leggi anche a lato). «Parallelamente – riprende Laveglia – è in fase di sviluppo anche una sorta di piattaforma digitale, il cosiddetto U-Space: oltre a permettere a dei ‘provider’ di offrire in futuro tutta una serie di servizi ai piloti di droni, attraverso un’interfaccia consentirà ai controllori di volo di sapere dove sta volando qualsiasi drone registrato. Si renderà così visibile ciò che oggi è invisibile». Grazie a una mappa interattiva in cui sarà possibile localizzare il quadricottero in volo, che comunicherà la sua posizione tramite la rete. «Il nostro Paese sta fra l’altro testando nelle zone di Ginevra e Lugano le procedure automatiche per le richieste di autorizzazione al volo per droni negli spazi aerei chiusi. A dimostrazione del fatto – conclude Laveglia – che la Svizzera è in fase avanzata nello sviluppo di questa tecnologia rispetto alle altre nazioni». Skyguide prevede il lancio ufficiale della piattaforma Swiss U-Space a giugno 2019: sarebbe il primo sistema nazionale di gestione del traffico dei droni in Europa.

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