Ticino

'Così si puniscono gli obiettori di coscienza'

Il Sindacato indipendente degli studenti contrario alle proposte del Consiglio federale sul servizio civile

Ti-Press
27 giugno 2018
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Il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti non ci sta e si dice “sconcertato” dalle recenti misure proposte dal Consiglio federale in materia di servizio civile. Misure, afferma il Sisa in una nota, decise dal governo con “l’esplicito obiettivo di ridurre in modo consistente il numero delle ammissioni al servizio civile”. Il sindacato rileva “ancora una volta” come “il crescente distacco tra i giovani e le forze armate non venga assolutamente compreso dalle autorità, che anzi decidono di combatterlo moltiplicando gli ostacoli per coloro che vogliono abbandonare l’esercito dopo averlo vissuto sulla propria pelle”. Le argomentazioni del Consiglio federale, rincara il Sisa, “sono pretestuose e prive di fondamento: se è vero che il numero di civilisti è in effetti aumentato considerevolmente, quadruplicando nel giro di una decina d’anni (le 1’600 ammissioni del 2008 sono divenute quasi 6’800 nel 2017), queste cifre non devono trarre in inganno circa il loro impatto sugli effettivi dell’esercito”. Secondo il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti, “non è assolutamente vero che l’aumento delle ammissioni al servizio civile rischi di creare un vuoto tra le fila delle forze armate”. E al riguardo il Sisa ricorda quanto scritto dallo stesso Consiglio federale in un rapporto del 2014: “Affermava che ‘il servizio civile non metterà in pericolo la stabilità degli effettivi dell’esercito’, anche se il numero di ammissioni continuasse ad aumentare moderatamente nel corso dei prossimi anni (ricordiamo che le ammissioni al servizio civile tra 2016 e 2017 sono aumentate di circa 600 unità, pari allo 0,5 per cento degli effettivi dell’esercito)”. Ciò, si aggiunge nella nota, “viene confermato anche dalla portata minima del numero di civilisti rispetto ai numeri dell’armata: nel 2017 gli ammessi al servizio civile corrispondevano a poco più del 5,5 per cento degli effettivi reali dell’esercito (6’800 civilisti contro 120mila soldati)”. Il governo “contraddice quindi completamente le proprie conclusioni di soli quattro anni fa, dando più l’impressione di voler punire gli obiettori di coscienza che non di rafforzare davvero gli effettivi militari”, osserva il sindacato, preannunciando il proprio sostegno all’associazione Civiva in caso di referendum.

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