Manifestazioni in mattinata 'al coperto'; dalle 14, in corteo per le vie di Bellinzona fino a Palazzo delle Orsoline. In un documento, la risoluzione dell'assemblea
I lavoratori edili ticinesi hanno manifestato questa mattina a Bellinzona, riuniti all'Espocentro insieme alle organizzazioni sindacali Unia e Ocst. Inclusi i presenti all'esterno della struttura, si contano sino a 3mila unità, tra operai e persone a loro vicine. La protesta in Ticino è il preludio di un'ondata nazionale di proteste: agitazioni sono previste per domani a Ginevra, altre regioni dovrebbero seguire. Il contratto nazionale mantello scade a fine anno. Dopo quasi 12 mesi di blocco delle trattative, "i lavoratori sono pronti a combattere e a difendere i propri diritti", dichiara Paolo Locatelli, capo della costruzione OCST. "I costruttori devono abbandonare le loro richieste disumane e infine negoziare soluzioni".
Si aggrega allo sciopero l'associazione Ticino & Lavoro: il corteo in partenza alle 14 da Piazza del Sole, destinazione Piazza Governo, è – si legge nel comunicato a firma Giovanni Albertini, presidente – "per tutti i ticinesi in difficoltà". Un corteo a sostegno "dei disoccupati ticinesi, degli iscritti all'assistenza, degli over 50 che faticano a rientrare nel mondo del lavoro e del ceto medio che fatica ad arrivare a fine mese". Un corteo che condanna "la stagnazione degli stipendi al cospetto di un carovita sempre più in aumento, i datori di lavoro che creano dumping salariale assumendo e sfruttando i frontalieri, gli sgravi fiscali in favore del ceto alto, gli affitti troppo alti e i prezzi esorbitanti dei terreni e degli immobili sul nostro Cantone e la sempre piu difficile accessibilità ai crediti ipotecari, l’immobilismo del Governo al sostegno dei Ticinesi in difficoltà, i tagli agli aiuti nel sociale e alle borse di studio".
Lettera aperta
"I lavoratori edili del Canton Ticino, riunitisi oggi in assemblea generale a Bellinzona, si sono espressi in modo chiaro circa l’attualità delle trattative nazionali legate al Contratto Nazionale mantello dell’Edilizia. Stigmatizzando l’aggressivo atteggiamento delle Società Svizzera Impresari costruttori, esprimono tutta la loro rabbia e la loro preoccupazione per proposte padronali che considerano inaccettabili e che trasformerebbero, con aumenti di flessibilità oraria e salariale un intero settore nel caos generalizzato, penalizzando oltre ai lavoratori anche le imprese edili radicate sul territorio cantonale". Si apre così la lettera aperta dei manifestanti diretta al Gran Consiglio, le cui richieste convergono nella risoluzione dell'assemblea tenutasi questa mattina. Che recita così:
I lavoratori edili del Canton Ticino, riunitisi oggi in assemblea generale a Bellinzona, prendono atto
Considerano necessario
L’assemblea conferisce un chiaro mandato alle organizzazioni sindacali OCST e UNIA affinché sia tutelata fino in fondo la dignità dei lavoratori e siano messe in campo tutte le iniziative necessarie volte alla difesa e al rafforzamento dei disposti contrattuali,, continuando a denunciare puntualmente tutti gli ulteriori abusi sui cantieri.