Ticino

Ecco perché il Ticino ‘snobba’ la lista nera dei docenti

Elenco intercantonale: nessuna segnalazione in anni da sud delle Alpi. ‘Ma è uno strumento superato: utilizziamo il casellario’

L'elenco dei docenti interdetti dalla professione (molti per reati sessuali) era stato creato nel 2004 a livello intercantonale. (Foto Ti-Press)
31 ottobre 2018
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Nemmeno uno. Sulla lista nera dei docenti sospesi dalla professione, il Ticino non ha mai segnalato nessuno. Eppure qualche caso di maestro invischiato in vicende di pedofilia c’è stato alle nostre latitudini (vedi edizione di lunedì). Come mai quindi il Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) non ha mai inoltrato informazioni al registro costituito nel 2004 dalla stessa Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (Cdpe), di cui pure il nostro Cantone fa parte? Non è forse nell’interesse generale capire e far capire agli altri Cantoni se una persona non è adatta a ricoprire un ruolo tanto delicato come quello di maestro?

«In Ticino i concorsi dei docenti sono centralizzati attraverso un sistema digitale, per cui in fase di assunzione le situazioni penalmente rilevanti emergono – commenta il direttore della Divisione della scuola Emanuele Berger in una presa di posizione trasmessaci per iscritto –. La questione della lista nera è nata prima che fosse introdotta la pena che vieta ad un ex docente di lavorare con minorenni. Questa pena risulta dalla verifica dei casellari giudiziali, che immagino siano consultati anche dagli altri Cantoni». In pratica, ricordano dal Decs, a partire dal 2015 il codice penale prevede che un giudice possa, in caso di condanna, intimare a una persona di non lavorare più con minorenni o persone particolarmente vulnerabili. Provvedimento impossibile da nascondere, dal momento che emerge con chiarezza dallo specifico casellario chiesto in sede di assunzione nelle scuole cantonali ticinesi. Basta quindi darvi un’occhiata per poter escludere eventuali candidati, senza quindi bisogno di ricorrere a una lista nera intercantonale, rilevano dal Decs. Tanto più che il sistema informatico centrale è impiegato dal Cantone per una doppia verifica sui dossier delle scuole comunali, dove l’autorità di controllo è, di per sé, il Comune.

Teoricamente obbligatoria dal 2008, la lista viene attualmente snobbata non solo dal Ticino, ma anche da altri 13 Cantoni, secondo quanto riportava domenica la ‘SonntagsZeitung’. L’elenco, precisano a Bellinzona, era stato chiesto da alcuni governi cantonali dove il processo di selezione dei maestri non è centralizzato e dove quindi sussisterebbe qualche rischio in più, specialmente se la modalità di selezione delocalizzata è abbinata a una certa facilità nel pendolarismo dei professionisti tra un Cantone e l’altro.

Difficile, comunque, capire come mai prima del 2015 non vi siano state segnalazioni ticinesi, nonostante l’elenco sia teoricamente obbligatorio per tutti i Cantoni a partire dal 2008. Dal Decs assicurano comunque che il filtro contro possibili assunzioni ‘inopportune’ era già presente anche senza il divieto specifico di esercitare professioni a contatto con bambini: bastava la presenza di condanne gravi sul casellario per capire chi non assumere.
Inoltre un secondo fattore, puramente amministrativo, impediva e impedisce la segnalazione da parte del Ticino: la lista nera comprende tutti i docenti cui il Cantone ha tolto l’autorizzazione a insegnare. A Sud delle Alpi, tuttavia, non esiste una tale autorizzazione per cui non vi è nemmeno la possibilità di revocarla.

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