Ticino

Strage a scuola sventata, i primi indizi su snapchat

Arrestato ieri mattina 19enne ticinese residente nel Bellinzonese.

11 maggio 2018
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In casa gli hanno trovato quasi una ventina di armi da fuoco, sia lunghe che corte: fucili e pistole. Regolarmente acquistate, regolarmente registrate (tutte?). Armi che, se non fosse stato fermato per tempo, avrebbe probabilmente usato – è il forte sospetto degli investigatori che si sono mossi sulla scorta di segnalazioni e verifiche – per commettere una strage nell’istituto scolastico da lui frequentato: la Scuola cantonale di commercio a Bellinzona. Dove è (era) iscritto al terzo anno. Lui, 19 anni, cittadino svizzero, residente con i genitori nel Bellinzonese, una passione per il tiro sportivo, è stato arrestato ieri, poco dopo le 10.30, nella propria abitazione. A carico del giovane ticinese il sostituto procuratore generale Antonio Perugini, che coordina l’inchiesta, ipotizza il reato di atti preparatori di assassinio subordinatamente di omicidio.

A dare notizia del fermo del 19enne sono stati, intorno alle 18, il Ministero pubblico e la Polcantonale. L’arresto è scattato “grazie a segnalazioni mirate” e “all’analisi operativa effettuata dal Gruppo cantonale gestione persone minacciose e pericolose della Polizia cantonale”. Gruppo, si spiega nel comunicato alle redazioni, costituito lo scorso anno “per gestire casi di questa rilevanza e sventare, come in questa circostanza, atti di violenza di massa”. Dai primi accertamenti, prosegue la nota degli inquirenti, il 19enne “ha minacciato di togliere la vita ad un non meglio precisato numero di persone di un istituto scolastico del cantone”. Al suo domicilio “sono state sequestrate alcune armi da fuoco”. Da parte delle “autorità preposte”, proseguono Procura e Polizia cantonale, “sono state messe in campo misure di sostegno e di messa in sicurezza dei diretti interessati”. Pertanto “non sussistono più situazioni di pericolo imminente”.

Era considerato uno studente ‘eccellente’

Incensurato, il 19enne era considerato dal corpo docente uno studente “eccellente”. Dagli insegnanti era molto apprezzato anche per la sua partecipazione attiva in classe. Insomma, nulla che potesse svelare, far intuire il suo ‘lato oscuro’. Neppure alcune assenze negli anni scorsi per motivi di salute lasciavano, allora, presagire, scompensi di sorta. Un allievo dedito agli studi, che non aveva mai posto problemi di condotta. I fatti che hanno portato al suo arresto, subito dopo i primi approfondimenti della scuola e degli investigatori, sono avvenuti in questi ultimissimi giorni. Il 19enne avrebbe manifestato l’intenzione, con frasi pare anche sconnesse, di commettere qualcosa di grave all’interno dell’istituto e lo avrebbe manifestato, con messaggi snapchat che si autocancellano nel giro di poco tempo, ad alcuni compagni. Uno di loro ha subito avvertito un insegnante. Che a sua volta ha prontamente allertato la direzione.

La direzione: ‘A tre millimetri dalla tragedia’

Presa molto seriamente la segnalazione, i vertici della scuola hanno svolto alcune verifiche. Verifiche scattate immediatamente e approfondite. Alla luce di quella segnalazione, sono state anche ‘rilette’ certe situazioni, certe e-mail, apparentemente innocue, inviate in passato dal ragazzo ai docenti. C’è poi chi aveva visto il giovane incupito negli ultimi tempi. In ogni caso bisognava agire e decidere in fretta. E così l’altro ieri la direzione della scuola ha avvisato le forze dell’ordine. La mattina dopo l’intervento dei gruppi speciali della Cantonale nell’abitazione del giovane. La perquisizione, il rinvenimento e il sequestro di fucili e pistole, il fermo. Gli interrogatori nel corso della giornata. Cosa abbia spinto il ragazzo a minacciare una strage lo diranno gli sviluppi delle indagini. E qualcosa di più sulla personalità del 19enne lo dirà un’eventuale perizia psichiatrica. Gli inquirenti sembrano comunque non aver dubbi, perlomeno stando al tenore del comunicato diramato nel tardo pomeriggio e cioè che è stato sventato un atto di violenza di massa.

Sulla misura restrittiva decisa dal pp Perugini nei confronti del ragazzo deve ancora pronunciarsi il giudice dei provvedimenti coercitivi. Al gpc spetterà confermare o meno l’arresto.

«Siamo stati a tre millimetri dalla tragedia», afferma il direttore della Scuola cantonale di commercio Adriano Agustoni. «La scuola in tutte le sue componenti, la polizia e la magistratura – tiene poi a sottolineare Agustoni – hanno reagito tempestivamente, scongiurando il peggio». Altro, per il momento, non aggiunge.

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