Ticino

‘Il polo di ricerca è il futuro del Cantone’

Per Franco Cavalli lo sviluppo economico passa attraverso la scienza. Stasera il primo ‘Castelgrande Lectures’ dedicato alle nuove terapie contro il cancro

Il professor Franco Cavalli (© Ti-Press)
15 aprile 2019
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Stasera alle 17 presso la Sala Castelgrande a Bellinzona si terrà la prima edizione di ‘Castelgrande Lectures’, con l’ospite Douglas Hanahan, direttore del Swiss institute for experimental cancer research (Isrec) di Losanna. L’incontro aperto promosso dall’Istituto oncologico di ricerca (Ior) è il primo in assoluto di una serie di eventi a cadenza annuale, che mirano a rafforzare il legame tra la popolazione e le istituzioni locali con la comunità scientifica. A spiegare alla ‘Regione’ l’importanza dell’appuntamento odierno è il professore Franco Cavalli, già direttore dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana e presidente in carica del comitato scientifico di riferimento dell’Isrec. «Attraverso l’Usi cerchiamo di diffondere regolarmente informazioni di ciò che facciamo come istituto di ricerca – afferma Cavalli –. Per noi il coinvolgimento e il sostegno della popolazione sono fondamentali».

Professor Cavalli, perché le persone dovrebbero interessarsi al lavoro dello Ior?
Tra l’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) e lo Ior siamo circa duecento ricercatori, un vero polo scientifico a Bellinzona. Il progetto che stiamo portando avanti con la Facoltà di biomedicina (a partire dal 2020 verra proposto un master in medicina umana, ndr) è uno tra i più importanti che ci sono oggi in Ticino. Non soltanto a livello accademico ma addirittura per lo sviluppo complessivo del cantone. Ci sono grossissime potenzialità attorno a questo polo di ricerca del Bellinzonese. Dopo qualche anno questi centri spesso diventano la cucina da dove escono tante iniziative con grande impatto economico. Ci vorrà un po’ di tempo finché le persone in Ticino riusciranno a seguire alcuni temi, perché non abbiamo una vera tradizione accademica. Ma per noi è molto importante provare ad avvicinarle al campo della ricerca.

Trova invece che nella politica vi sia già questa consapevolezza sull’importanza della ricerca scientifica per il territorio?
Devo dire che purtroppo manca un po’ una certa lungimiranza dal punto di visto politico. Oggi si sa in tutto il mondo che l’università è uno dei motori principali dello sviluppo. Ciò nonostante i finanziamenti del Cantone alla formazione e alla ricerca sono relativamente bassi. E questo in un contesto dove lo stato delle finanze pubbliche permetterebbe di investire qualche milione in più. Anche se è vero che con la Facoltà abbiamo appena cominciato. Spero che quello che stiamo facendo oggi ci permetta di raccogliere dei frutti in un futuro prossimo.

Ci può raccontare qualcosa sull’ospite di stasera al primo ‘Castelgrande Lectures’?
Douglas Hanahan è un personaggio interessante sia per la sua caratura scientifica, sia per essere uno dei pochi scienziati importanti che ha deciso di lasciare gli Stati Uniti per venire in Europa. Prima di arrivare in Svizzera dirigeva la ricerca oncologica a San Francisco, ed era già uno dei nomi più prestigiosi nel campo della ricerca fondamentale sul cancro. Poi fortunatamente ha accettato la proposta di diventare il responsabile di una parte importante del Politecnico federale. Con l’arrivo di Hanahan Losanna è diventato il centro di ricerca oncologica più importante in Svizzera.

Hanahan tra l’altro è l’autore di un’opera fondamentale nella ricerca sul cancro...
Il suo lavoro ‘Hallmarks of cancer’ è oggi un punto di riferimento per l’oncologia a livello mondiale. Lì vengono descritte le caratteristiche fondamentali dei tumori e cosa bisognerebbe fare in futuro per riuscire a sconfiggere definitivamente la malattia. Hanahan potrebbe sicuramente essere candidabile al premio Nobel: ha fatto una serie di scoperte molto importanti sui meccanismi che regolano la proliferazione delle cellule tumorali e ha partecipato allo sviluppo di una certa categoria di farmaci che impediscono la crescita dei tumori. È senza dubbi il pioniere di una certa linea di pensiero all’interno della ricerca oncologica.

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