Mendrisiotto

Ha trafficato cocaina dall’Italia: condannato

Al momento dell’arresto l’uomo stava guidando nonostante la patente gli fosse stata ritirata. Scattata l’espulsione dalla Svizzera

La droga era stata rinvenuta durante un controllo
(Ti-Press)
25 gennaio 2023
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È stato condannato a una pena di ventiquattro mesi (a cui vanno dedotti quelli già scontati nel carcere preventivo), l’uomo che lo scorso 25 ottobre era stato ‘beccato’ alla dogana di Chiasso mentre trasportava dall’Italia circa mezzo chilo di cocaina. Comparso mercoledì davanti alla Corte delle Assise correzionali di Mendrisio (in Lugano), l’uomo, un cittadino italiano classe 1993 residente in Germania (dove vive con la compagna e un figlio), è stato inoltre riconosciuto colpevole di guida senza autorizzazione, dal momento che stava conducendo un veicolo nonostante la patente gli fosse stata ritirata in Germania qualche settimana prima. Per lui è scattata pure l’espulsione dalla Svizzera: non potrà mettervi piede per cinque anni.

L’antefatto

Il 30enne era stato colto sul fatto durante un controllo al valico doganale di Chiasso, mentre si trovava al volante di un’auto a noleggio targata Zugo. Durante la perquisizione del veicolo sono stati rinvenuti 567 grammi di cocaina pura all’88 per cento, nascosti nel filtro dell’aria, oltre ad altri dieci grammi divisi in otto bolas. L’imputato era stato incaricato di consegnare la droga a persone ignote a Zurigo, dietro compenso di 1’500 franchi, di cui mille ricevuti alla partenza. In merito ai mandanti, la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, che in aula rappresentava l’accusa, ci ha confermato l’esistenza di un’inchiesta tutt’ora in corso in Svizzera e all’estero.

‘Ero in una situazione difficile’

Dinanzi alla Corte presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, il giovane si è dichiarato colpevole d’infrazione aggravata alla legge federale sugli stupefacenti e ha ammesso tutte le sue colpe. «Mi trovavo in una situazione difficile – ha dichiarato –. Mi avevano appena licenziato, avevo problemi di soldi e mi avevano pure tolto la macchina e la patente. Con questo ‘lavoro’ speravo di fare un po’ di soldi facili, ma è la prima volta che facevo qualcosa del genere e non lo rifarei».

Interrogato sulle sue prospettive di vita, l’uomo ha dichiarato di volersi dedicare alla sua famiglia, dato che la compagna è in attesa di un altro figlio, e di volersi cercare un lavoro onesto. L’imputato è stato difeso d’ufficio dall’avvocato Chiara Donati.

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