Ticino

L’Udc punta sul Ticino

Presentata a Bellinzona l’iniziativa ‘Per un’immigrazione moderata’, presente anche Albert Rösti

20 gennaio 2018
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«La madre di tutte le battaglie». Così è stata definita l’iniziativa ‘Per un’immigrazione moderata’, presentata ieri a Bellinzona dallo stato maggiore dell’Udc. Un’iniziativa che, senza mezzi termini, chiede di rinegoziare la libera circolazione delle persone con l’Unione europea (Ue). La prima firma raccolta in Ticino è stata, simbolicamente, quella del presidente nazionale democentrista Albert Rösti, il quale ha ribadito come «il fatto che l’immigrazione porti benessere sia una favola. Dall’introduzione della libera circolazione il nostro tasso di crescita, ovvero il prodotto interno lordo pro capite, è fermo praticamente a zero». Anzi, in Ticino per Marco Chiesa, consigliere nazionale dell’Udc, le cose sono addirittura peggiorate: «Nel nostro cantone, ad ottobre 2017, sono state censite più di 8’200 persone che sopravvivono grazie alle prestazioni sociali dello Stato, solo rispetto all’anno precedente sono salite del 4,4 per cento». Ma non solo, «il numero di stranieri a beneficio dell’assistenza è praticamente triplicato e la tendenza, come mostrato dall’Ufficio di statistica, non si è mai arrestata». Queste cifre, per Chiesa, «sono impietose, lo specchio fedele di un mercato del lavoro che si è drammaticamente e velocemente precarizzato, portando con sé incertezze e risentimenti nei cittadini residenti. Non ci sarebbe nulla di cui stupirsi se, nelle prossime rilevazioni, si verificasse un sorpasso dei lavoratori stranieri rispetto a quelli svizzeri». Inoltre, per il consigliere nazionale democentrista, è fondamentale risolvere anche la questione del dumping, «una piaga economica e sociale che neppure 17 contratti normali di lavoro riescono a rimarginare». È inevitabile che, parlando di libera circolazione, la discussione si allarghi all’insieme degli Accordi bilaterali sottoscritti tra Svizzera e Ue. In caso di approvazione di questa iniziativa, sarebbero in pericolo? «No, non cadranno tutti gli Accordi – risponde Piero Marchesi, presidente cantonale dell’Udc, interpellato dalla ‘Regione’ – se si arrivasse alla disdetta della libera circolazione è possibile che vengano messi in discussione gli Accordi del primo pacchetto (vedi articolo sotto), che l’Europa non denuncerà perché da essi ne trae beneficio». Ci sono tanti interessi in gioco dunque, «molti di questi a vantaggio dell’Ue – nota Marchesi – ma oggi è importante dire che l’obiettivo principale è riprendere in mano l’immigrazione, che adesso è dipendente dall’andamento delle economie dei Paesi confinanti». Un’esigenza confermata dalla presenza di Rösti? «Questa è la dimostrazione di come il partito nazionale sia molto sensibile a cosa avviene in tutto il Paese, e di quanto conosca le distorsioni del mercato del lavoro in Ticino. L’Udc affronta il tema dell’immigrazione con questa iniziativa che, qualora venisse approvata, permetterà di regolamentare e gestire in modo autonomo l’immigrazione». A sostenere l’iniziativa anche Roberta Pantani, consigliera nazionale della Lega: «Finalmente, dopo anni in cui la maggior parte dei partiti, tra cui la Lega dei Ticinesi, ha detto che era ora di chiamare il popolo a votare sugli Accordi bilaterali, si è avuto il coraggio politico di lanciare un’iniziativa di questo tipo, che sosterremo sia raccogliendo le firme, sia durante la campagna».

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