Ticino

‘No Billag’ bocciata nettamente in Ticino

Con tutti i Comuni scrutinati, i contrari all'iniziativa sono al 65,5%. "Soddisfazione" da parte del Consiglio di Stato

4 marzo 2018
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In Ticino i contrari all'iniziativa ‘No Billag’ si attestano al 65,5%. Sonora bocciatura anche a livello nazionale. "È una chiara sconfitta", ha commentato ai microfoni della televisione Srf Lukas Golder, ricercatore presso Gfs.bern. La proposta di abolire il canone radiotelevisivo viene osteggiata anche dalla maggioranza dei cantoni, ha affermato Golder.

A suo avviso il dibattito lanciato dai promotori dell’iniziativa avrà comunque delle conseguenze.

Il Consiglio di Stato, con un comunicato, ha preso atto "con soddisfazione dei risultati della votazione federale odierna sull’iniziativa «Per l’abolizione del canone radio-televisivo»: la decisione di respingere l’oggetto anche noto come «No Billag» – confermata anche dal voto della popolazione ticinese – consente di riaffermare l’attaccamento della popolazione al servizio pubblico e all’attuale meccanismo di finanziamento della SRG SSR RSI e delle emittenti private. Il Governo saluta molto positivamente il voto odierno che – dopo un lungo e acceso dibattito – riafferma con la massima chiarezza possibile l’attaccamento della Confederazione e del Canton Ticino all’emittente pubblica e al finanziamento complementare delle emittenti private. Il voto espresso dalla popolazione ticinese è inoltre fonte di particolare soddisfazione per il Consiglio di Stato. Tale risultato valorizza il ruolo della RSI e delle emittenti private del Cantone, aziende che svolgono un ruolo di primo piano nel tessuto economico e nella realtà culturale del Ticino."

Soddisfazione anche in casa Plr: "La radiotelevisione offre un contributo importante alla consapevolezza svizzera. Non si tratta di negare l’importante ruolo svolto da molti media privati che coprono le peculiarità regionali del nostro territorio. Così come la SSR dovrà certamente darsi una mossa e svestire il comodo abito del monopolista. Avessimo dato retta al consigliere nazionale, municipale di Lugano e direttore del Mattino, servizi di informazione o culturali dedicati alle nostre minoranze e alle nostre regioni periferiche non esisterebbero più e col piffero che a fronte del 4% di contributi ne avremmo ancora ricevuti il 22%."

Felici dell'esito anche i Verdi, "sollevati dal netto rigetto dell’iniziativa. Una larga maggioranza di cittadini e cittadine vuole salvaguardare i media che offrono un servizio pubblico al nostro paese. Vogliono che i programmi Radio-Tv siano offerti ancora all’intera popolazione senza distinzione, in particolar modo alle minoranze linguistiche e a chi è portatore di handicap visivo o auditivo."

Per il Partito socialista il popolo "ha deciso di respingere in modo schiacciante l’iniziativa per l’abolizione del canone radiotelevisivo. Un deciso NO a un’iniziativa estrema che dimostra l’attaccamento e il sostegno della popolazione per la nostra radiotelevisione. Un messaggio inappellabile espresso contro i tentativi di smantellamento e di privatizzazione del servizio pubblico."

La Lega dei Ticinesi, unico partito a favore dell'iniziativa in Ticino, prende atto dell’esito della votazione nel nostro Cantone, dove la percentuale di Sì è stata superiore alla media nazionale di circa 5 punti. Un risultato tutt’altro che scontato, soprattutto se si considera la clamorosa sproporzione tra gli schieramenti in campo."

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