Ticino

La polemica sui concorsi per sgombero neve si allarga

Dopo Vallemaggia e Valle di Blenio, sospetti di favoritismi da parte del Dipartimento del territorio emergono anche in Leventina e Malcantone

Ti-Press
4 dicembre 2018
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Se per alcuni la neve è sinonimo di fatica quando la si deve spalare e di disagi sulle strade in caso di precipitazioni abbondanti, per altri è un’importante fonte di sostentamento. Lo si evince dalla delusione che emerge da chi è stato scartato in occasione di concorsi per l’assegnazione di lotti per la pulizia delle strade dalla neve. Delusione generata in particolare dalle modalità sospette di scelta da parte dei funzionari del Dipartimento del territorio (Dt). Oltre ai casi di Vallemaggia e alta Valle di Blenio da noi anticipati sull’edizione di ieri, emergono episodi legati anche ad altri luoghi del cantone. Partiamo dall’alta Leventina, dove da diversi anni la pulizia di due lotti tramite calla e fresa neve era affidata alla stessa ditta. Nel 2016 gli unici due lotti di tutte la valle a venire messi a concorso per lo sgombero neve tramite fresa sono proprio questi. La ditta che si era adoperata a lungo a lavorare sul terreno vi partecipa, anche perché aveva da poco effettuato un acquisto per adeguare il parco veicoli alle mutate esigenze degli utenti della strada e alla necessità del committente di avere macchine moderne e più performanti che riducono i tempi di sgombero sulle tratte (il prezzo di una fresa si aggira sul mezzo milione di franchi). Ma il concorrente arriva secondo dopo che i funzionari modificano di proprio pugno l’offerta aumentando così il prezzo dei suoi servizi. I lotti sono dunque deliberati ad altri concorrenti. Alla luce dei ricorsi inoltrati contro l’assegnazione di entrambi i lotti, il Dt decide a questo punto di annullare i due concorsi per poi comunque assegnare uno dei due lotti allo stesso vincitore tramite mandato diretto. A infastidire chi si è opposto è in particolare il fatto che l’appalto sia stato assegnato a chi non era in possesso del mezzo idoneo e impiegava, contrariamente a quanto viene concesso, personale attivo anche in altre attività. Pure il concorso per il secondo lotto viene annullato per poi essere ripubblicato con disposizioni modificate e meno severe, che di fatto concedono più libertà di manovra al committente. Quest’ultimo ha deliberato l’appalto allo stesso vincitore del primo concorso. Delibera che ha spinto il concorrente giunto ancora secondo a inoltrare un nuovo ricorso (pendente al Tram) chiedendo valutazioni più approfondite da parte del Dt su mezzi, personale e prezzi dichiarati.

‘Regole del gioco calpestate’

Non è solamente il Sopraceneri a essere confrontato con appalti poco trasparenti. Anche nel Malcantone il servizio calla neve è finito al centro di polemiche. Parliamo, più precisamente, del concorso 2016-2017. Due le ditte che concorrono. Quella scartata presenta costi di 70mila franchi inferiori alla rivale scelta dal Cantone. Mica noccioline. Il motivo che ha spinto gli uffici preposti a escluderla dai giochi? Al momento dell’inoltro dell’offerta, come ci spiega il titolare, la sua piccola impresa non aveva dipendenti fissi in servizio a tale scopo. In pratica si appoggiava su ausiliari assunti in inverno per pulire le strade. Fin lì, nulla di anomalo. Quando però l’interessato viene a sapere che sul Piano di Magadino lo stesso servizio di sgombero della neve è assegnato a un’impresa che, come la sua, non ha personale sotto contratto fisso a tale scopo se non durante i freddi mesi invernali, ecco che parte il ricorso al Tram. Un reclamo che, ammette l’intervistato, viene respinto. In pratica la massima istanza conferma la decisione del Cantone. Lui e altri concorrenti esclusi dai lotti in maniera perlomeno strana, accompagnati da un legale chiedono un incontro con il Dt. «In pratica ci ha dato il classico benservito» – osserva. Ma c’è un altro particolare che aggiunge pennellate nere al quadro. La sua ditta, per conto del Cantone, esegue pure dei lavori di pulizia delle scarpate lungo le strade. Al titolare viene “caldamente consigliato” di smetterla di lamentarsi, pena la rescissione del contratto. Invece di quietarlo, questi “inviti” lo convincono a sparare alzo zero sui funzionari dipartimentali: «Nei capitolati dei concorsi tutto è chiaro, nero su bianco. Ma, puntualmente, le regole del gioco vengono stravolte. Ho segnalato, a più riprese, anche delle irregolarità nell’esecuzione dei lavori (che poi portano a fatture “gonfiate”) o nella logistica, ma nessuno è mai intervenuto. Come pure il fatto, non raro, di suddividere i grandi lotti in fatture sotto i 5mila franchi, così da sfuggire a qualsiasi forma di controllo grazie al mandato diretto».

L’impressione che se ne ricava da queste dichiarazioni è che siano alcune grosse ditte a dettare legge in Ticino, sul fronte pulizia delle strade. Alle piccole non restano che le briciole. Non sufficienti a soffocare loro in gola, però, un grido di protesta.

Nessuna reazione ufficiale dal Dt, responsabile dell’assegnazione degli appalti. Fuori cantone per tutto il giorno, ieri il direttore del dipartimento Claudio Zali non era infatti rintracciabile.

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