Ticino

Sconcerto e prospettive

L'Associazione ticinese dei giornalisti deplora il modo in cui la crisi del Giornale del Popolo è stata gestita dall'editore

Ti-Press
17 maggio 2018
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Tristezza per l'improvvisa chiusura del Giornale del Popolo e vicinanza alle collaboratrici e ai collaboratori della storica testata da 92 anni voce del mondo cattolico ticinese. È quanto esprimono il Partito popolare democratico, il Partito socialista e l'Associazione Ticinese dei giornalisti auspicando che questa esperienza possa, magari sotto altre forme, sopravvivere.

Se il Ps insiste sulla tutela dei lavoratori che hanno perso il posto e il Ppd rimane sul vago per quanto riguarda le prospettive future – auspicando che "la società civile sappia trovare nuove forme per continuare a testimoniare con autorevolezza…" – l'Atg è più esplicita sottoscrivendo "l’appello della direttrice Alessandra Zumthor ai sostenitori del giornale e a chi ha a cuore il pluralismo della stampa in Ticino affinché la voce del GdP non scompaia". Secondo quando dichiarato al CdT dalla direttrice della testata, il buco ammonterebbe a 400mila franchi.

L'Atg è inoltre amareggiata per "il modo con cui è stata gestita la crisi del giornale da parte dell’editore, che non ha voluto entrare in merito all’ipotesi di trasformazione del quotidiano in settimanale e che nelle scorse settimane non ha coinvolto la direzione e i giornalisti nella ricerca di altre soluzioni".
L'Atg "sarà a fianco dei colleghi nella ricerca di valide soluzioni" e ricorda come esista l'obbligo di presentare un piano sociale.

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