Ticino

Scassinatori senza scrupoli: misero a segno 41 furti

L'importante inchiesta è relativa a colpi messi a segno soprattutto nel Sottoceneri. I ladri s'intrufolavano in casa anche se i proprietari erano presenti

Ti-Press
5 dicembre 2018
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Si è conclusa negli scorsi giorni un'importante inchiesta relativa a una banda di scassinatori attiva in Ticino nel corso della prima metà del 2018. Lo comunicano il Ministero pubblico e la Polizia cantonale precisando che il lavoro di analisi aveva permesso di evidenziare un aumento dei furti con scasso nelle abitazioni in diverse zone del cantone.

L'attività d'indagine messa in atto dalla Polizia cantonale aveva permesso dapprima di identificare parte dei membri della banda di scassinatori e, in breve tempo, di arrestarli riuscendo così a recuperare della refurtiva e a individuare il luogo dove alloggiavano. Il lavoro di polizia ha nel frattempo permesso anche di stabilire come il sodalizio criminale risultasse composto da almeno 4 persone: si tratta di un cittadino di origine italiana residente in Ticino e di cittadini albanesi provenienti dall'Albania. Venivano quindi chiariti 41 furti con scasso commessi su tutto il territorio cantonale ma prevalentemente nel Sottoceneri. L'ammontare stimato della refurtiva e dei danni si aggira intorno ai 260 mila franchi. 

In base alle ricostruzioni, gli autori, approfittando del fatto che le portefinestre dei balconi vengono spesso lasciate aperte o chiuse solo a ribalta, raggiungevano i piani rialzati e, con la forza fisica o un attrezzo piatto, riuscivano ad entrare nell'abitazione. Particolarità importante, e che da diverso tempo non si riscontrava più, era poi il fatto che i ladri sovente non si facevano scrupoli a introdursi nelle case anche se i proprietari erano presenti, già a letto o intenti a guardare la televisione.

Importante da ultimo notare come determinanti ai fini del buon esito dell'inchiesta si siano rivelate ancora una volta le segnalazioni giunte da privati cittadini che, unite all'attività svolta dalla Polizia cantonale, hanno permesso l'identificazione del sodalizio. L'inchiesta è coordinata dal Procuratore pubblico Roberto Ruggeri.

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