Ticino

Argo1, 'non ci fu urgenza, ipotizzabile il reato di infedeltà'

Ecco alcune anticipazioni del rapporto del perito Marco Bertoli, appena consegnato dal governo alla Cpi

Ti-Press
1 febbraio 2018
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"Non si può affermare che nel luglio 2014 vi fosse un’urgenza tale da dover attribuire il mandato ad Argo 1". È quanto si legge a pagina tre del rapporto – anticipato oggi dal Cdt – del perito del governo Marco Bertoli chiamato a ricomporre il puzzle di Argo1. Rapporto nel quale vengono smontate una a una le giustificazioni costruite a posteriori dai dirigenti del Dss. Non vi fu dunque nessuna situazione d'emergenza, come più volte sostenuto dal direttore del Dss Paolo Beltraminelli.

Dalle anticipazioni del rapporto emerge inoltre che non è vero che la precedente ditta, ovvero la Rainbow alla quale successe Argo1, fosse inadeguata a proseguire il lavoro presso il centro di Lumino che aveva ottenuto il mandato con regolare risoluzione governativa. Di più: Argo1, già OtenyS, non era in regola non avendo avuto, almeno inizialmente, un numero sufficiente di agenti. Si rivela inoltre che le verifiche fatte a Rainbow in vista dell'attribuzione del mandato non vennero poi fatte nei confronti di Argo1. E che già durante i primi giorni di attività di Argo1 si erano verificati alcuni problemi – come da noi evidenziato nei giorni scorsi – oggetto di rapporto da parte della polizia cantonale. Il rapporto Bertoli sottolinea che Scheuer "pur avendo avuto notizie di comportamenti scorretti già all'inizio dell'attività, gli ha dapprima affidato l'incarico senza verificare se avesse sufficienti agenti abilitati e poi sottoscritto il mandato quando ancora detta adeguatezza di personale non era data".

Anche la tesi sostenuta da Beltraminelli che Argo1 sia stata scelta per ragioni economiche, ovvero che avrebbe offerto costi inferiori, è oggetto di analisi del perito Bertoli, in quanto causa di offerte e contro-offerte al ribasso.

Non da ultimo non è vero che i due alti funzionari del Dss, ossia l'allora capodivisione Blotti e il capo dell'Ussi Scheurer, non fossero consapevoli che il mandato necessitava di una decisione formale del governo e non del dipartimento. Infine dal rapporto si evince "non sono emersi fatti corruttivi", ma è altresì ipotizzabile il reato di infedeltà "anche in caso di mero danno ideale verso l'ente pubblico e illecito vantaggio a terzi". 

Commentando le rivelazioni del Cdt Fabio Pontiggia conclude la sua analisi di prima pagina scrivendo che si tratta di "un pasticcio che sconcerterà molti cittadini e che rischia di fare molto male al Consigliere di Stato [Paolo Beltraminelli, ndr] e al suo partito".

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