Ticino al Voto

La domenica della sorpresa elettorale in dati e foto

De Rosa scalza Beltraminelli dal governo, mentre il Plr non insidia il seggio Ps e perde oltre un punto percentuale. I dati della giornata.

Foto Ti-Press
7 aprile 2019
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È stata la domenica della sorpresa. Quella che forse, alla vigilia, tutti ritenevano meno probabile: mentre il Ps ha difeso egregiamente il proprio seggio dall'assalto Plr, quella che doveva essere una lotta serrata in casa Ppd tra l'uscente Paolo Beltraminelli e lo sfidante Raffaele De Rosa è diventata invece una volata in solitaria per quest'ultimo. Una tendenza chiara sin dai primi comuni scrutinati che è andata consolidandosi nelle ora. Fino al verdetto finale di Lugano, feudo di Beltraminelli, dove l'uscente ha staccato De Rosa di meno di 500 voti. Pochi, troppo pochi per girare a sua favore i numeri. Numeri che alla fine si sono fermati a 33'838 per Beltraminelli e a 44'648 per De Rosa: 10'810 i voti di differenza.


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De Rosa ha battuto Beltraminelli anche all'interno del proprio partito, con una differenza oltre 2'300 preferenziali. Il deputato sopracenerino ha potuto contare poi sull'apporto esterno di elettori del Plr (3'606 i preferenziali andati a De Rosa, 1'890 a Beltraminelli), della Lega (3'488 contro 1'563) e di chi ha votato scheda senza intestazione (6'028 contro 3'107).

La battaglia intestina sembra però aver giovato al Ppd, che – dato in arretramento dai sondaggi – è avanzato di 0.69 punti percentuali, al 18,23% delle preferenze.

Lega/Udc

In casa Lega/Udc la somma non ha fatto il totale. Già perché unendo le percentuali ottenute separatamente dei due schieramenti nel 2015 si sarebbe dovuti arrivare a superare il 32%, mentre ci si è fermati a 27.81. In pratica il matrimonio ha portato in dote solo 0,2 punti. Un apporto che ha comunque permesso allo schieramento di confermare i due leghisti uscenti, con Norman Gobbi che si è preso la rivincita sul collega Claudio Zali, superandolo nelle preferenze. Con 71'312 preferenziali, si è rivelato il candidato più votato in Ticino, primato che quattro anni or sono a Zali.


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Plr

Il secondo candidato più votato a livello ticinese è il liberale-radicale Christian Vitta, direttore del Dipartimento finanze ed economa. Il suo partito gli ha conservato il seggio, ma non è riuscito nell'obiettivo dichiarato di raddoppiare e far sedere in governo pure Alex Farinelli. Non solo, rispetto a quattro anni fa il partito ha pure lasciato sul terreno 1,76 punti percentuali al 24,49% Un risultato negativo che potrebbe essere girato unicamente se domani le cifre saranno diverse per quanto riguarda il Gran Consiglio.


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Ps

I socialisti hanno trasformato quella che si prospettava come una sconfitta, con possibile perdita del seggio, in un'avanzata di ben 2,25 punti percentuali a 17,06%. Seggio di Manuele Bertoli salvo, dunque. Visto il rischio, i socialisti avevano chiamato al voto utile e i dati di panachage raccontano che ad essere venuti in aiuto dei socialisti sono stati in molti, con i liberali-radicali in testa (3'696 i voti preferenziali attribuiti ai candidati socialisti). Hanno contribuito pure il Ppd (2'653), la Lega (2'559) e i Verdi (2'146). Massiccio il sostegno anche da chi ha scelto la scheda senza intestazione, anche se qui il Ps è solo il quarto partito.


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Verdi, Mps e Pc

I Verdi perdono 2.23 punti percentuali assestandosi a 4,33% delle preferenze. In crescita invece il Movimento per il socialismo e il Pc, che quattro anni or sono correvano assieme. Così facendo nel 2015 raccolsero 1.05, mentre a questa tornata raccolgono il 2,07 (Mps) e l'1% (Pc).

 

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